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Giuseppe Conte, il tribunale dei ministri ha archiviato l’indagine sulla scorta per la compagna

Il tribunale dei ministri ha archiviato l’indagine nei confronti di Giuseppe Conte sull’uso della scorta da parte della compagna, Olivia Paladino. L’ex presidente del Consiglio era indagato per peculato. La procura di Roma aveva aperto un fascicolo in merito a un episodio risalente allo scorso 26 ottobre, quando la scorta dell’allora capo del governo era intervenuta per fare uscire Paladino da un supermercato, dove la donna si era rifugiata per evitare le domande di un cronista della trasmissione “Le Iene”.
A cura di Annalisa Girardi
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Non c'è stato alcun reato: il tribunale dei ministri ha archiviato l'indagine nei confronti di Giuseppe Conte sull'uso della scorta da parte della compagna, Olivia Paladino. L'ex presidente del Consiglio era indagato per peculato dopo che i pm della procura di Roma avevano aperto un fascicolo in merito a un episodio risalente allo scorso 26 ottobre, quando la scorta di Conte era intervenuta per fare uscire Paladino da un supermercato. La compagna dell'allora premier si era rifugiata nel negozio per evitare un inviato del programma televisivo "Le Iene", che l'attendeva fuori per chiederle dei problemi fiscali del padre. Erano allora intervenuti gli uomini della scorta dell'ex presidente del Consiglio che l'avevano riaccompagnata all'abitazione della coppia, nelle vicinanze.

Il problema evidenziato dai pm stava proprio nel fatto che Conte avrebbe "prestato" la propria scorta alla compagna. La procura di Roma aveva ricevuto un esposto da Roberta Angelilli di Fratelli d'Italia, che appunto ipotizzava un uso improprio della scorta da parte dell'ex capo del governo, e da prassi avevano inviato gli atti al tribunale dei ministri. Che ha però ora archiviato il caso.

"Mi accusano per un uso improprio della scorta, è completamente falso. La mia compagna non ha preso l'auto di scorta, non ho mandato la scorta, la scorta era lì per me, era in attesa che scendessi. L'uomo della scorta è intervenuto perché ha visto concitazione e trambusto", aveva commentato Conte all'epoca dei fatti. Sulla questione era anche intervenuta anche la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, che durante un'interrogazione parlamentare aveva spiegato quanto accaduto. La compagna di Conte  "appariva turbata" per l'insistenza del cronista, da cui era stata raggiunta sotto casa, per cui avrebbe deciso di rifugiarsi in un supermercato vicino. Il titolare del negozio, visto lo stato della donna, aveva quindi avvertito gli uomini della scorta che si trovavano nelle vicinanze. Erano infatti all'esterno dell'abitazione di Conte e Paladino, dal momento che l'allora premier era in casa, e hanno riaccompagnato la donna solo per pochi metri, per permetterle di risalire tranquillamente.

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