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Discoteche aperte in Sardegna, il consigliere regionale: “Contagi risalivano, abbiamo rischiato”

“Non si trattava di tenere aperte le discoteche fino al 31 agosto, così avremmo ammazzato la Sardegna, era questione solo di uno o due giorni, fino a Ferragosto”: così il consigliere regionale di Forza Italia in Sardegna, Angelo Cocciu, racconta alla trasmissione Report cosa è successo quest’estate, quando un’ordinanza ha permesso che le discoteche rimanessero aperte nonostante la risalita dei contagi. Dietro il provvedimento, le pressioni dei gestori dei locali, che avevano stretto contratti fino ad alcune centinaia di migliaia di euro con importanti dj per la notte di Ferragosto.
A cura di Annalisa Girardi
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Mentre il Paese affronta la seconda ondata di contagi da coronavirus, sorgono sempre più domande su quanto si sarebbe potuto fare per evitare un'escalation di nuovi casi e sugli errori commessi quest'estate. Ci si chiede quindi perché in alcune Regioni, come in Sardegna, le discoteche e i luoghi della movida siano rimasti aperti fino all'ultimo, quando già si contavano diversi focolai. È Angelo Cocciu, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale sardo, a raccontare in un'intervista alla trasmissione Report su Rai3 che cosa è accaduto in quei giorni, spiegando come la politica avesse ricevuto pressioni da imprenditori e gestori delle discoteche per lasciare tutto aperto almeno durante la settimana di Ferragosto. Altrimenti avrebbero dovuto pagare penali molto salate a dj e altri ospiti, anche fino a diverse centinaia di migliaia di euro.

"Si trattava di lasciare aperte le discoteche solo qualche giorno in più, fino a Ferragosto: lo sapevamo che i contagi stavano salendo, abbiamo rischiato", ammette Cocciu. Spiegando che già verso l'8 e il 9 agosto ci si inizia a rendere conto della risalita dei nuovi casi di Covid-19 nell'isola. "Non si trattava di tenere aperte le discoteche fino al 31 agosto, così avremmo ammazzato la Sardegna, era questione solo di uno o due giorni", sottolinea ancora il consigliere regionale, che fa parte della maggioranza a sostegno del governatore Christian Solinas.

Raccontando anche che durante un Consiglio regionale in quei giorni sono arrivate più di venti telefonate da imprenditori e gestori delle discoteche, che chiedevano una mano alla politica per tenere aperti i locali ancora un po', nonostante i contagi fossero di nuovo in salita. Pressioni che hanno portato in effetti i capigruppo a chiedere al presidente Solinas di attendere ancora qualche giorno. Il motivo? Le discoteche, specialmente nella settimana di Ferragosto, avevano firmato contratti dal valore fino ad alcune centinaia di migliaia di euro con importanti dj. Tra queste locali come il Billionaire di Flavio Briatore. Ma anche il Phi Beach a Porto Cervo, che aveva contratti da 200 a 500mila euro per la notte di Ferragosto, riferisce ancora Cocciu. Se le discoteche fossero state costrette a chiudere, oltre alla perdita per quelle serate, avrebbero anche dovuto pagare penali salatissime.

Il Dpcm del governo del 7 agosto chiudeva le discoteche lasciando però alle Regioni la liberà di agire diversamente: e infatti l'11 agosto un'ordinanza della Regione Sardegna decise di tenere aperti i locali fino a fine mese. Questa però fu revocata molto prima, il 16 agosto. Subito dopo la notte di Ferragosto.

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