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Crisi in Ucraina, per Salvini le sanzioni alla Russia sono l’ultima delle soluzioni possibili

Secondo il leader della Lega, nonostante il riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass da parte di Putin, non bisogna imporre sanzioni alla Russia e procedere con un approccio dialogante.
A cura di Giacomo Andreoli
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«Le sanzioni contro la Russia sono l'ultima delle soluzioni». Matteo Salvini, parlando della crisi in Ucraina a margine di un'iniziativa per la giornata nazionale del Braille, non ha dubbi: sì a lavorare per la pace e il dialogo, ma no ad azioni, che secondo lui, sono ancora troppo estreme.

«Quanto hanno funzionato le precedenti sanzioni? – si chiede in modo retorico il leader della Lega- Quanto sono servite? E quanto sono costate all'Italia?». Il riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass (Donetsk e Luhansk) da parte del premier russo Vladimir Putin e la loro possibile invasione, quindi, non sono al momento abbastanza per il numero uno del Carroccio. Tuttavia si dice d'accordo con quello che sta facendo il premier Mario Draghi e spiega che l'Italia al momento ha una posizione equilibrata e dialogante, a differenza di altri Paesi «che sarebbero già in guerra domani». Insomma, più diplomazia e meno attacchi verbali e minacce, ritenute da lui troppo pesanti e controproducenti, alla Russia.

Nonostante la vicinanza tra la Lega e il partito di Putin "Russia Unita", Salvini condanna poi «ogni lesione e superamento dei confini, che sono sacri e non si violano: i carri armati non mi piacciono». E spiega di non "tifare" per Mosca, ma per la pace.

Stato di emergenza, Salvini: "Se finisce il 31 marzo si torna a vivere"

Il leader del Carroccio è poi intervenuto sul Green pass e il rallentamento delle restrizioni, dopo l'emendamento promosso ieri dalla Lega per eliminare il certificato verde dal 31 marzo, bloccato dalla maggioranza. Per Salvini «non ci sono problemi» con gli alleati e «se cade lo Stato di emergenza, deve cadere anche tutto quello che si porta dietro e si torna a vivere».

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