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D’Alema a tutto campo: “Renzi messinscena. Avrei voluto Rodotà premier”

L’ex presidente del consiglio va all’attacco del sindaco di Firenze e rivela retroscena sull’elezione del Presidente della Repubblica.
A cura di D. F.
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Il ritorno di Massimo D'Alema. L'ex presidente del consiglio ha affidato ad un libro edito da Laterza e scritto da Marco Damilano – “ Chi ha sbagliato più forte. Le vittorie, le cadute, i duelli dall’Ulivo al Pd – delle riflessioni sullo stato della politica italiana, in particolar modo del centrosinistra. In un capitolo, riportato dall'Espresso, ha dedicato l'attenzione alla vicenda dell'elezione del Presidente della Repubblica. In un passaggio D'Alema spiega: "Nelle ore che precedettero le votazioni per il presidente della Repubblica ho parlato al telefono con Prodi, era ancora in Africa, è stata una conversazione molto sincera e amichevole. Lo avvertii che il modo in cui si era giunti alla sua candidatura, dopo la liquidazione di Franco Marini, rischiava di esporlo a una vera e propria trappola. Non è vero che quella mattina tutti applaudirono Prodi, nessuno si è dato pena di sapere cosa è successo quella mattina. Non c’ero, ma me l’hanno raccontato in tanti: i parlamentari si sono trovati di fronte a quella che è stata da molti vissuta come una scelta imposta, come una decisione contraddittoria, non discussa. In sala c’era la metà di chi avrebbe dovuto partecipare, c’è stato l’applauso di alcuni, c’è stato l’errore grave di chi non era d’accordo, avrebbe dovuto parlare e non lo ha fatto (…). Trovo grave che dopo il disastro che era accaduto con Marini la segreteria non abbia sentito il dovere di aprire una discussione politica: si poteva votare scheda bianca e intanto riflettere su cosa fare".

L'ex premier ha rivelato anche un altro retroscena su Stefano Rodotà. Parlando con Bersani – racconta D'Alema – "Gli dissi di stare attento, era il segretario del partito che aveva la maggioranza alla Camera ed era la chiave della maggioranza presidenziale, era in una posizione di forza, insistere per farsi dare l’incarico di formare il governo lo avrebbe invece seriamente indebolito. Gli consigliai di fare un gesto, di cambiare lo scenario, di candidare Rodotà alla guida del governo. Il Movimento 5 Stelle sarebbe stato messo in diffcoltà e forse la legislatura sarebbe cominciata diversamente (…)".

Ma D'Alema dedica parole durissime a Matteo Renzi, l'uomo che lo ha "rottamato" ed è ora candidato alla segreteria del Partito Democratico. Il sindaco di Firenze viene definito come l'"ennesima messinscena". "Renzi è figlio del nostro tempo. Di un’idea della politica molto esteriore, non so quali capacità effettive di governo abbia". E ancora: "Ritengo sbagliata la pretesa di Renzi di impadronirsi del partito con l’idea di farne il tramite per la presidenza del Consiglio. È un errore grave, destinato a creare una ferita seria e rendere il suo cammino verso la premiership non più agevole ma più difficile. Non so che cosa possa accadere, c’è una parte del nostro mondo che per protesta adesso lo sostiene, vedo anche episodi di opportunismo. Non so se Renzi abbia davvero voglia di impegnarsi a fare il segretario del partito e comunque temo che lo guiderebbe in un quadro di fortissima confittualità. Rischia di logorarsi, e per non logorarsi ha una sola via d’uscita: logorare il governo Letta. Ma non è il Pd che può assumersi la responsabilità di far cadere il governo Letta per la fretta di qualcuno".

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