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Giovanni Brusca scarcerato, Letta: “La sua liberazione è un pugno allo stomaco”

Il segretario del Pd Enrico Letta sulla scarcerazione di Giovanni Brusca: “La liberazione di Brusca è un pugno nello stomaco. Tutti gli italiani si sono chiesti come sia possibile, ho letto le parole di Maria Falcone che dice che quella legge l’ha voluta suo fratello, ha consentito tanti arresti, tanti pentimenti, sono state scardinate tante attività mafiose”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il segretario del Pd Enrico Letta commenta la scarcerazione di Giovanni Brusca, uno degli esecutori materiali della strage di Capaci in cui venne ucciso il giudice Falcone, nonché il boss mafioso che fece sciogliere nell'acido il piccolo Giuseppe Di Matteo.

"La liberazione di Brusca è un pugno nello stomaco. Tutti gli italiani si sono chiesti come sia possibile, ho letto le parole di Maria Falcone che dice che quella legge l'ha voluta suo fratello, ha consentito tanti arresti, tanti pentimenti, sono state scardinate tante attività mafiose. Oggettivamente però è un pugno nello stomaco", ha detto il segretario dem, ospite di Rtl 102.5. Brusca, 64 anni, tra polemiche sempre più accese, è uscito con 45 giorni di anticipo, dopo aver scontato 25 anni di carcere. La sua collaborazione con la giustizia gli ha fruttato uno sconto di pena: le sue informazioni sono state preziose per diverse indagini per delitti di mafia, come l'omicidio a Palermo del giudice Rocco Chinnici, ne luglio del 1983, del commissario Beppe Montana, avvenuto a Santa Flavia nel luglio dell"85, del vicequestore Ninni Cassarà, ucciso a Palermo il 6 agosto del 1985.

Per questo, dopo essere stato catturato ad Agrigento il 20 maggio 1996 e poi condannato all'ergastolo, aveva già ottenuto uno sconto di pena, a 26 anni. Sarebbe stato rimesso in libertà nel 2022. Ma la pena si è accorciata ulteriormente per la "buona condotta". Gli ultimi calcoli prevedevano la scarcerazione a ottobre.

Il blocco dei licenziamenti

Matteo Salvini ha chiesto ieri a Enrico Letta un incontro per discutere dell'eventuale proroga del blocco dei licenziamenti, la cui scadenza è prevista per il 30 giugno. "Il confronto si fa – ha assicurato Letta – si farà, con la Lega e con gli altri partiti di maggioranza, su come far sì che i lavoratori italiani vivano la ripartenza della nostra economia in una situazione nella quale sono stati protetti dal blocco dei licenziamenti. Un blocco che ha protetto una parte dei lavoratori, ma tantissimi altri hanno perso il loro posto di lavoro nonostante queste norme, per un mercato ormai troppo precario".

"L'apertura di Salvini ieri? Si riferisce al blocco dei licenziamenti che noi volevamo prorogare, nel confronto interno al governo abbiamo chiesto di prorogarlo, soprattutto per i settori più colpiti – ha aggiunto Letta –. Su questo Salvini ci ha lasciato soli e ora interviene, per questo c'è scetticismo, noi siamo per la linearità". 

La dote ai 18enni

"In Italia la tassa di successione ha un gettito minimale, è un regalo che si fa ai ricchi del nostro paese. Non c'è nessun sudore a ereditare patrimoni milionari, uno dei capisaldi dello stato liberale è partire dallo stesso punto di partenza", ha detto ancora il segretario del Pd, parlando della proposta di concedere una dote ai 18enni. "In Italia non deve essere uno scandalo reintrodurre una tassa di successione sui patrimoni plurimilionari – ha aggiunto – riguarda l'1% della popolazione e mi sono stupito nel vedere l'altro 99% scandalizzarsi". 

Letta sui vaccini in vacanza

Secondo Enrico Letta la campagna vaccinale "va molto bene. Appena si sarà abbassata la pressione, la questione dei vaccini in vacanza diventerà più affrontabile", ha spiegato ai microfoni di Rtl 102.5. "Mi fido del generale Figliuolo e del ministro Speranza", ha aggiunto, "Deve essere un'estate di boom turistico".

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