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Elezioni regionali Calabria 2020

Elezioni regionali, l’analisi sociale di Swg: come hanno votato donne, giovani e ceti bassi?

Come hanno votato le donne in Emilia Romagna e Calabria? E i giovani? Come si sono espressi i ceti popolari? Verso chi sono andate le preferenze nelle grandi città? Dopo le elezioni regionali di domenica 26 gennaio, l’istituto di sondaggi Swg ha esaminato tutti questi aspetti, fornendo un quadro del voto sui territori attraverso un’ analisi sociale.
A cura di Annalisa Girardi
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Una volta appurati i risultati delle elezioni regionali che domenica 26 gennaio hanno chiamato alle urne i cittadini di Emilia Romagna e Calabria, è tempo di fare un'analisi del voto. L'istituto di sondaggi Swg ha esaminato le preferenze degli elettori per segmenti sociali: è così risultato che in Emilia Romagna la maggior parte delle donne ha votato a sinistra, i giovani in Calabria hanno scelto invece le liste civiche, e il ceto popolare ha espresso il suo consenso verso il centrodestra. Sia in Emilia Romagna che in Calabria i ceti urbani si sono dimostrati più vicini all'area di centrosinistra, mentre le zone rurali e periferiche hanno preferito dare il proprio voto alla Lega. Ma vediamo il quadro specifico per ciascuna Regione emerso dalle rilevazioni di Swg.

Il voto in Emilia Romagna

Nella Regione che ha rieletto Stefano Bonaccini, il voto delle donne si è concentrato verso l'area democratica: il 37,3% delle donne ha infatti dato la sua preferenza al Pd (su una media del 34,7%). Il 30,6% delle cittadine ha invece scelto la Lega (contro una media regionale di due punti percentuali più alta). Voto simile per i giovani, di cui la maggior parte si è orientata verso il centrosinistra (32,6% contro il 26,1% che ha invece scelto la Lega). L'astensione tra le persone di età compresa tra i 18 e i 34 anni è di 41,4%.

Maggioranza dei voti per il Partito democratico anche per quanto riguarda le città: se nei capoluoghi per la maggioranza si è messa una croce sopra il nome di Stefano Bonaccini, nei centri più piccoli la maggior parte di preferenze sono invece andate a Lucia Borgonzoni. Nelle zone rurali e periferiche si è anche registrato un livello più alto di astensionismo rispetto ai centri urbani.

In Emilia Romagna i ceti popolari si sono schierati dalla parte della Lega, con il 39,2% contro una media del 32%. In questa fascia sociale alta anche l'astensione, al 48%. Una partecipazione più ampia al voto si è invece registrata per i ceti medi, che generalmente hanno votato in maniera piuttosto equa verso i due poli, con una leggera preferenza verso il Pd.

Il voto in Calabria

Se in Emilia Romagna il voto femminile si è espresso verso il centrosinistra, in Calabria è accaduto il contrario: la maggior parte delle donne ha infatti votato Jole Santelli, candidata di Forza Italia e vincitrice delle elezioni regionali. Molto alto, tuttavia, il livello di astensione tra le elettrici: questo infatti, tra le donne calabresi, si attesta intorno al 66,1% contro una media regionale del 57,5%. Stesso discorso per i giovani: il 60,8% infatti non si presenta alle urne. Per il resto, però, il voto delle giovani generazioni si è orientato verso le liste civiche, con il 41,6% contro la media generale del 36,2%.

Anche in Calabria i ceti popolari hanno preferito l'area del centrodestra, in particolare Forza Italia. Meno consensi per la Lega, che qui rimane intorno al 6,7%. L'astensione in questa fascia sociale di cittadini si è attestata al 51,9%, un livello inferiore alla media regionale. Anche il ceto medio ha concentrato il proprio voto sul centrodestra, anche se ciò non vuol dire che in larga parte non si sia espresso per l'area dem: infatti il 16,5% ha votato il Pd, contro una media del 15,2%. Per questo strato sociale l'astensione è stata oltre la media regionale, al 63,6%. Come per l'Emilia Romagna, anche in questo caso le grandi città hanno preferito il centrosinistra, mentre il mondo rurale ha per la maggior parte sostenuto Lega e Forza Italia.

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