128 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Generazione lockdown, 1 giovane su 6 ha perso il lavoro a causa della pandemia di Coronavirus

“La crisi economica innescata dal Covid-19 sta colpendo i giovani, e in particolare le donne, in modo più grave e veloce di qualsiasi altro gruppo. Se non agiamo immediatamente per migliorare la loro situazione, saremo destinati a fare i conti con l’eredità del virus per i prossimi decenni”: così il direttore generale dell’Organizzazione, Guy Ryder, presenta il report sull’impatto della pandemia nel mondo del lavoro.
A cura di Annalisa Girardi
128 CONDIVISIONI
Immagine

L'emergenza coronavirus sta avendo un gravissimo impatto sull'economia mondiale. Secondo l'Istat quest'anno nel nostro Paese circa 385 mila persone perderanno il lavoro. Negli Stati Uniti ad aprile la disoccupazione è arrivata al livello record del 14,7% (dal 4,4% di marzo), il tasso più alto mai registrato. Nel mondo intero saranno i giovani a pagare il prezzo più alto della crisi. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) afferma che un giovane su sei ha smesso di lavorare da quando è scoppiata la pandemia di coronavirus. In un report dell'agenzia delle Nazioni Uniti si sottolinea come i giovani siano stati colpiti in modo sproporzionato dalla pandemia rispetto ad altre fasce della popolazione. E tra questi sono le donne a subire l'impatto maggiore.

La pandemia, sottolinea l'Organizzazione internazionale del lavoro, sta provocando uno shock triplo per la popolazione più giovane. Infatti,  non solo questa si ritrova maggiormente esposta alla disoccupazione, ma l'emergenza sta anche stravolgendo completamente il settore dell'istruzione e della formazione, ponendo numerosi ostacoli a chi cerca di inserirsi nel mondo del lavoro. Già nel 2019, il tasso di disoccupazione era più elevato tra i giovani rispetto che ad ogni altra fascia di popolazione, arrivando a una media del 13,6%. L'anno scorso si calcolava che ci fossero circa 267 milioni di giovani senza un lavoro e non occupati in un percorso di educazione o formazione. Le persone tra i 15 e i 24 anni che invece avevano un lavoro erano comunque soggetti più vulnerabili, con paghe ridotte e situazioni contrattuali più fragili.

"La crisi economica innescata dal Covid-19 sta colpendo i giovani, e in particolare le donne, in modo più grave e veloce di qualsiasi altro gruppo. Se non agiamo immediatamente per migliorare la loro situazione, saremo destinati a fare i conti con l'eredità del virus per i prossimi decenni. Se il talento e le energie dei giovani saranno accantonati a causa di una mancanza di opportunità o capacità, il futuro delle nostre società ne risentirà e sarà molto più complicato ricostruire una migliore economia post coronavirus", ha detto il direttore generale dell'Organizzazione, Guy Ryder.

L'impatto sociale ed economico della crisi sui giovani rischia di essere tanto forte da avere ripercussioni sull'intera durata della loro vita lavorativa. Secondo il report i giovani del 2020 passeranno alla storia come la lockdown generation e dovranno fare i conti con gli effetti delle pandemia sul tessuto economico-sociale per tutta la durata della loro carriera. Su un totale di circa 178 milioni di lavoratori nel modo, oltre 4 su 10 giovani erano impiegati in settori che sono poi stati gravemente colpiti dalle misure di chiusura attuate in moltissimi Paesi per contrastare la diffusione del virus. Circa il 77% dei giovani lavoratori, più o meno 328 milioni di persone, svolgevano inoltre lavori non coperti da tutele economiche e sociali.

Il report sottolinea come affacciarsi sul mercato del lavoro in tempo di crisi vada a pregiudicare l'esperienza lavorativa per i decenni successivi. In condizioni economiche sfavorevoli i giovani finiscono spesso per accettare impieghi diversi da quelli a cui potrebbero aspirare con il loro background educativo, spesso finendo per ricevere stipendi ridotti e trovandosi ad affrontare un'altissima competizione per pochi posti di lavoro.

I giovani che hanno mantenuto il loro posto di lavoro durante l'emergenza coronavirus hanno comunque visto un taglio dell'orario di lavoro corrispondente circa al 23%. Il fenomeno interessa tutti i lavoratori, anche quelli più anziani che tendenzialmente ricoprono impieghi più stabili e tutelati. Il report sottolinea che nel primo trimestre 2020 è stato perso il 4,8% del totale delle ore di lavoro: una cifra corrispondente a circa 135 milioni di contratti full-time. I cali maggiori si sono registrati in America, Europa e Asia centrale. In conclusione, l'Organizzazione ribadisce l'urgenza di introdurre immediatamente delle misure a sostegno dei lavoratori e delle imprese, seguendo un piano fondato su quattro pilastri: stimolare economia e occupazione, sostenere l'attività imprenditoriale, proteggere i posti di lavoro e gli stipendi, e favorire il dialogo per cercare le soluzioni.

128 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views