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Covid 19

Il governo potrà requisire gli alberghi per ospitare le persone in isolamento per il coronavirus

Nel decreto emergenza del governo contro la diffusione del coronavirus si autorizza il prefetto a requisire alberghi e altre strutture che potrebbero servire per ospitare le persone in isolamento o sotto sorveglianza sanitaria. Inoltre la Protezione Civile potrà fare lo stesso con qualsiasi presidio sanitario che potrebbe servire contro la pandemia.
A cura di Annalisa Girardi
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Nel decreto che il governo si prepara ad approvare contro l'emergenza coronavirus si autorizza la Protezione Civile a requisire qualsiasi presidio sanitario o bene mobile necessario ad affrontare la pandemia, da ogni soggetto pubblico o privato per mettero a disposizione di strutture ospedaliere su tutto il territorio nazionale: "Fino al 31 luglio 2020, la protezione civile potrà autorizzare la requisizione in uso o in proprietà, da ogni soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medico-chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi  genere, occorrenti per fronteggiare la predetta emergenza sanitaria, anche  per assicurare la fornitura delle strutture e degli equipaggiamenti alle aziende  sanitarie o ospedaliere ubicate sul territorio nazionale, nonché per  implementare il numero di posti letto specializzati nei reparti di ricovero dei pazienti affetti da detta patologia", si legge nel testo in esame al Cdm.

L'indennità di requisizione

Una somma di denaro a titoli di indennità di requisizione verrà corrisposta al proprietario del bene in questione. Anche se questi la rifiutasse, la somma rimarrà a sua disposizione e potrà essere corrisposta non appena l'offerta (anche non formale) venisse accettata: "Tale  somma è liquidata, alla stregua dei valori correnti di mercato che i beni requisiti avevano alla data del 31 dicembre 2019 e senza tenere conto delle variazioni dei prezzi conseguenti a successive alterazioni della domanda o dell’offerta". Se viene requisita in proprietà, l'indennità è pari al 100% del valore della stessa. Invece, "in caso di requisizione in uso, l’indennità è pari, per ogni mese o frazione di mese di effettiva durata della requisizione, a un sessantesimo del valore calcolato per la requisizione in proprietà".

La requisizione non può protrarsi per più di sei mesi: "Se, entro la scadenza di detto termine, la cosa non è restituita al proprietario senza alterazioni sostanziali e nello stesso luogo in cui fu requisita, ovvero in altro luogo se il proprietario vi consenta, la requisizione in uso si trasforma in requisizione in proprietà, salvo che l’interessato consenta espressamente alla proroga del termine".

La requisizione di alberghi e strutture per l'emergenza coronavirus

Nel decreto si specifica anche che possono essere requisiti interi alberghi e altre strutture per ospitare le persone in isolamento o sotto sorveglianza sanitaria: nel caso di beni immobili, "il Prefetto  può disporre, con proprio decreto, la requisizione in uso di strutture alberghiere, ovvero di altri immobili aventi analoghe caratteristiche di idoneità, per ospitarvi le persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare, laddove tali misure non possano essere attuate presso il domicilio della persona interessata". In questo caso l'indennità di requisizione viene liquidata dallo stesso Prefetto che si appoggia all'Agenzia delle Entrate per stimarne il valore nel mercato immobiliare. Infine, in caso di contestazione anche in sede giurisdizionale, non può essere per alcun motivo sospesa l'esecutorietà dei provvedimenti di requisizione. Una misura per cui è autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per l'anno 2020.

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