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Palermo, candidato di Fratelli D’Italia arrestato per voto di scambio politico – mafioso

Francesco Lombardo, membro di Fratelli d’Italia, è stato arrestato a Palermo con l’accusa di voto di scambio politico mafioso. Due giorni fa le manette erano scattate per un esponente di Forza Italia.
A cura di Davide Falcioni
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Un altro arresto eccellente a Palermo a pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. Dopo Pietro Polizzi, candidato di Forza Italia arrestato nei giorni scorso e accusato di voto di scambio politico – mafioso, oggi le manette sono scattate, con la medesima accusa, per un altro esponente del centrodestra: si tratta di Francesco Lombardo, membro di Fratelli d'Italia. In carcere, oltre a lui, anche il mafioso Vincenzo Vella, boss di Brancaccio, già condannato tre volte per associazione mafiosa. Stando a quanto emerso nel corso delle indagini lo scorso 28 maggio l'aspirante consigliere comunale avrebbe incontrato il malavitoso e gli avrebbe chiesto il sostegno alle elezioni di domenica prossima. L'incontro sarebbe avvenuto nel negozio di ortofrutta di Vella. La polizia ha immediatamente trasmesso l’intercettazione alla Procura, che ha chiesto al gip la custodia cautelare in carcere per entrambi. L'inchiesta – coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido – è stata svolta in tempi serratissimi.

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Lombardo è ex consigliere comunale di Villabate. Nelle elezioni di domenica si era candidato al Consiglio comunale di Palermo. Vella ha scontato due condanne definitive per associazione mafiosa. Di recente era stato condannato a 20 anni, ma la corte d'Appello un anno fa aveva annullato la sentenza per un vizio di forma: per questa ragione era stato scarcerato ed era tornato in libertà.

Mercoledì arrestato per voto di scambio esponente di Forza Italia

Anche in questo caso, come è accaduto per Pietro Polizzi, arrestato mercoledì, decisiva è stata una intercettazione ambientale. Stando a quanto ricostruito, l'esponente di Forza Italia– che si era candidato anche alle scorse amministrative collezionando poco più di 600 voti con la lista “Uniti per Palermo” e che in passato è stato consigliere provinciale, eletto nell'Udc – avrebbe stretto un accordo con la criminalità organizzata e i boss del quartiere Uditore per reperire un pacchetto di voti utili per garantirsi le elezioni. Da qui il rapporto con il costruttore Sansone, il cui nome in passato era stato già accostato a quello del capomafia Totò Riina proprio perché il fratello, fra le altre cose, avrebbe dato ospitalità al boss di Corleone durante il suo ultimo periodo di latitanza prima dell'arresto, nel 1993. Sansone sarebbe stato intercettato anche nelle stanze del comitato elettorale di Polizzi, che sostiene il candidato sindaco del centrodestra Roberto Laganà.

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