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Draghi alla Cop26: “Il cambiamento climatico mette a rischio la sicurezza e la pace nel mondo”

Il presidente del Consiglio interviene a Glasgow all’inaugurazione della Cop26: “Il cambiamento climatico ha anche gravi ripercussioni sulla pace e la sicurezza globali”, avvisa. Poi pone l’accento sull’importanza del coinvolgimento delle nuove generazioni: “Dobbiamo coinvolgerli, ascoltarli e, soprattutto, imparare da loro”, ma anche “renderli orgogliosi”. In questo senso l’accordo raggiunto al G20 di Roma, per Draghi, è un punto di partenza.
A cura di Tommaso Coluzzi
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A Glasgow si apre la Cop26, conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, e il presidente del Consiglio interviene con un breve discorso nel giorno in cui cominciano i lavori. Mario Draghi parte proprio dai giovani, che negli ultimi anni hanno portato il tema del clima al centro del dibattito politico e per questo "dobbiamo renderli orgogliosi". L'aumento delle temperature globali "è destinato a influenzare la vita sul nostro pianeta in modo drammatico – assicura Draghi – Da incendi e inondazioni catastrofici, allo scolorimento delle barriere coralline e alla perdita di biodiversità, l'impatto del cambiamento climatico è già fin troppo evidente". Di conseguenza aumenta il costo in termini economici: "Per le famiglie e le aziende nei Paesi a basso e medio reddito ammonta a ben 390 miliardi di dollari l'anno".

Draghi lancia un messaggio chiaro: "Il cambiamento climatico ha anche gravi ripercussioni sulla pace e la sicurezza globali", perché "può esaurire le risorse naturali e aggravare le tensioni sociali" e "può portare a nuovi flussi migratori e contribuire al terrorismo e alla criminalità organizzata". Insomma, "il cambiamento climatico può dividerci". Ma "grazie a un costante dialogo e alla cooperazione, abbiamo compiuto buoni progressi nell'affrontare il cambiamento climatico". E qui il presidente del Consiglio cita il G20 di Roma che si è appena concluso: "Gli Stati membri hanno concordato che dobbiamo limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi e si sono impegnati a raggiungere emissioni nette pari a zero entro la metà del secolo – ricorda Draghi – Abbiamo deciso di intensificare le nostre azioni a partire da questo decennio, migliorare i nostri contributi nazionali determinati e interrompere il finanziamento pubblico internazionale del carbone entro la fine del 2021".

Ora, però, alla Cop26 "dobbiamo andare oltre, molto più di quanto abbiamo fatto al G20 – sottolinea Draghi – dobbiamo accelerare il nostro impegno per contenere l'aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi" e "dobbiamo basarci sull'accordo del G20 e agire in modo più rapido e deciso". Il presidente del Consiglio insiste anche sulla necessità di gestire al meglio i finanziamenti pubblici e privati per il clima: "Ci sono decine di migliaia di miliardi di dollari, ma ora dobbiamo utilizzarli – spiega Draghi – Ora dobbiamo trovare modi intelligenti per spenderli, e spenderli velocemente". Servono programmi specifici e l'apporto della Banca Mondiale. "I soldi non sono un problema, se vogliamo usarli bene". Poi il presidente Draghi conclude come ha iniziato, con i giovani: "Le generazioni future ci giudicheranno per ciò che otteniamo o che non riusciamo a raggiungere – ricorda – Dobbiamo coinvolgerli, ascoltarli e, soprattutto, imparare da loro".

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