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Consulta: “Blocco degli stipendi della PA illegittimo”. Ma la norma non sarà retroattiva

Il Governo evita il tracollo ma incassa l’ennesimo stop da parte della Consulta: il blocco degli stipendi della Pubblica Amministrazione è illegittimo, ma non per il passato. Sindacati: “Subito tavolo per rinnovo contratti”.
A cura di Redazione
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UPDATE – Sindacati: “Subito tavolo per rinnovo contratti”. Dopo la sentenza della Consulta i sindacati hanno chiesto “l’apertura immediata di un tavolo di contrattazione per arrivare al rinnovo del contratto subito”. “Il governo non ha più alcun alibi, l’alta corte si è espressa giudicando illegittimo il protrarsi del blocco della contrattazione. Per questo vogliamo che il governo avvii subito il confronto per arrivare presto al rinnovo dei contratti nella Pa”, così i segretari generali di Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Nicola Turco. Per i dirigenti sindacali adesso “il Governo non può più nascondersi né accampare alcuna scusa”. Anche per la leader della Cgil, Susanna Camusso, quella di oggi è una sentenza molto importante: “Il governo farebbe bene domani a chiamare le organizzazioni di categoria e cominciare a discutere del rinnovo dei contratti nazionali e della soluzione di molti temi”. La Corte ha dichiarato “con decorrenza dalla pubblicazione della sentenza, l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico, quale risultante dalle norme impugnate e da quelle che lo hanno prorogato”, si legge in una nota della Consulta in cui si aggiunge che sono state respinte “le restanti censure proposte”. La pronuncia di incostituzionalità, dunque, avrà effetto a partire dal deposito della sentenza, che, secondo la legge, avviene entro 20 giorni dalla decisione.

C’era grande attesa per la sentenza della Consulta sul ricorso del sindacato Confsal sul blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici, disposto nel 2010 e confermato dai Governi che si sono succeduti in questi anni. Si trattava di un ricorso simile a quello che qualche settimana fa era stato accolto dalla Corte, che aveva sancito l’illegittimità del blocco delle perequazioni delle pensioni disposto dalla legge Fornero. A quanto si apprende in queste ore, però, nel caso degli stipendi della Pubblica Amministrazione i giudici della Corte Costituzionale avrebbero deciso in maniera diversa, giudicando illegittimo il blocco degli stipendi ma negando la “retroattività” di tale decisione. In sostanza sarebbe stato accolto il rilievo dell’Avvocatura dello Stato impostato intorno all’articoli 81 della Costituzione, che “assicura l'equilibrio fra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico”. In tale contesto, aggiungeva l'Avvocatura, "comunque lo Stato ha portato avanti un’intensa attività contrattuale sia stata svolta, anche in pendenza del nuovo complesso normativo, ed abbia riguardato sia la contrattazione integrativa che quella nazionale”.

Insomma, se le anticipazioni dovessero essere confermate, i contratti degli statali dovranno essere sbloccati ed adeguati (in teoria il blocco sarebbe rimasto in vigore fino a tutto il 2016) ma non ci sarà nessun tipo di risarcimento o di indennizzo per gli anni passati. Ricordiamo che, secondo alcune stime, una eventuale sentenza “simile” a quella sulla legge Fornero avrebbe comportato un esborso per le casse dello Stato di circa 35 miliardi di euro ed un costo ulteriore “a regime” superiore ai 10 miliardi di euro (anche se dal Sindacato hanno sempre smentito questa quantificazione). In ogni caso, bisognerà attendere la lettura del dispositivo e successivamente le specifiche della sentenza per avere un quadro più chiaro della situazione.

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