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Covid, crollano le quarte dosi di vaccino e i morti tornano ad aumentare: il monitoraggio di Gimbe

La nuova analisi settimana della fondazione Gimbe sul Covid-19 in Italia mostra che il numero di quarte dosi somministrate continua a rallentare: meno di uno su tre l’ha fatta. Intanto, aumentano i decessi. Vanno bene, invece, gli altri indicatori della pandemia: calano nuovi positivi e ricoveri.
A cura di Luca Pons
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Nell'ultima settimana è continuato il "crollo delle somministrazioni" di quarte dosi di vaccino anti-Covid che "prosegue da oltre un mese". A segnalarlo è stato Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, nel nuovo monitoraggio settimanale sul Covid-19 in Italia. Nonostante gli altri indicatori vadano bene, infatti – i nuovi positivi sono in calo, così come i ricoveri – le quarte dosi continuano a rallentare da settimane. E negli ultimi sette giorni sono tornati ad aumentare anche i decessi: 299, contro i 279 della settimana precedente.

Giù i nuovi positivi, anche se il numero è sottostimato

Come detto, è in calo il numero di nuovi positivi. Nella settimana tra il 10 e il 16 febbraio sono stati 28.347, contro i 30.901 dell'analisi precedente: è un calo dell'8,3%. Si tratta di un numero "ampiamente sottostimato", ha sottolineato Cartabellotta, data la diffusione dei tamponi fai-da-te e il calo dei tamponi fatti in farmacia.

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I tamponi totali (esclusi quelli fai-da-te) nella settimana sono scesi a 536.080, un -2% rispetto alla settimana prima. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 6,5%, un calo compensato in parte dall'aumento del 14% per i molecolari. È sceso anche il tasso di positività, cioè il numero di tamponi risultati positivi sul totale: da 5% al 4,2% per i molecolari, dal 5,8% al 5,7% per i rapidi.

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Tornando ai numeri suoi nuovi positivi, i casi di contagio sono diminuiti in quasi tutte le Regioni, ma ci sono state quattro eccezioni: Lazio (+1,2%), Campania (+2,1%), Friuli-Venezia Giulia (+2,5%) e infine Molise (+7,7%). Il calo più pronunciato è stato nelle Marche, dove i nuovi casi sono scesi di quasi un terzo (-31,9%). Quello più lieve in Basilicata, dove il numero di positivi rilevati è sceso del 3,4%. Tra le province, i casi sono aumentati in 25 casi, e soprattutto a Sondrio (+57,1%), Rieti (+38,4%) e Trapani (+37,4%). La diminuzione, tra le altre 78 province, è stata più forte a Macerata (-53,4%), Ragusa (-52,6%) e Vibo Valentia (-48,1%).

Meno ricoverati in ospedale, ma i morti da Covid tornano a salire

Guardando ai ricoveri in ospedale, la situazione è in miglioramento. Il numero di persone ricoverate con sintomi in area medica è sceso del 7,5% (259 persone in meno). I posti letti occupati sono passati da 9.764 (il picco raggiunto circa due mesi fa, il 12 dicembre) a 3.200. In area medica, il tasso di occupazione – cioè il numero di letti occupati da pazienti Covid sul totale – è al 5%, con picchi del 15% in Umbria.

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Lo stesso vale per la terapia intensiva, dove è diminuito il numero di pazienti complessivo (9 in meno, pari a un calo del 5,5%). Dall'apice di 347 posti occupati, registrato sempre ili 12 dicembre, si è arrivati oggi a 154. Il tasso di occupazione, in questo caso, è all1,6%. In diverse Regioni i reparti di terapia intensiva non hanno alcun paziente Covid (Basilicata, Marche, Molise, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento e Valle D'Aosta), mentre il dato più alto è in Emilia-Romagna (3,6%).

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Si registra un aumento, invece, nei decessi. I morti per Covid-19 nell'ultima settimana sono stati 299. È un aumento del 7,2% rispetto alla settimana precedente, quando erano stati 279. In media, si parla di circa 43 morti al giorno, contro i 40 della precedente rilevazione.

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Quarte dosi di vaccino sempre più lente, meno di uno su tre l'ha fatta

Per quanto riguarda le vaccinazioni, la copertura delle prime dosi di vaccino anti-Covid in Italia è all'88,8%. Ci sono circa 6,43 milioni di persone che potrebbero fare la prima dose immediatamente, ma ancora non l'hanno fatta. La percentuale di non vaccinati è la più alta nella Provincia autonoma di Bolzano (14,7%) e la più bassa nella Provincia autonoma di Trento (7,4%).

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È su alti livelli anche la copertura della terza dose di vaccino, che è arrivata all'87,3% della platea. Coloro che potrebbero riceverla, ma non l'hanno fatta, sono 6,04 milioni di persone secondo le analisi di Gimbe. A questi si aggiungono 1,2 milioni di persone che sono guarite da meno di 120 giorni e, quindi, devono aspettare per poter ricevere la terza dose.

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Il punto dolente della campagna vaccinale, come accade da diverse settimane, è la quarta dose. La platea che dovrebbe riceverla è composta dalle persone particolarmente vulnerabili o esposte al Covid-19: over 60, fragili e immunocompromessi, personale sanitario e ospiti delle Rsa. Il numero complessivo di persone è stimato a 19,1 milioni, ma il dato non viene aggiornato dal 17 settembre 2022. Tra queste persone, comunque, 13,1 milioni non l'hanno ancora ricevuta, quindi il tasso di copertura è piuttosto basso: 31,1% in media nazionale (meno di uno su tre), un dato che va dal 14% della Calabria al 44,6% del Piemonte. Nell'ultima settimana, in media sono state somministrate 2.279 quarte dosi al giorno, in ulteriore calo del 31% rispetto alle 3.304 della settimana precedente.

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Infine, la quinta dose, che è rivolta a circa 3,1 milioni di persone (over 60, fragili e immunocompromessi, ospiti delle Rsa). La somministrazione si è avviata tra settembre e ottobre dello scorso anno, e la copertura attualmente è del 14,8% a livello nazionale. Anche in questo caso, ci sono forti differenze regionali, dal 5% della Campania al 28% del Piemonte. Le somministrazioni nell'ultima settimana sono rallentate: 1.576 al giorno in media, rispetto alle 2.032 della rilevazione precedente.

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