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Dl sicurezza, Elena Fattori (M5s): “Su voto fiducia uscirò dall’Aula, governo rispetti i programmi”

Durante il voto di fiducia posto sul decreto sicurezza, la senatrice ‘dissidente’ del M5s, Elena Fattori, lascerà l’Aula: ad annunciarlo è lei stessa in un’intervista a Fanpage.it, sottolineando che un caso del genere “non si deve più verificare, non è una esperienza che va replicata”. “Il governo – accusa – dovrebbe rispettare i programmi, sicuramente c’è un decreto che segna un cambio di modalità non condivisibile”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Elena Fattori è una dei quattro ‘dissidenti’ – così sono stati definiti – del MoVimento 5 Stelle che si sono detti negli scorsi giorni contrari all’approvazione del decreto sicurezza, voluto da Matteo Salvini, senza ingenti modifiche. Le proposte emendative sono state bocciate e il governo ha deciso di porre la questione di fiducia sul provvedimento per non rischiare, soprattutto al Senato, dove i numeri sono risicati. Voto di fiducia che non verrà espresso da Elena Fattori, secondo quanto anticipa la stessa senatrice raggiunta telefonicamente da Fanpage.it. Ma non ci sarà un voto contrario, al massimo la Fattori uscirà dall’Aula. “Ora mi leggo il maxi-emendamento – spiega – se non dovesse avere i correttivi che abbiamo chiesto da tempo penso che uscirò dall’Aula”.

Ma nessun voto contrario, assicura. Non un segno di debolezza e di cedimento nei confronti del M5s, secondo lei: “La fiducia è diversa da un voto, il punto è che io voglio che questo governo faccia le cose che ha promesso, quindi il disegno di legge sulla giustizia, il reddito di cittadinanza e via dicendo. Questo provvedimento non è votabile, poi vediamo come andare avanti”. Però, ci tiene a ribadire, “uscire dall’Aula è una cosa seria”. Un segno di protesta che fa emergere la sua delusione: “Non si deve più verificare, non è una esperienza che va replicata”, dice riferendosi a quanto sta avvenendo sul decreto che riguarda sicurezza e immigrazione.

I punti critici del decreto

Secondo la senatrice Fattori, ci sono molti punti critici: “Questioni di incostituzionalità, punti che non rispettano i trattati internazionali, si sposta l’accoglienza nelle mani dei privati, si dà ai grandi centri senza gara di evidenza pubblica, si abolisce lo Sprar, l’unico modo per gestire i richiedenti asili in maniera virtuosa, e poi si revoca la protezione umanitaria che essendo retroattiva crea nuovi clandestini, il contrario di quello che si voleva fare”. Questo provvedimento, sottolinea, “aveva molti punti da correggere”. Eppure, un margine ancora c’è: “Sono sempre ottimista, magari con il maxi-emendamento si corregge”, afferma ancora.

La crisi interna al M5s

Quando le si chiede se il MoVimento 5 Stelle stia subendo una deriva a destra, Fattori risponde che il M5s “non è il governo”, ma “un popolo abbastanza ampio di persone che è sempre lo stesso: il governo dovrebbe rispettare i programmi, sicuramente c’è un decreto che segna un cambio di modalità non condivisibile”.

E il rischio che venga tradito questo popolo è concreto: “Il programma è l’opposto di questo decreto, ho fatto incontri pubblici con Di Maio che dichiarava che l’accoglienza deve essere pubblica per stroncare gli interessi, qua si fa l’opposto”. Ma il problema, per Fattori, non sembra essere Di Maio, tanto che a precisa domanda replica: “Credo sia un problema di questa alleanza che va risolto, non si possono fare i provvedimenti una volta io e una volta tu. Bisogna trovare un punto di caduta su tutti i provvedimenti”.

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