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Cos’è questa storia dei mercenari del gruppo Wagner che spingono i migranti africani a partire

Che i mercenari del gruppo Wagner siano presenti in Africa è un dato di fatto. Che però ci siano loro dietro l’aumento degli sbarchi, è tutto un altro discorso.
A cura di Annalisa Girardi
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Mercenari del gruppo Wagner
Mercenari del gruppo Wagner

Per il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ci sono i mercenari russi del gruppo Wagner dietro l’aumento degli sbarchi di migranti in Italia. Infiltrati in diversi Paesi africani, i miliziani starebbero spingendo le partenze nel tentativo di colpire l'Europa. Una tesi condivisa anche da diversi esponenti della maggioranza e che Crosetto ha raccontato essere sostenuta da un'allerta già lanciata sia dai servizi che dal Copasir.

Sulla presenza di mercenari del gruppo Wagner in diversi Paesi africani e sulle loro attività di destabilizzazione del territorio, non c'è alcun dubbio. Sul legame diretto con le organizzazioni di trafficanti di uomini e sull'obiettivo preciso di creare turbolenze in Europa, a vantaggio della Russia, invece ce n'è qualcuno.

Chi sono i miliziani del gruppo Wagner

Per prima cosa è importante capire cos'è il gruppo Wagner, dove opera e con quali obiettivi. Si tratta di una milizia privata, di ideologia filonazista, composta principalmente da ex militari e agenti di sicurezza russi. Nell'ultimo anno i mercenari Wagner sono giunti alle cronache principalmente per la loro presenza, a fianco dell'esercito russo, nelle repubbliche autoproclamate di Donetsk e di Luhansk, dove sono radicati in realtà dal 2015.

L'origine del gruppo risalirebbe a qualche anno prima. Il suo fondatore, Dmitry Valeryevich Utkin, è un ex colonnello del servizio di informazione delle forze armate russe. Mentre Utkin deterrebbe il comando operativo e militare, quello politico sarebbe in mano al principale finanziatore del gruppo, l'oligarca Yevgeny Prigozhin, uomo vicinissimo a Vladimir Putin. Il Cremlino, da parte sua, ha sempre smentito qualsiasi legame diretto con il gruppo Wagner.

Dove sono attivi i mercenari russi

Tra i Paesi dove è stata documentata la presenza di mercenari del gruppo Wagner ci sono l'Ucraina, la Siria, la Libia e altri diversi Stati africani, come il Mali, il Sudan e la Repubblica centroafricana. Negli ultimi anni la milizia russa si è espansa nel Sahel, dove ha alimentato il proliferare del terrorismo per perseguire diversi obiettivi: l'accesso a beni, ricchezze e risorse di vario tipo o il controllo di traffici illegali come quelli delle armi.

Alcune volte i mercenari sono stati utilizzati per difendere regimi e dittatori, altre ancora per combattere a fianco di ribelli locali. Il gruppo Wagner è stato accusato di violazioni di diritti umani e crimini di guerra, come massacri di civili. L'Unione europea ha imposto sanzioni nei confronti della milizia, accusandola di "alimentare la violenza, saccheggiare le risorse naturali e intimidire i civili in violazione del diritto internazionale, compreso il diritto internazionale dei diritti umani".

Le accuse di violazione dei diritti umani

In Libia la BBC ha documentato uccisioni arbitrarie e le Nazioni Unite hanno denunciato l'utilizzo delle mine anti-uomo in aree abitate. Nella Cirenaica i mercenari sono presenti dal 2018: nella guerra civile hanno sostenuto il generale Khalifa Haftar contro il governo riconosciuto dalla comunità internazionale. C'erano anche i miliziani russi nell'assalto a Tripoli, poi fallito, tra il 2019 e il 2020.

Anche se il Cremlino ha sempre negato legami diretti con il gruppo, la Russia ha aumentato la sua capacità di influenza nelle regioni dove questo è presente.

C'è davvero un legame tra il gruppo Wagner e gli sbarchi dei migranti?

È vero che Paesi come la Libia o il Mali sono punti nevralgici della rotta migratoria che porta dall'Africa all'Europa. Ed è altrettanto vero che più un territorio è nel caos, più le persone che lo abitano proveranno a fuggire. In alcuni casi, quindi, ci potrebbe essere un rapporto di causa ed effetto tra la presenza dei mercenari in un territorio e il flusso migratorio che parte da esso. Ma, come hanno confermato anche fonti qualificate del Copasir a Fanpage, non c’è alcun documento o report a prova di un legame attivo tra gruppo Wagner e trafficanti per aumentare le partenze e con lo scopo di destabilizzare l’Europa e l’Italia.

Non ci sono prove concrete di un piano preciso, portato avanti dai mercenari russi con il benestare di Mosca, dietro l’aumento degli sbarchi degli ultimi giorni. E non è quindi chiaro che tipo di informazioni abbia il ministro Crosetto, quando sottintende l'esatto contrario. "Wagner o non Wagner, questo è un fattore accessorio, la causa alla radice della migrazione è che la gente si sposta per avere una vita migliore, scappare dalla guerra e dalle persecuzioni. Dobbiamo lavorare sia con i Paesi d'origine che con quelli di transito", ha commentato da parte sua il vice presidente della Commissione europea, Margaritis Schinas. Insomma, è su altro che bisogna concentrarsi.

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