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Comunali 2022, candidato Fdi arrestato a Palermo, il pm: “Senza manette a rischio libertà di voto”

Senza l’arresto del candidato di Fratelli d’Italia a Palermo, secondo la procura locale, “l’elettorato poteva diventare merce di scambio del potere mafioso”.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Urgentissime esigenze in ragione della prossima competizione elettorale del 12 giugno". Così la procura di Palermo ha motivato al gip la richiesta di arresto del candidato di Fdi al consiglio comunale Francesco Lombardo e del boss Vincenzo Vella, finiti in manette ieri per scambio elettorale politico-mafioso. Secondo il pubblico ministero senza l'arresto sarebbe "l'esercizio del diritto-dovere di voto di una estesa parte dell'elettorato sarebbe potuto diventare merce di scambio da assoggettare al condizionamento e all'intimidazione del potere mafioso".

Secondo l'accusa Vella e Lombardo si sono incontrati il 28 maggio scorso nel negozio di ortofrutta del boss, condannato per associazione mafiosa già tre volte. Un trojan piazzato nel cellulare del capomafia di Corso dei Mille ha captato la loro conversazione. "Qualche voto qua lo prendiamo?", chiede Lombardo a Vella. "Tu sì, tu personalmente sì", risponde il boss, libero dopo l'annullamento dell'ultima condanna a 20 anni per un vizio di forma. "Me li raccogliete una ventina di voti?", prosegue il candidato di Fdi. "Se salgo io sono in commissione urbanistica. Sono all'edilizia privata, che appena c'è un problema io salto", dice, facendo chiaramente capire di essere a disposizione del boss. E continua: "Non mi sono sempre messo a disposizione di voialtri a prescindere dalla politica?". "Quelli nostri tutti li prendi", risponde Vella.

Non sapendo di essere intercettato dalla Procura di Palermo, parlando con Lombardo, che era andato a chiedergli voti per le elezioni di domenica, il boss fa poi capire di essersi messo in moto anche per altri candidati. "Così non ci confondiamo", spiega a Lombardo chiedendogli i fac simili delle schede elettorali. Nel corso del dialogo Lombardo ribadisce di avere appoggi in tutta Palermo. "Mi stanno aiutando in tutta la città", anche nel quartiere Zen. Vella gli dice: "Io sono per te, gli altri non mi interessano", dopo avergli chiesto quanti voti servono per essere eletti al Consiglio. "Ce ne vogliono da 1300 a 1400", risponde Lombardo che ribadisce l'importanza di ogni singolo voto.

Dopo le elezioni, lunedì, ci sarà l'interrogatorio di garanzia di Lombardo e Vella. Mercoledì, sempre a Palermo, erano stati arrestati con le stesse accuse, un candidato di Fratelli d'Italia, Pietro Polizzi, il costruttore mafioso Agostino Sansone e il suo collaboratore, Manlio Porretto. Interrogati tutti e tre hanno risposto al gip negando l'esistenza del patto elettorale.

Intanto, però, continuano a far discutere le affermazioni di uno dei fondatori di Fratelli d'Italia, Ignazio La Russa sull'arresto di Lombardo. "Se io fossi stato il magistrato – ha detto il senatore – forse a due giorni dal voto, avrei aspettato. Ma non voglio fare polemica, che è vecchia. Può darsi che abbia avuto esigenze cautelari adesso". Poi ha aggiustato il tiro: "Noi siamo qui a sostenere la candidatura di Lagalla. Che siamo agli antipodi rispetto a qualunque forma di criminalità c'è bisogno che io ve lo dica o lo sapete già?". E ha concluso: "Spero comunque che si tratti di un'azione giudiziaria che finirà con un'assoluzione".

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