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Giorno della memoria 2023, oggi le celebrazioni ufficiali. Meloni: “Infami le leggi razziali”

Oggi si celebra il Giorno della memoria, come ogni 27 gennaio, per ricordare le vittime della Shoah e le leggi razziali in Italia. Le celebrazioni ufficiali si terranno al Quirinale a partire dalle 10.
A cura di Luca Pons
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Oggi, 27 gennaio 2023, si festeggia il Giorno della memoria, in ricordo delle vittime della Shoah. Non solo, ma come recita la legge che nel 2000 ha istituito il Giorno della memoria in Italia, si commemorano anche "le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".

Gli eventi ufficiali per il Giorno della memoria 2023

La data del 27 gennaio è stata scelta perché corrisponde al giorno in cui il campo di concentramento di Auschwitz fu liberato, nel 1945, dall'esercito sovietico. Dal 2005, è una giornata riconosciuta a livello internazionale. Come ogni anno, in Italia si terranno diverse celebrazioni. Alle 10 di oggi inizieranno gli eventi commemorativi ufficiali al Quirinale, a cui parteciperà anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A partire dalle 11 la celebrazione si terrà al ministero dell'Istruzione, dove saranno premiate anche le scuole vincintrici del concorso "I giovani ricordano la Shoah". Il sito Internet del Senato ha dedicato una pagina a raccogliere testimonianze scritte e video per celebrare il Giorno della memoria.

Meloni: "La Shoah è l'abisso dell'umanità"

"La Shoah rappresenta l'abisso dell'umanità. Un male che ha toccato in profondità anche la nostra nazione con l'infamia delle leggi razziali del 1938. È nostro dovere fare in modo che la memoria di quei fatti e di ciò che è successo non si riduca ad un mero esercizio di stile", ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Anche Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, ha postato un messaggio per la commemorazione: "Non basta ricordare, come facciamo oggi, nel Giorno internazionale della memoria: non ha senso piangere gli ebrei uccisi se non si sta dalla parte di quelli vivi, delle Comunità Ebraiche che spesso anche oggi sono vittime di pericolosi atti di antisemitismo. Ma soprattutto non basta ricordare se non si difende lo Stato di Israele, che è una grande democrazia amica dell'Italia, è lo Stato degli Ebrei, che ha accolto i sopravvissuti all'olocausto, ed è la garanzia che nulla di simile potrà mai più accadere in futuro".

La Russa: "Le leggi razziali un'infamia, antisemitismo non deve più avere posto in Italia"

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, durante la commemorazione che si è tenuta ieri a Palazzo Madama, ha affermato che "il Senato è stato e sarà sempre in prima linea per diffondere il significato del Giorno della Memoria. Tutti abbiamo il dovere di non dimenticare e di far conoscere soprattutto alle generazioni più giovani il dramma e le atrocità che subirono gli ebrei, a partire dall'infamia delle leggi razziali italiane".

"È compito di tutti, a cominciare dalle più alte istituzioni, tramandare il ricordo affinché in futuro non si ripetano mai più simili tragedie", ha continuato La Russa. "È necessario guardare al presente e al futuro con la doverosa attenzione verso ogni forma di razzismo e di antisemitismo che non può e non deve mai più trovare cittadinanza in nessuna parte del mondo e, per quanto ci riguarda, nella nostra patria". Infine, il presidente del Senato ha ricordato che le leggi razziali in Italia furono disposte "con un'apposita norma, un'apposita legge, e forse il Senato potrebbe pensarci".

Fratoianni: "Non ci sia ambiguità su chi furono i carnefici e le vittime"

“Guai ad imprigionare il Giorno della memoria nella gabbia della ricorrenza burocratica. Dal 27 gennaio di ogni anno e per 365 giorni la Shoah deve essere ben viva ed attuale nel ricordo e nella conoscenza di quello che è stato, che potrebbe ripetersi e che deve essere impedito che si ripeta", ha detto Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana e parlamentare dell'Alleanza Verdi-Sinistra.

"Se non ci fosse stato il fascismo, se non ci fosse stato il nazismo, l’umanità si sarebbe risparmiata una tragedia così grande. Il modo migliore oggi per rendere omaggio ai milioni di vittime è non arrendersi mai ai pregiudizi, al razzismo, all’antisemitismo", oltre a "riconoscere senza ambiguità chi furono i carnefici e chi le vittime", ha continuato Fratoianni.

Infine, ha sottolineato, il Giorno della memoria significa anche "non dedicare nel nostro Paese sezioni di partito o associazioni a fascisti del passato per perpetuare il loro dannoso fascino nel presente e nel futuro, significa non glorificare quel ventennio terribile, significa non permettere che i neofascisti possano rialzare la testa".

Dureghello: "Troviamo nuovi modi di raccontare l'Olocausto ai giovani"

Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica di Roma, in un'intervista all'Agi ha sottolineato che è "doveroso, come abbiamo fatto in questi anni affidandoci all'arte, al cinema e al fumetto, trovare strumenti nuovi che siano di stimolo" per raccontare l'Olocausto subito dalla popolazione ebrea.

La questione sollevata da Dureghello è che  "a breve non ci saranno testimoni" diretti degli avvenimenti. "Dobbiamo allora usare i nuovi strumenti che ci permettono di vivere nel presente. Se noi usassimo i social per inserire i contenuti della Shoah piuttosto che permettere che siano altri a diffondere contenuti sbagliati, raggiungeremmo l'obiettivo di conservare la memoria e di fare in modo che sia parte di una cultura a tutto 360 gradi".

"Come ha detto tante volte Liliana Segre", ha continuato il presidente della comunità ebraica di Roma, "c'è il problema della zona grigia dell'indifferenza. Se c'è ribellione piuttosto che assuefazione davanti a un atto di antisemitismo come con un braccio alzato davanti a una scuola per fare una foto di gruppo o l'invio di un emoticon in una chat, allora possiamo ben sperare. Purtroppo non sempre accade".

L'Italia, nel fare i conti con il suo passato, "ha fatto il suo processo in ritardo, anche per pudore, vergogna, opportunità. Oggi si sente sempre di più una voce unanime che è motivo di riflessione. Ovviamente ci sono sempre sacche di imbecillità che devono essere definite come tali, e vanno tenute fuori".

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