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Cop 26, sul tavolo una terza bozza: quali sono i nodi che non si riescono a sciogliere

Questa mattina è stata diffusa una nuova bozza, la terza, sulla dichiarazione conclusiva della Cop26. Si continua a trattare, ma sono diversi i nodi su cui non si trova un’intesa. Se da un lato si esorta ad “accelerare gli sforzi” per l’addio al carbone e il taglio delle emissioni, dall’altro non si parla di come compensare “perdite e danni”, tema caro ai Paesi in via di sviluppo.
A cura di Annalisa Girardi
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Ufficialmente i lavori della Cop26 si sono chiusi ieri, ma i negoziati non si fermano. Le delegazioni dei Paesi che partecipano alla Conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici stanno trattando in queste ore per arrivare a un accordo sulla nuova bozza sulla dichiarazione finale, diffusa questa mattina, in merito agli obiettivi da perseguire per evitare la catastrofe ambientale. Nel documento si parla di accelerazione verso la neutralità carbonica, del contenimento a quota 1,5 gradi del riscaldamento climatico rispetto all'epoca pre industriale e di una revisione, già il prossimo anno, dei passi da fare per restare in linea con quanto stabilito dagli Accordi di Parigi.

Nella nuova bozza si parla anche di cancellare i sussidi alle fonti fossili di energia, un tema che però rimane ancora complesso nei Paesi in via di sviluppo. Proprio in riferimento a questi nel documento si spinge anche per "raddoppiare" entro il 2025 i fondi dedicati alla lotta al cambiamento climatico. Anche in questo caso, si tratta di una delle questioni più complesse del vertice. Mentre i Paesi del Nord del mondo frenano su ulteriori stanziamenti, i Paesi in via di sviluppo chiedono più risorse, accusandoli di essere storicamente responsabili di livelli di inquinamento ben più elevati. Rispetto al documento diffuso ieri ora si parla "della necessità di sostegno verso una transizione giusta", ma l'intesa sembra ancora lontana.

Insomma, se nella nuova bozza sulla dichiarazione finale della Conferenza da un lato si esorta ad "accelerare gli sforzi" per un graduale addio al carbone e per ridurre le emissioni di gas serra, dall'altro non si tratta di come compensare "le perdite e i danni" soprattutto nei riguardi dei Paesi più poveri. Il presidente britannico Boris Johnson punta a raggiungere un accordo entro oggi, ma non sono ore facili. Se si vogliono rispettare gli impegni presi a Parigi nel 2015 è necessario rivedere gli obiettivi discussi in questi giorni e alzare l'asticella. "Qui a Glasgow i Paesi più poveri del mondo rischiano di perdersi di vista, ma le prossime ore possono e devono cambiare la rotta su cui siamo. Quello che c'è sul tavolo non è ancora abbastanza buono", ha dichiarato Tracy Carty, capo delegazione di Oxfam, dopo la diffusione dell'ultima bozza. L'Organizzazione chiede che i governi si aggiornino già il prossimo anno con scopi più ambiziosi.

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