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Governo, Orlando (Pd) chiede tagliando e rimpasto dopo le elezioni: “Aprire fase nuova”

Il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, apre all’ipotesi di un rimpasto e di un tagliando al governo dopo il voto del 20 e 21 settembre: “Ora credo che si debba fare un tagliando per tener conto della fase nuova: non si tratta di dare peso a questo o quel partito ma di concentrarsi sui filoni che l’Europa considera centrali”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il viceesegretario del Pd, Andrea Orlando, chiede un tagliando al governo dopo le elezioni regionali del 20 e 21 settembre 2020. L’ex ministro della Giustizia apre anche all’ipotesi di un rimpasto, per cercare un nuovo equilibrio all’interno della maggioranza. Orlando parla a Radio 24: “Credo che a prescindere dalla riforma istituzionale non si tratti tanto di cambiare questo o quel ministro ma di aprire una fase nuova. Ci troviamo nella situazione di spendere 209 miliardi in un Paese che da molto tempo fa tagli e c’è una difficoltà a mettere in campo progettualità”. Le parole di Orlando arrivano in risposta all’ipotesi di un rimpasto dopo le elezioni.

Il vicesegretario del Pd prosegue: “Con chi lo deciderà Conte ma che si tratti di disporre la squadra in assetto diverso è un'esigenza che deriva da questa fase”. Alla domanda se “il Pd vorrà più peso”, Orlando risponde: “Non escludo che possa esserci un effetto sull'assetto del governo ma non mi pare questo la cosa più fondamentale. Ora credo che si debba fare un tagliando per tener conto della fase nuova: non si tratta di dare peso a questo o quel partito ma di concentrarsi sui filoni che l'Europa considera centrali”.

Orlando: leader Pd è Zingaretti, non Conte

Orlando si sofferma anche sulla situazione interna del Pd, rispondendo all’ipotesi che Conte possa diventare il nuovo leader dem: “Il leader del Pd è Zingaretti. Conte credo sia leader di una coalizione cui si riconosce di aver affrontato due passaggi non banali in modo positivo: il lockdown e il successo su tutto il fronte in Europa sul Recovery fund. Lo si vede anche dal fatto che la destra non spara più sull'Europa: è difficile farlo quando gli italiani leggono che arriveranno da lì 209 miliardi”.

Il commento sull'ipotesi del rientro di Renzi nel Pd

Sempre in tema di Pd, Orlando replica anche a Stefano Bonaccini, che ha aperto a un ritorno di Matteo Renzi nel partito: “Le considerazioni di Bonaccini sono legittime: mi chiedo se vadano fatte a una settimana dal voto, quando in tutte le regioni tranne le Marche Iv è contro il Pd e ha scelto il Pd come bersaglio. Adesso bisogna concentrarsi sulla campagna elettorale”. Infine, il vicesegretario del Pd parla anche delle elezioni regionali e della partita con il centrodestra, ritenuta “aperta ovunque. Con un tasso alto di indecisi tutto può succedere. Peserà molto il Covid, la preoccupazione: bisognerà spiegare che si può andare a votare in sicurezza. Ma non credo che ci sarà una sconfitta in Toscana e Puglia. Bisogna dire a chi va a votare che non si vota per il Parlamento ma si sceglie a livello regionale degli amministratori”.

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