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Il nome dell’ex deputato Romele inciso su un banco della Camera: “Non sono stato io”

È apparsa su un banco della Camera dei deputati un’incisione che riporta il cognome di Giuseppe Romele, politico bresciano che ora milita in Fratelli d’Italia dopo una vita parlamentare tra le fila di Forza Italia. Romele si è dichiarato innocente e ha commentato: “Secondo me è qualcuno che mi rimpiange, che ha un po’ di nostalgia e che mi ha voluto ricordare così”.
A cura di Chiara Caraboni
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Foto: Il Giornale di Brescia
Foto: Il Giornale di Brescia

Dopo diciassette anni consecutivi da deputato, spalmati in quattro diverse legislature, si può dire che Giuseppe Romele in qualche modo se lo sia guadagnato il banco. Anzi, il segno lasciato dall'ex di Forza Italia e ora Fratelli d'Italia (o da qualcuno al posto suo, come sostiene il diretto interessato), è ben riconoscibile. E indelebile. Grazie a una fotografia apparsa su il Giornale di Brescia infatti, è stata scoperta l'incisione del cognome del politico proprio su un banco della Camera dei deputati. Lo scranno che porta il solco e il ricordo di Romele, oggi è il posto assegnato a Elio Vito, deputato di Forza Italia che ha occupato la poltrona lasciata vuota da Romele che non si è ricandidato in questa legislatura.

Romele si è dichiarato innocente sotto ogni punto di vista: "In quattro legislature sono stato seduto in almeno 7-8 banchi e non so quale spazio sia quello. Chissà perché questa scritta salta fuori dopo otto mesi che non sono più deputato. Mi hanno fatto uno scherzo", ha dichiarato, invitando chi di dovere a fare "una perizia calligrafica", per dimostrare la sua estraneità al fatto. "Non l’ho fatta io. Non ho scarabocchiato il banco e poi si vede che non è la mia calligrafia. Ma cosa possono chiedere a me? Se sostengono che ho firmato il banco si faccia una prova calligrafica. Penso che alla Camera i problemi veri da affrontare debbano essere altri, non uno scarabocchio che per me non ha paternità", ha poi sottolineato.

Uno scherzo, se dovesse essere, sicuramente poco civile e rispettoso visto che è stato deturpato un luogo storico della Repubblica: "Secondo me è qualcuno che mi rimpiange, che ha un po’ di nostalgia e che mi ha voluto ricordare così", ha commentato Romele. Questo, prima di mettere le mani avanti su una possibile richiesta di risarcimento danni: "Spero che a nessuno venga in mente di chiedere a me di ripagare un banco. Non ho fatto nulla", ha affermato l'ex deputato.

In sua difesa si è posto anche Elio Vito, che ha provato ad assicurare l'assenza del graffito dichiarando: "Non ho visto quella scritta. Non c’è". In realtà, altre fotografie scattate in Aula hanno dimostrato la presenza del segno indelebile. Tanto, secondo Romele, non sembra essere un fatto così grave: "Basta un po’ di cartavetro e la scritta viene via. Magari lo può fare anche il presidente Fico…"

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