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Destra attacca sindacati sullo sciopero, Landini: “Draghi cercava mediazione, bloccato dai partiti”

La destra (con Italia Viva e Azione) attacca i sindacati per lo sciopero generale convocato il 16 dicembre (senza la Cisl). Da sinistra, invece, titubanza e il leader del Pd Enrico Letta non prende posizione. Intanto Landini spiega: “Draghi cercava una mediazione, ma è stato messo in minoranza dai partiti”.
A cura di Annalisa Girardi
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C'è ancora una possibilità di dialogo prima dello sciopero generale annunciato per il 16 dicembre. L'hanno annunciato i leader di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, ieri in conferenza stampa. Per poi puntare il dito contro i partiti: "Draghi ha tentato la mediazione, ma è stato bloccato dai partiti", ha aggiunto Landini in un'intervista con Repubblica, spiegando che il presidente del Consiglio aveva cercato un punto d'incontro proponendo di escludere per un anno dai benefici fiscali fissati in manovra i redditi oltre i 75 mila euro. "Su questo è stato brutalmente messo in minoranza", ha proseguito.

Intanto il leader della Lega, Matteo Salvini, ha attaccato la decisione della parti sociali, meno la Cisl che non ha aderito all'iniziativa: "È inspiegabile e irresponsabile la scelta della Cgil di indire uno sciopero poco prima di Natale, dopo che il governo ha tagliato le tasse anche per i dipendenti e i pensionati. Ringrazio la Cisl per il senso di responsabilità che dimostra", ha detto. Spalleggiato da Forza Italia che, seppur con toni più moderati, ha evidenziato come lo sciopero rappresenterebbe un "danno per la ripresa economica".

Durissimo Carlo Calenda: "Vogliono solo dimostrare di esistere. È una strategia sbagliata che li porterà all'irrilevanza, si dissolveranno". Si parla di "errore clamoroso" anche da Italia Viva. Dal Partito democratico arriva invece  titubanza. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, pur definendosi sorpreso dalla scelta visto il confronto portato avanti in questi mesi, ha definito "legittima la scelta del sindacato, rispettabile, ma non la definirei affatto scontata o dovuta". Antonio Misiani, responsabile economico in area dem, da parte sua ha garantito che il confronto proseguirà "a maggior ragione dopo la proclamazione dello sciopero generale". Nessuna presa di posizione, infine, dal segretario del Pd Enrico Letta, che cerca ancora in qualche modo di trovare unità sul tema.

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