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Fondi russi alla Lega: nemmeno Vannucci, il terzo italiano all’incontro di Mosca, risponderà ai pm

Nemmeno Francesco Vannucci, il terzo uomo dell’incontro al Metropol di Mosca, risponderà alle domande dei pm. Si è avvalso della facoltà di non rispondere, esattamente come Gianluca Savoini e Gianluca Meranda, gli altri due esponenti della Lega seduti al tavolo con i funzionari del Cremlino. E nel frattempo l’opposizione continua a chiedere trasparenza.
A cura di Annalisa Girardi
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Francesco Vannucci, l'ex bancario indagato nel quadro dell'inchiesta della procura di Milano sui presunti finanziamenti russi alla Lega, ha fatto sapere ai pm che non ha intenzione di rispondere alle loro domande. Vannucci adotta quindi la stessa scelta di Gianluca Savoini e Gianluca Meranda, le altre due figure al centro dell'inchiesta sui fondi russi che hanno partecipato all'incontro con i funzionari del Cremlino all'hotel Metropol di Mosca. Lo stesso Vannucci aveva confermato alle agenzie di stampa la sua presenza al famoso incontro, affermando: "Ho partecipato all'incontro all'hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre 2018 in qualità di consulente esperto bancario che da anni collabora con l'avvocato Gianluca Meranda".

Vannucci, confermando la sua identità aveva anche spiegato che lo scopo dell'incontro era "prettamente professionale", assicurando anche che si fosse svolto "nel rispetto dei canoni della deontologia commerciale". Al momento, però, rifiuta di rispondere alle domande della procura, avvalendosi della facoltà di non rispondere, esattamente come Savoini e Meranda. La scorsa settimana, gli uomini della Guardia di finanza erano entrati nella casa di Vannucci a Suvereto, in provincia di Livorno.

L'opposizione continua a chiedere trasparenza

Nel frattempo, l'opposizione continua a chiedere trasparenza sulla questione. Dalla pubblicazione degli audio che confermavano la presenza di alcuni esponenti del Carroccio ad un incontro con dei funzionari del Cremlino per trattare un accordo commerciale che avrebbe dovuto finanziare la campagna elettorale della Lega alle europee dello scorso 26 maggio, i parlamentari del Partito democratico continuano a chiedere a Matteo Salvini di riferire in Aula.

Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha confermato oggi di aver inoltrato al ministro per i rapporti con il Parlamento la richiesta di chiarimenti in sede istituzionale da parte del leader leghista, comunicando allo stesso tempo di non aver ancora ricevuto risposte dal Viminale. Il segretario dem, Nicola Zingaretti, ha commentato: "Un rifiuto grave. A Salvini è stata chiesta una cosa semplice: fare chiarezza in Parlamento sullo scandalo della Russia e i rapporti con la Lega. Perché non risponde? Perché scappa?". Dopodomani, mercoledì 24 luglio, sarà invece il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte a riferire in Parlamento sulla questione.

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