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I Verdi non vogliono il M5s nel Gruppo al Parlamento Ue: “Opportunisti, no euro e contro l’Ambiente”

I co-portavoce nazionali di Europa Verde, Evi e Bonelli, insieme a deputati di AVS, hanno presentato un dossier in cui spiegano perché si oppongono all’entrata del Movimento 5 Stelle nel Gruppo parlamentare dei Verdi Europei, operazione tentata in questi giorni da Giuseppe Conte.
A cura di Annalisa Cangemi
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Martedì scorso il leader del M5s Giuseppe Conte ha incontrato a Bruxelles una delegazione del gruppo dei Verdi all'Eurocamera per discutere di un possibile avvicinamento e concordare un eventuale ingresso del Movimento Cinque Stelle nell'eurogruppo Verdi Europei. "A noi non interessa trovare come dire un appoggio", ha precisato Conte, "A noi interessa un progetto politico". E ancora: "Noi non siamo alla ricerca di un gruppo casuale, c'è sicuramente un confronto con i Verdi perché c'è una consonanza per quanto riguarda soprattutto la direzione della giustizia ambientale e della giustizia sociale".

Il giorno dopo il capogruppo dei Verdi al Parlamento europeo, Philippe Lamberts, in una nota ufficiale, ha fatto sapere di non aver preso alcun impegno per una futura cooperazione nel Parlamento Ue, pur mantenendo i canali di comunicazione tra Verdi/ALE e pentastellati aperti, aggiungendo che "Qualsiasi possibile decisione di aderire ai Verdi sarà presa dal Gruppo al momento opportuno".

Oggi però Europa Verde ha tenuto una conferenza stampa, durante la quale i co-portavoce nazionali Eleonora Evi e Angelo Bonelli hanno presentato un dossier contro l'entrata del M5s nel Gruppo parlamentare degli European Greens, dal titolo ‘Motivazioni per respingere l’entrata del M5S nel Gruppo Europarlamentare dei Verdi Europei', approvato dalla Direzione Nazionale di Europa Verde-Verdi, con cui sostanzialmente si chiede al Gruppo Verde al Parlamento europeo di respingere la richiesta del M5S.

Un dossier corposo, 15 pagine in tutto, in cui si spiega perché questo matrimonio sarebbe malvisto e perché i pentastellati sarebbero incompatibili con la famiglia dei Verdi Europei. A partire dall'alleanza nel Parlamento Ue, quasi dieci anni fa, del M5s con il leader dell'Ukip, Nigel Farage, che ha lavorato per l'uscita del Regno Unito dall'Ue – un passato scomodo di cui Conte prova a liberarsi, etichettandolo come "errore di gioventù" – fino ad arrivare alla richiesta di impeachment nei confronti del Presidente della Repubblica Mattarella nel 2018, e all'incontro nel 2019 di Luigi Di Maio e Alessandro di Battista con Christophe Chalencon, leader dei Gilet Gialli.

Al M5s si attribuisce anche la responsabilità di aver aperto la strada alla crisi di governo che ha portato alla caduta del governo Draghi "per un inceneritore a Roma". Si legge infatti nel testo:

L’aspetto incredibile di questa vicenda è che Roma, la capitale d’Italia, è stata governata dal 2016 al 2021 dal M5S con la sindaca Raggi. A Roma con la guida del M5S la raccolta differenziata è aumentata in 5 anni di 1 solo punto percentuale passando dal 43,5% al 44,5%: un disastro. A Roma il M5S, che ha fatto cadere il governo Draghi per l’inceneritore nella stessa città, chiedeva e otteneva nel 2019 la realizzazione di una quarta linea di incenerimento di rifiuti. Un’ambiguità incredibile.

Imperdonabile per Europa Verde è poi scelta del M5s di correre da solo nel Lazio per le regionali che si terranno il prossimo 12 febbraio, in una Regione dove tra l'altro i Verdi, la sinistra, il Partito Democratico e il M5S governano insieme. In questo modo, si pronostica, è sicura la vittoria della destra, e non si farà altro che agevolare Giorgia Meloni, rafforzando il governo.

L'ultimo episodio in ordine di tempo che viene contestato al Movimento è il post pubblicato sul blog di Beppe Grillo, in cui si dice che il presidente ucraino Zelensky farà la fine di Saddam Hussein e Gheddafi.

"La presenza del M5s potrebbe condizionare la politica dei Verdi in Europa", ha detto Angelo Bonelli in conferenza stampa, annunciando insieme a Evi un tour nelle capitali europee, come Berlino e Parigi, per dire no a quest'operazione. "Il Gruppo parlamentare in Europa si riunirà nelle prossime settimane. Ci sono eurodeputati portoghesi che voteranno contro".

"In questo momento entrare a far parte della casa dei Verdi a livello europeo per il M5s è conveniente", ha detto Eleonora Evi. "Ma non posso non ricordare il ministro Cingolani", voluto dal M5s "che ha fatto la guerra alla transizione ecologica, invece di realizzarla".

Evi: "Ingresso M5s potrebbe destabilizzare i Verdi in Europa"

"Il M5s entrerebbe a far parte del Gruppo europeo dei Verdi con una delegazione di 5 deputati – i 5Stelle partirono in 14 in questa legislatura europea e rimangono oggi in 5, dopo una diaspora – Questi 5 eurodeputati sarebbero comunque una delegazione con un certo peso all’interno del Gruppo. Dopo i tedeschi e i francesi, che hanno il numero maggiore, ci sarebbe una delegazione italiana. E con le posizioni espresse fino a oggi, non solo sui temi ambientali, dove abbiamo visto grande timidezza, se non errori veri e propri, ma anche sulla politica estera, hanno dimostrato di avere posizioni molto diverse da quelle portate avanti dai Verdi”, ha detto Evi ai microfoni di Fanpage.it

“Con i tentativi fatti negli anni per cercare una casa a livello europeo, passando da gruppi estrema destra come EFDD, poi cercando di entrare nell’ALDE, ora cercando di entrare nei Verdi, dimostrano una grande mancanza di identità e un abilissimo trasformismo, che abbiamo anche visto a livello nazionale con i governi che si sono succeduti. Credo che oggi per mera convenienza vogliano occupare uno spazio, che è quello verde dell’ecologismo politico in Italia, soprattutto in vista delle elezioni europee".

“Questo documento che abbiamo preparato, e che è stato già inviato a tutti gli eurodeputati e a tutti i partiti nazionali dei Verdi in tutti gli stati membri, è propedeutico a degli incontri bilaterali che faremo con ciascuno di questi partiti per spiegare meglio le nostre ragioni”, ha aggiunto Evi a Fanpage.it

Perché Europa Verde dice no al M5s nel Gruppo Verde al Parlamento Ue

Le posizioni euroscettiche del Movimento Cinque Stelle degli esordi, contro l’Europa e l'euro, sono menzionate nel dossier come un peccato imperdonabile: inconciliabile con i valori dei Verdi la proposta contenuta nel programma per le elezioni europee del 2014 di un referendum per uscire dall'euro, e la successiva alleanza con Nigel Farage.

Sotto accusa anche il primo governo Conte, nato nel 2018 insieme alla Lega di Salvini, durante il quale, si sottolinea nel documento, "vengono approvati gravi provvedimenti contro l’Ambiente, i diritti civili e umani".

Uno dei punti più bassi è stata l'approvazione dei decreti Sicurezza, emanati appunto da Salvini da ministro dell'Interno del governo Conte, provvedimenti con i quali, si ricorda nel dossier, "si aboliva la protezione umanitaria per i migranti, si decideva il sequestro delle barche delle Ong che salvavano i migranti in mare disponendo multe di 50mila euro, e si inasprivano le sanzioni per le manifestazioni non autorizzate".

Nel documento si passano poi in rassegna tutti i risultati negativi conseguiti dal governo giallo-verde: il piano clima
ed energia, inviato all'Ue, che non rispettava gli obiettivi climatici sulla riduzione della CO2 e sul target di rinnovabili, perché prevedeva solo il 30% di energie rinnovabili entro il 2030 e una riduzione del 37% della CO2; la mancata chiusura, a dispetto delle promesse fatte in campagna elettorale, delle fonti inquinanti dell'Ilva di Taranto; l'approvazione di una norma, nel decreto legge Genova, che permette di spargere su suoli agricoli dei fanghi industriali tossici contenenti elevati livelli di inquinanti; e sempre nel decreto Genova la norma sul condono edilizio a Ischia (condono che Conte ha sempre negato, parlando di "procedura di semplificazione" per le richieste di condono precedenti al 2018, 27mila abitazioni).

I contatti esteri del M5s incompatibili con i Verdi

Le relazioni del M5s a livello internazionale cozzano con gli ideali e i valori fondativi dei Verdi, pur essendoci stati nel corso degli anni diversi aggiustamenti e marce indietro da parte degli esponenti pentastellati. Nel valzer degli incontri e dei posizionamenti nello scacchiere mondiale non può essere ignorato il rapporto di Conte con la Russia di Putin. In particolare nel dossier viene ricordato che nel famoso Contratto di governo, firmato a maggio 2018 da Luigi Di Maio per il M5S e dal segretario della Lega Matteo Salvini, si prometteva il ritiro delle sanzioni UE alla Russia per l’invasione della Crimea, proposito confermato poi dallo stesso Conte a Putin, per ben due volte (la prima nel 2018 durante la visita dell'ex premier in Russia, e la seconda nel 2019 durante la visita del presidente russo a Roma).

E sempre con Putin, durante la prima fase della pandemia, Conte sottoscrisse un accordo segreto per l’invio di aiuti della Russia all’Italia, attraverso una missione poi finita sotto la lente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti.

Europa Verde non tralascia neanche il rapporto più che cordiale dell'ex presidente del Consiglio con l'ex presidente Usa Donald Trump, che il 27 agosto del 2019, in piena crisi di governo (l'esperienza dell'esecutivo giallo-verde stava per concludersi) fece un tweet a favore di Conte, augurandosi che potesse rimanere a fare il primo ministro.

A Conte nel dossier viene contestata anche la mancata condanna di Bolsonaro, sulla violazione dei diritti umani contro le popolazioni indios e contro la devastazione della foresta amazzonica. Al contrario, sottolinea Europa Verde, nel 2019, a Davos, Conte incontrò Bolsonaro e pubblicò un tweet, complimentandosi con il presidente brasiliano. Contemporaneamente altri Paesi europei, come la Francia, prendevano apertamente le distanze.

E ancora, Conte viene criticato per non essersi schierato contro Marine Le Pen, leader dell'estrema destra francese: lo scorso 22 aprile 2022, a pochi giorni dal ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi, durante la trasmissione televisiva ‘Otto e Mezzo' su La7 la conduttrice Lilli Gruber chiese a Conte chi avrebbe voluto come presidente tra Macron e la Le Pen. La risposta: "Non posso dare indicazioni di voto, sono leader di un partito italiano".

La lista delle accuse nel dossier dei Verdi non si ferma qui:

L’evoluzione del M5S, ed in particolare nella fase della guida di Giuseppe Conte, è frutto di profondo trasformismo politico e non di un reale cambiamento valoriale, che li ha portati in pochi anni a passare da un’opposizione No Euro, al governo con la destra di Salvini, al governo con la sinistra, al governo con Mario Draghi. Un opportunismo che è stato animato molto dalla volontà di garantirsi prima la guida del governo e poi la guida di ministeri chiave.

Per i Verdi il M5s ha un problema di democrazia interna

Un elemento che fa ulteriormente pendere l'ago della bilancia sul no all'ingresso nel Gruppo Europarlamentare dei Verdi Europei è quello che per Europa Verde è un evidente problema di democrazia interna, per un partito che non ha mai tenuto un congresso, e che in passato ha espulso i suoi dissidenti. Anzi Europa Verde si spinge fino a dire che si tratta di "un movimento privo di democrazia interna", e che "l’intero Statuto dimostra che è un partito autocratico, dove gli organi collegiali sono pochi ed hanno un potere decisionale pressoché irrilevante", e in cui tutti i poteri sono concentrati nelle mani del presidente, l'unico che valuta le candidature alle cariche associative, sentito il garante che è Beppe Grillo.

"Tutta l’ascesa del M5S è stata contraddistinta da un attacco diretto e violento nei confronti delle istituzioni democratiche", si denuncia, con il Parlamento definito "una scatola di tonno da aprire con un apriscatole", e i Parlamentari chiamati in modo dispregiativo "casta". Non è un caso, si osserva nel dossier, il tentativo di impeachment nei confronti del Presidente
della Repubblica Mattarella, nel maggio 2018, da parte del M5S.

In conclusione:

da come si sono visti in azione in Italia, le motivazioni per le quali vogliono andare nel Gruppo Verdi/EFA al PE sono chiarissime: da una parte rivelano un opportunismo puro, rispetto al limbo dei non-iscritti in cui sono adesso, dall’altro manifestano il tentativo di rifarsi una verginità collocandosi in un gruppo politico autorevole, competente e degno di un rispetto, da non compromettere accogliendo i 5 Stelle.

La reazione del M5s

"Angelo Bonelli ed Eleonora Evi stanno alimentando una sterile polemica politica, farcita di falsità e bugie, solamente per contrastare l'ingresso del Movimento 5 Stelle nel gruppo dei Verdi europei al Parlamento Europeo. Già nei giorni scorsi abbiamo consegnato a una delegazione dei Verdi europei un documento per ristabilire la verità sul Movimento 5 Stelle e rispondere punto per punto alla ricostruzione palesemente fuorviante e distorta offerta dai due esponenti politici. A breve sul nostro blog pubblicheremo un post per fare trasparenza e chiarezza", fa sapere la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo.

"Innanzitutto – continua il M5S in Europa – non è assolutamente vero che l'Unione europea abbia bocciato il Piano energia e clima del governo Conte. Il dossier dei Verdi analizza la bozza del 2019, mentre il testo definitivo presentato a Bruxelles nel 2020 fissava dei target addirittura superiori rispetto a quelli stabiliti dalla Ue stessa. Non a caso la Commissaria europea Kadri Simson si è congratulata con il governo italiano il 19 febbraio 2020. Sull'Ex Ilva l'accordo con la proprietà Mittal, raggiunto nel dicembre 2020, prevedeva ben 2 miliardi di euro di investimenti sul piano ambientale, una novità assoluta".

"A Ischia, come è noto, non c'è stato nessun condono e l'amnistia fiscale di cui parlano i Verdi italiani era una proposta della Lega che, proprio grazie all'intervento del Movimento 5 Stelle, non è mai entrata nel dl fiscale. Sulla politica estera tutte le contestazioni offerte da Bonelli ed Evi sono imbarazzanti e pretestuose ed è assolutamente falso che il presidente Conte si sia schierato contro le sanzioni alla Russia. Noi non attaccheremo mai nessuno, ma ci difenderemo sempre e in ogni sede da calunnie e menzogne. La nostra battaglia politica in difesa dell'ambiente e della transizione sostenibile non arretrerà di un millimetro", concludono gli europarlamentari.

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