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Crisi di Governo 2022

Conte strappa, il M5s non vota il decreto Aiuti. È crisi, Lega: “Cade la maggioranza”

“Vi chiedo: ma in questa fase qual è il compito di una forza politica responsabile? Tacere? Far finta di non vedere gli sviluppi drammatici della crisi in atto o denunciarli affinché vengano approvate misure strutturali?”: lo dice Giuseppe Conte annunciando che il Movimento Cinque Stelle non voterà il decreto Aiuti in Senato.
A cura di Annalisa Girardi
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Il Movimento Cinque Stelle non voterà il decreto Aiuti in Senato. Questa la linea emersa dal Consiglio nazionale che si è riunito questa sera, dopo una giornata di confronti e tentativi di mediazione, e confermata dal leader Giuseppe Conte di fronte alla riunione dei gruppi parlamentari.

"La settimana scorsa abbiamo portato a Draghi un documento politico, non l'abbiamo inteso come una somma di bandierine del M5s o come un elenco di petizioni politiche da rivendicare con arroganza. L'abbiamo inteso come un documento serio e responsabile rispetto al momento drammatico che il Paese sta vivendo. Oggi è alla luce di questa crisi che dobbiamo lavorare. Il nostro ruolo politico oggi si definisce rispetto a queste priorità e alla nostra capacità di fornire risposte adeguate. Mesi fa noi abbiamo assunto responsabilmente e generosamente il compito di formare questo esecutivo: ci siamo detti che non potevamo volgere le spalle al Paese e abbiamo deciso di lavorare responsabilmente", ha affermato Conte. Per poi proseguire: "Oggi però si apre una grave crisi sociale, troppo profonda. È un Paese sull'orlo del baratro. Il M5s è l'unica forza politica che si sta interrogando su questa crisi, l'unica che sta incalzando il governo su questa emergenza. Ho il forte timore che settembre possa essere il mese in cui il conflitto sociale faccia salire la temperatura nelle piazze. Vi chiedo: ma in questa fase qual è il compito di una forza politica responsabile? Tacere? Far finta di non vedere gli sviluppi drammatici della crisi in atto o denunciarli affinché vengano approvate misure strutturali? ".

Cosa ha detto Conte ai parlamentari M5s

E ancora: "Lo scenario è cambiato, chiediamo alla politica di prenderne atto ed entrare in una fase di governo completamente differente. Abbiamo chiesto a lungo un cambio di passo al governo. Ieri Draghi ha convocato a Chigi un tavolo con le parti sociali per discutere quei problemi che abbiamo illustrato nel nostro documento. E ha annunciato un corposo decreto a fine luglio. Questo è uno snodo importante e diciamolo, lo si deve al Movimento Cinque Stelle".

"Siamo assolutamente disponibili a dialogare e dare il nostro contributo costruttivo al governo, ma non concediamo cambiali in bianco. Oggi ho avuto un colloquio con il premier Draghi, registro una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i nostri punti. Ma non ci possiamo accontentare di dichiarazioni di intenti, occorrono misure concrete. Domani il M5s è chiamato a prendere una posizione rispetto al decreto Aiuti. Non possiamo che agire con coerenza e linearità, i cittadini non comprenderebbero una soluzione diversa", ha detto ancora Conte.

Per poi aggiungere: "Fin da quando il provvedimento è stato presentato con la massima lealtà noi abbiamo spiegato le nostre ragioni contrarie", sottolineando in particolare la norma su Roma. Ma anche il Superbonus e il Reddito di cittadinanza. "Alla Camera, dove è possibile un voto disgiunto, abbiamo espresso la fiducia e però non abbiamo partecipato al voto. In Senato non è possibile il voto disgiunto. Noi domani, coerentemente, non parteciperemo al voto".

Lega: "Se M5s esce dall'Aula maggioranza non c'è più"

"Se i 5 Stelle escono dall’Aula, la maggioranza non c’è più: basta con litigi, minacce e ritardi, parola agli italiani", hanno fatto sapere fonti del Carroccio. Sia la Lega che il Partito democratico già nel pomeriggio avevano messo in chiaro che in caso di strappo si sarebbe andati immediatamente al voto. Già in occasione del voto alla Camera Forza Italia, invece, aveva chiesto una verifica della maggioranza. "La scelta di staccare adesso sarebbe incomprensibile e difficilmente spiegabile. Ieri si è aperto un confronto con le parti sociali e dopo tanti anni si è iniziato a fare un discorso organico sulla qualità del lavoro", ha commentato questa sera il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sottolineando che in caso di strappo sarebbe dura continuare l'alleanza tra democratici e Cinque Stelle. Già il segretario Enrico Letta aveva ribadito oggi che il tavolo con i sindacati fosse il cambio di passo richiesto e che il Paese non avesse bisogno di una crisi ma di un governo in grado di dare risposte.

Matteo Renzi invece da parte sua ha commentato: "Abbiamo un ombrello che si chiama Mario Draghi, che è un asset per il Paese. Giuseppe Conte è disperato, perché gli è andato via Di Maio, perché se va all'opposizione il suo posto glielo prende Di Battista e perché se rimane in maggioranza ha perso definitivamente la faccia. Fino ad un anno a mezzo fa dettava legge, anzi dettava Dpcm: è un uomo che ora non riesce a farsi ascoltare neanche dai Cinque stelle".

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