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Di Maio difende il decreto dignità: “La precarietà è una sciagura per lavoratori e imprese”

Il vicepremier Luigi Di Maio difende sul Blog delle Stelle il suo decreto dignità dalle “critiche di quei politici che hanno ridotto l’Italia così come è oggi”. Per gli imprenditori misure fiscali, per i lavoratori “un freno ai contratti a termine”; l’Italia è poi la prima in Ue a vietare la “la pubblicità sull’azzardo”.
A cura di Giorgio Tabani
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"In questi giorni ci stanno arrivando mille critiche ma anche un milione di apprezzamenti". Queste le parole del vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio sul decreto dignità, in un post ospitato sul Blog delle Stelle. "È curioso perché le critiche arrivano da quei politici che hanno ridotto l’Italia così come è oggi. Comunque, adesso ve lo spiego brevemente così capite perché la vecchia politica è in agitazione". Di Maio inizia rivendicando che il fatto che il Movimento 5 Stelle non sia né di destra né di sinistra e che quindi il "governo fa le cose in base alle esigenze dei cittadini, non in base ai vecchi dettami ideologici"; le esigenze di "quelle persone a cui la vecchia politica ha tolto l’entusiasmo di lavorare, di fare impresa, di progettare un futuro".

Per il vicepremier occorre riconoscere che "la precarietà è una sciagura economica per i lavoratori come per le imprese" in quanto anche queste ultime ne risentono quando "i consumi crollano e quindi anche i profitti". Infatti non è la precarietà che vogliono gli imprenditori, ma "essere lasciati in pace", riconoscendo la "loro dignità di uomini che fanno impresa per il bene della comunità" e non trattandoli invece "come compilatori di scartoffie o peggio come mucche da mungere". Di Maio elenca quindi le "tre buone notizie per i piccoli imprenditori":

Uno: abbiamo eliminato lo spesometro – c'è solo un ultimo adempimento a febbraio e poi scompare.
Due: abbiamo disattivato il redditometro.
Tre: abbiamo abolito lo Split Payment per le partite Iva.

Per i lavoratori, si è invece "messo un freno ai contratti a termine", ricordando come "nel 2017 l'84% dei nuovi contratti è stato a termine". Con le nuove regole:

I contratti a termine senza causale non potranno avere una durata superiore a 1 anno. Finora, invece, potevano essere di 3 anni. Dopo un anno, si possono rinnovare soltanto per un massimo di un altro anno, ma con l’obbligo di indicare la causale. Se c’è una causale per un rinnovo a termine, la durata è di 2 anni al massimo.Un datore di lavoro può prorogare i contratti a termine non più 5, ma 4 volte. E anche ai lavoratori interinali sono estese queste nuove tutele contro il precariato.

Un altro punto fondamentale del decreto è "la lotta alla delocalizzazione", sancendo il principio per cui:

chi sfrutta lo Stato, prendendo soldi pubblici e andandosene in un altro Paese europeo, deve restituire tutto fino all’ultimo centesimo, più gli interessi. Per chi delocalizza fuori dall’Unione europea, scattano anche le sanzioni fino a 4 volte l’importo ricevuto.

Allo stesso tempo il vicepremier assicura di non voler solo punire le aziende, ma anzi il suo obiettivo sarà di convincerle a "scegliere sempre l'Italia" e poi  "invogliarle a rimanere qui", attraverso un programma di "sgravi fiscali e anche a una giustizia che finalmente funzioni rapidamente".

Come ultimo punto Di Maio rivendica che "l'Italia è il primo Paese europeo in cui è vietata la pubblicità e la sponsorizzazione dell'azzardo", ricordando come "dagli ultimi dati oltre 1 milione di persone in Italia sono ‘azzardopatici’, un ragazzo minorenne su due ha giocato d'azzardo". Concludendo il capo politico del Movimento 5 Stelle riconosce che "il decreto dignità non risolverà in un colpo tutti i problemi degli italiani" ma si tratta solo di un primo passo. "Adesso la palla passa al Parlamento. Sono certo che la nostra maggioranza sosterrà ed eventualmente migliorerà questo decreto".

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