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Dl Rilancio, niente scudo per chi regolarizza i lavoratori in nero: c’è l’accordo Pd-5S sui migranti

Dopo due giorni di liti e trattative, c’è l’intesa nella maggioranza sulla regolarizzazione dei migranti: la norma interessa stranieri e lavoratori italiani impiegati come braccianti, colf e badanti. Crimi: “Raggiunto un accordo che ritengo soddisfacente, frutto di un testo modificato e migliorato rispetto a quello di domenica scorsa, che accoglie nostre esplicite richieste e mette al centro il lavoro regolare”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Era uno dei nodi più complicati, insieme a quello delle coperture. Dopo una lunga e difficile mediazione è stato raggiunto nella maggioranza l'accordo sulla regolarizzazione dei migranti, e la norma sarà contenuta nel dl Rilancio da 55 miliardi , che dovrebbe essere varato oggi dal Cdm. La prima conferma è arrivata poco prima di mezzanotte da Pd e Movimento Cinque Stelle. Pare che la negoziazione sia stata portata a buon fine grazie all'intervento del ministro Peppe Provenzano (Pd), con l'appoggio di Italia Viva e Leu, e del reggente del M5s Vito Crimi. La norma interessa migranti e lavoratori italiani impiegati come braccianti, colf e badanti. Rispetto alla prima bozza sarebbero state introdotte alcune modifiche che meglio chiariscono i meccanismi di regolarizzazione e le esclusioni dalla sanatoria per chi sia stato condannato per reati come il caporalato o lo sfruttamento della prostituzione o dell'immigrazione clandestina, precisazioni che era state richieste dal M5s che si era opposto appunto a uno scudo penale per i datori di lavoro. Restano quindi i due binari definiti dal Viminale per l'emersione del lavoro in nero e i permessi di soggiorno temporaneo ai lavoratori stranieri.

"Sul tema dei lavoratori stagionali colf e badanti è stato raggiunto un accordo che ritengo soddisfacente, frutto di un testo modificato e migliorato rispetto a quello di domenica scorsa, che accoglie nostre esplicite richieste e mette al centro il lavoro regolare", ha confermato il capo politico del Movimento 5 Stelle Crimi.

"L'accordo sulle regolarizzazioni dei lavoratori è stato raggiunto. Anche per colf e bandanti. E anche per gli italiani. Non per le braccia, ma per le persone. Non era questione di bandierine, ma di dare risposte a chi aspettava da tempo legalità e diritti", ha twittato il ministro dem Provenzano.

Dopo due giorni di liti, che avevano fatto slittare il Consiglio dei ministri, Conte aveva provato a mediare: "Regolarizzare per un periodo determinato migranti che già lavorano sul nostro territorio significa spuntare le armi al caporalato, contrastare il lavoro nero, effettuare controlli sanitari e proteggere la loro e la nostra salute tanto più in questa fase di emergenza sanitaria".

Il nodo coperture

Per quanto riguarda le coperture del decreto da 55 miliardi, che mobilita 130 miliardi di mobilità, arrivano 10 miliardi per ulteriori settimane di Cig, 4 miliardi e mezzo per il bonus autonomi, 4 miliardi per il taglio dell'Irap e 6 miliardi per le pmi, 2 miliardi per l'adeguamento di negozi e attività produttive alle norme anti Covid, 2 miliardi per misure fiscali, 2,5 miliardi per il turismo e la cultura, 5 per sanità e sicurezza, 12 miliardi di liquidità agli enti locali per il pagamento tempestivo dei propri debiti nei confronti dei fornitori, azzeramento dell'Iva per i dispositivi di protezione individuali, 500 milioni per colf e badanti. Dopo i problemi emersi al tavolo tecnico, in particolare sulle coperture della cassa integrazione, il ministero dell'Economia ha fatto sapere che non ci sono problemi sulle risorse.

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