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Come si diventerà insegnanti con la riforma del governo

La bozza di riforma per il reclutamento di nuovi insegnanti è praticamente pronta e dovrà avere il via libera entro giugno: cosa cambierà nei prossimi anni dopo l’intervento del governo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La riforma per assumere nuovi insegnanti nell'istruzione pubblica è praticamente pronta. Come riporta Orizzontescuola, che ha pubblicato anche la bozza del testo che dovrà essere varato entro giugno, dopo la nuova – ed ennesima – riforma ci saranno tre possibilità differenti per arrivare a insegnare alle scuole medie e superiori. L'obiettivo è assumere 70mila nuovi insegnanti di ruolo entro il 2024, con diversi concorsi su base annuale. La riforma è prevista nell'ambito dell'applicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare nella sezione dedicata alla scuola.

Il nuovo sistema su cui è incentrata la riforma del reclutamento si basa su un doppio binario. Da un lato c'è un percorso che comincia dalla formazione iniziale, a partire dalla laurea magistrale o a ciclo unico, seguita da un corso di formazione che si terrà direttamente negli atenei e che varrà sessanta crediti formativi. Poi ci sarà una prova di abilitazione e infine la messa in prova dell'insegnante, che dovrà lavorare per un anno e sottoporsi a una valutazione finale che – se positiva – sarà propedeutica alla assegnazione definitiva del ruolo di docente. In caso di esito negativo, invece, l'anno di prova potrà essere ripetuto un'altra volta.

Dall'altro lato c'è la questione dei precari storici. Per i professori che hanno lavorato almeno 36 mesi è previsto l'accesso diretto al concorso pubblico. Poi c'è un riallineamento formativo con contratto part-time e un percorso di formazione universitario da trenta crediti formativi. E infine la terza strada che prevede un canale transitorio, non ben definito, per accelerare le assunzioni entro il 2024.

Una svolta – criticata dai sindacati, a cui Bianchi ha presentato ieri la bozza di riforma, che invece chiedono di scindere i due aspetti – riguarda la formazione continua, che viene legata agli scatti di stipendio. Ci sono cinque livelli di formazione, a ognuno dei quali corrisponde una valutazione finale e un conseguente scatto salariale. Il primo livello dura quattro anni, gli altri quattro ne durano cinque.

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