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Elezione del Presidente della Repubblica 2022

Clementi (costituzionalista) a Fanpage: “Per Quirinale giusto far votare positivi, basta un decreto”

In un’intervista a Fanpage.it il costituzionalista Francesco Clementi spiega perché il governo e il Parlamento possono permettere anche ai grandi elettori positivi al Covid di votare per il Presidente della Repubblica.
A cura di Annalisa Cangemi
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Montecitorio annuncia che i Grandi elettori positivi potranno esprimere il proprio voto, ma servirà una norma del governo. È questo l'orientamento emerso questa mattina dalla riunione dei capigruppo della Camera, che hanno formulato una richiesta al ministro Federico D'Incà, presente all'incontro, per consentire anche ai positivi al Covid di eleggere il prossimo Presidente della Repubblica, a partire da lunedì 24 gennaio, quando il Parlamento si riunirà in seduta comune.

Il governo dovrebbe però varare una norma, per permettere a parlamentari e delegati regionali di viaggiare, anche se in quarantena. Con le norme attuali su treni, aerei e navi, ma anche per bus e metropolitane, occorre il Super Green Pass, un ostacolo soprattutto per coloro che devono recarsi a Roma partendo dalle isole. Per votare all'interno della Camera è poi necessario il Green Pass base, quello che si ottiene anche con il tampone. Per superare il problema la conferenza dei capigruppo ha proposto una soluzione, individuando un'area nel parcheggio di via della Missione, nei pressi della Camera, in cui allestire una postazione in cui far votare i Grandi elettori positivi al Covid-19. In questo modo sarebbe possibile assicurare segretezza, contestualità e sicurezza del voto, esattamente come accade in Aula, spiegano da Montecitorio.

Abbiamo chiesto a Francesco Clementi, docente di Diritto Pubblico Comparato all’università di Perugia, un parere sulle regole attuali e su un'eventuale norma del governo, che consenta di derogare dal divieto di spostamento per i cittadini positivi al virus. Secondo il costituzionalista la richiesta di fare votare anche i positivi, avanzata da Fratelli d'Italia e condivisa poi dagli altri partiti che hanno votato quasi all'unanimità due ordini del giorno, sarebbe legittima.

Professore lei ha detto che anche i Grandi elettori positivi devono poter votare per il Quirinale, perché?

La Costituzione italiana prevede che per l'elezione del Capo dello Stato il Parlamento in seduta comune e i delegati regionali esprimano una funzione costituzionale indefettibile, non superabile: ogni sette anni devono votare il Presidente della Repubblica. E devono farlo proprio quei 1009 Grandi elettori, cioè deputati, senatori e delegati regionali, non altri. Il voto che esprimono è un voto elettorale, in pratica Montecitorio è un mero seggio elettorale, non si tratta di un voto proceduralizzato come quello parlamentare, che prevede per esempio un dibattito. Così come i cittadini hanno votato domenica scorsa per il seggio rimasto vacante in Parlamento senza alcun vincolo, senza Green Pass o tampone, lo stesso deve avvenire per i parlamentari, che assolvono a una funzione costituzionale. Per i Grandi elettori è previsto invece un vincolo in più, e cioè il Green Pass rafforzato per viaggiare. Questo è incostituzionale, o meglio è incongruo rispetto alla Costituzione.

Perché?

Perché si aggiunge un requisito ulteriore al naturale diritto di voto che ha ciascun elettore. Il paradosso è che l'ordinamento mette un limite ulteriore a se stesso, perché è sempre lo stesso ordinamento che chiede agli elettori presidenziali di assolvere a una funzione costituzionale. Anche i parlamentari No Vax hanno il diritto di votare. Ma c'è di più, i parlamentari che sono positivi o quarantenati devono comunque essere messi in condizione di votare perché la Costituzione impone che loro esercitino il diritto e il dovere di poter scegliere se votare o meno. Ma se è lo stesso ordinamento a impedire loro di scegliere è una contraddizione.

Perché i parlamentari positivi sono differenti dai normali malati? In passato è accaduto che ci fossero in quest'occasione assenze per malattia.

I positivi al Covid-19 non sono malati come gli altri, perché un malato sceglie di non votare, mentre un positivo o un quarantenato non può votare perché glielo dice la legge. Ma è l'ordinamento a dire che parlamentari e delegati regionali devono votare per il Capo dello Stato. È questo il problema giuridico.

È stata individuata dalla Camera un'area nel parcheggio di via della Missione a Roma dove potrebbero votare i positivi. È legittima questa soluzione?

Questa soluzione andrebbe benissimo, basta che il governo faccia un emendamento a un qualsiasi decreto legge in scadenza oppure un decreto ad hoc. Poi il Parlamento lo potrà riconvertire in legge successivamente. La norma che vieta lo spostamento dei positivi è contenuta nel decreto 229 del 2021, e quindi servirebbe una norma opposta e contraria che lo modifichi.

Però i parlamentari per accedere all'interno di Montecitorio devono esibire il Green Pass base, per poter svolgere la loro attività.

Non è assimilabile il caso della deputata Cunial a questa situazione, per una semplice ragione: la Camera dei deputati nell'elezione del Capo dello Stato è un mero seggio elettorale, quindi quei parlamentari devono solo ed esclusivamente votare. Non c'è una potenziale interazione, si entra, si vota e si esce. Mentre la deputata Cunial è obbligata a interagire durante i normali lavori parlamentari. Stiamo parlando, come dicevo, di due tipi completamente diversi di votazione.

E per quanto riguarda i parlamentari che provengono dalle isole?

Ieri la sentenza della Corte Costituzionale ha detto che è inammissibile il ricorso per conflitto di attribuzioni tra poteri nei confronti del governo, sollevato da cinque parlamentari residenti in Sardegna e in Sicilia contro il provvedimento che ha stabilito l'obbligo di Super Green Pass sui trasporti. Ma i giudici hanno anche detto che spetta al Parlamento trovare una soluzione per questi parlamentari privi di Super Green Pass, in vista del voto per il Quirinale. Poi siamo all'interno della pandemia, quindi la gestione dell'emergenza sanitaria è in capo al governo e le norme devono essere cambiate dal governo.

Non c'è il rischio che ci sia una trattamento ‘di favore' per i parlamentari, che non verrebbero sottoposti alle stesse restrizioni dei cittadini?

No, non c'è il rischio di poter qualificare queste norme come norme ‘pro casta'. Innanzi tutti perché la maggior parte degli italiani non votano per il Capo dello Stato, ma parliamo in questo caso di figure ben identificate nell'ordinamento, titolari di una funzione costituzionale. In secondo luogo la decisione che il governo adotterà sicuramente sarà perimetrata all'esclusiva elezione del Capo dello Stato. I parlamentari in sostanza non potranno svolgere altre attività senza Super Green Pass, dovranno limitarsi a votare per il Quirinale.

Ma non si pone un problema per la salute pubblica se positivi in quarantena vengono autorizzati a uscire?

Questo è un problema che dovranno porsi le Camere e il governo, per trovare una soluzione idonea, che metta al sicuro coloro che entrano in contatto con questi soggetti e per proteggere soprattutto la salute degli elettori presidenziali, perché la loro salute è la salute della Repubblica.

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