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Dpcm Green Pass, cosa rischia chi non controlla: sanzioni da 400 a 1000 euro per il datore di lavoro

Nelle FAQ di Palazzo Chigi, sui due Dpcm firmati oggi dal presidente del Consiglio Mario Draghi, in vista dell’entrata in vigore del green pass in tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati, dal prossimo 15 ottobre, viene specificato che il dipendente sprovvisto di certificazione verde “è soggetto, con provvedimento del Prefetto, a una sanzione amministrativa che va da 600 a 1.500 euro”.
A cura di Annalisa Cangemi
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A tre giorni della partenza del green pass obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro, il presidente del Consiglio Mario Draghi, ha firmato i due dpcm che definiscono le regole che i dipendenti e i datori di lavoro dovranno seguire a partire da venerdì 15 ottobre. La certificazione verde sarà richiesta per legge in tutte le aziende, pubbliche e private. Ma quali sanzioni scattano per il datore di lavoro che non effettua le verifiche previste per legge? Nelle Faq diffuse da Palazzo Chigi viene chiarito che il datore di lavoro che non controlla il rispetto delle regole sul green pass rischia una sanzione amministrativa che va da 400 a 1.000 euro.

Cosa succede se un lavoratore non ha il green pass?

Nelle Faq diffuse da Palazzo Chigi si spiega che il lavoratore senza green pass, sia nel pubblico sia nel privato, verrà considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione del green pass; nel caso di aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta. Il datore di lavoro deve poi effettuare una segnalazione alla Prefettura ai fini dell’applicazione della sanzione amministrativa".

Quali sanzioni rischia il lavoratore

Sempre nelle Faq si precisa che il dipendente che accede al luogo di lavoro senza green pass rischia una sanzione amministrativa che va da 600 a 1.500 euro. "Vengono poi applicate anche le sanzioni disciplinari eventualmente previste dai contratti collettivi di settore. Oltre alla retribuzione, non sarà più versata al lavoratore senza green pass qualsiasi altra componente della retribuzione, anche di natura previdenziale, avente carattere fisso e continuativo, accessorio o indennitario, previsto per la giornata di lavoro non prestata". Inoltre i giorni di assenza ingiustificata non vengono conteggiati per la maturazione delle ferie, e comportano la perdita dell'anzianità di servizio.

Come devono avvenire i controlli del green pass

Secondo le linee guida che sono state emanate con il dpcm del 12 ottobre ogni amministrazione e ogni azienda è autonoma nell'organizzare i controlli. I datori di lavoro definiscono le modalità operative per l'organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo però, se possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell'accesso ai luoghi di lavoro, cercando comunque di evitare ritardi o code all'ingresso. Gli stessi datori di lavoro individuano, con atto formale, i soggetti incaricati dell'accertamento delle violazioni. Nelle pubbliche amministrazioni l'accertamento, che dovrà avvenire su base giornaliera, prioritariamente nella fascia antimeridiana della giornata lavorativa, potrà essere generalizzato o a campione, purché in misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio e con un criterio di rotazione che assicuri, nel tempo, il controllo su tutto il personale dipendente.

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