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Il Consiglio Ue studia le misure contro il caro energia: cosa potrebbe cambiare per le caldaie a gas

Anticipare di due anni lo stop agli incentivi statali per installare caldaie a gas: è una delle misure a cui starebbe pensando il Consiglio europeo per contrastare la crisi energetica.
A cura di Luca Pons
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Il Consiglio europeo potrebbe raggiungere un primo compromesso sul gas. L'organo che riunisce i capi di Stato o di governo dei 27 Paesi membri dell'Ue, in cui l'Italia è rappresentata da Mario Draghi, si incontra oggi e domani a Bruxelles per discutere, tra le altre cose, di crisi energetica. Una bozza delle decisioni da raggiungere, però, è già in circolazione. A quanto emerge, si vorrebbe concordare di anticipare di due anni lo stop agli incentivi statali per installare caldaie a gas: invece di durare fino al 2027, la fine degli incentivi sarebbe spostata al 2025.

L'intervento ricade nella direttiva sulla performance energetica degli edifici, o direttiva Epbd. Secondo la bozza di compromesso, le deroghe che sono previste dalla direttiva sarebbero comunque confermate, e quindi gli incentivi statali potranno continuare per alcune categorie. In particolare, saranno esentate dal taglio dei finanziamenti le caldaie a gas che vengono usate per investimenti legati alle varie fasi della filiera dei combustibili fossili (produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, stoccaggio, combustione). Allo stesso modo, non sarà richiesto di fermare gli incentivi per quanto riguarda le caldaie a gas che sono usate per la sostituzione o l'ammodernamento di altre caldaie che usano tecnologie più inquinanti.

Lo stop agli incentivi nel 2027 era contenuto in una direttiva pubblicata poco meno di un anno fa, a dicembre 2021. Il suo obiettivo è arrivare a eliminare il gas metano come fonte di riscaldamento domestico entro il 2040. Nell'attuale contesto di crisi energetica, questo svolge la doppia funzione di limitare la dipendenza dal gas, e di favorire la transizione energetica verso fonti di energia più sostenibili e rinnovabili.

Il taglio degli incentivi, infatti, mira soprattutto a portare alla costruzione di edifici alimentati il più possibile da fonti rinnovabili, che limitino o cancellino l'uso di combustibili fossili. Idealmente, in assenza di gas si deciderà di puntare su pompe di calore (alimentate con l'elettricità) e pannelli solari, che riceveranno maggiori incentivi. Tuttavia, nella direttiva per come è formulata in questo momento non è previsto alcun tipo di sanzioni per i Paesi che non elimineranno gli incentivi alle caldaie a gas.

Qualunque decisione venga raggiunta dal Consiglio dell'Unione europea, dovrà poi essere approvata dai ministri dell'Energia di tutti i Paesi dell'Unione europea, che si riuniranno martedì 25 ottobre.

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