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Cos’è ReArm Europe, il piano da 800 miliardi per la difesa europea presentato da Von Der Leyen

La presidente della Commissione europea ha presentato oggi il suo piano in cinque punti per il riarmo dell’Europa. Dovrebbero mobilitare circa 800 miliardi di euro e prevede 150 miliardi di prestiti agli Stati membri e lo scorporo della spese militari dai vincoli di bilancio per un totale di 650 miliardi di euro. “
A cura di Giulia Casula
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La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato oggi il suo piano in cinque punti per il riarmo dell'Europa. Si chiama ReArm Europe e promette di mobilitare circa 800 miliardi di euro. Il progetto è stato illustrato in una lettera inviata ai capi di Stato e di governo nei ventisette Paesi Ue in vista del vertice straordinario di giovedì.

Tra i punti chiave, l'attivazione di "clausole nazionali di salvaguardia" del Patto di stabilità a sostegno della difesa, l'aumento della spesa militare e aiuti rivolti agli Stati membri sotto forma di prestiti per incrementare i loro investimenti nella difesa.

Von Der Leyen: "La sicurezza dell'Europa è minacciata"

"Viviamo in tempi pericolosi, la sicurezza dell'Europa è minacciata in modo serio, la questione ora è se saremo in grado di reagire con la rapidità necessaria", ha spiegato von der Leyen. "Nei vari incontri delle ultime settimane, l'ultimo dei quali a Londra, la risposta delle capitali europee è stata tanto clamorosa quanto chiara: siamo in un'era di riarmo e l'Europa è pronta ad aumentare massicciamente la spesa per la difesa, sia per rispondere all'urgenza di agire a breve termine e per sostenere l'Ucraina, sia per affrontare l'esigenza a lungo termine di assumerci maggiori responsabilità per la nostra sicurezza europea", ha dichiarato.

Cosa prevede il piano in 5 punti per la difesa dell'Europa

La prima parte del piano Rearm Europe consisterà nello "sbloccare l'uso dei finanziamenti pubblici e della spesa per la difesa a livello nazionale". I Paesi membri sarebbero disposti a investire di più nella propria sicurezza, "a condizione di avere lo spazio fiscale necessario", ha spiegato. Per metterli in condizione di farlo "proporremo di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita". Questo intervento dovrebbe permettere agli Stati di "aumentare significativamente le loro spese per la difesa senza attivare la procedura per disavanzo eccessivo. Se gli Stati membri aumentassero la loro spesa per la difesa in media dell'1,5% del Pil, ciò potrebbe generare uno spazio fiscale di quasi 650 miliardi di euro in un periodo di quattro anni", ha precisato.

La seconda proposta invece, è una novità e consiste in previsti per un totale di 150 miliardi di euro agli Stati membri per investimenti nella difesa. "Si tratta fondamentalmente di spendere meglio e spendere insieme", ha detto la presidente. "Parliamo di domini di capacità paneuropei come, ad esempio, la difesa aerea e missilistica, i sistemi di artiglieria, i missili e i droni, munizioni e i sistemi anti-drone, ma anche di rispondere ad altre esigenze, dalla mobilità informatica a quella militare. Ad esempio, questo aiuterà gli stati membri a mettere in comune la domanda e ad acquistare insieme. E naturalmente, con questa attrezzatura, gli stati membri possono aumentare notevolmente il loro supporto all'Ucraina", ha spiegato.

Con questo piano l'Ue vuole dimostrare di essere "pronta ad assumersi le proprie responsabilità". In tutto i soldi destinati alla difesa dovrebbero aggirarsi attorno agli 800 miliardi di euro. "Continueremo, naturalmente, a collaborare strettamente con i nostri partner nella Nato. Questo è un momento decisivo per l'Europa, e siamo pronti a fare un passo avanti", ha aggiunto. "Proporremo ulteriori possibilità e incentivi per gli Stati membri che decideranno se vorranno utilizzare i programmi della politica di coesione per aumentare la spesa per la difesa".

Il terzo punto del programma mira a garantire agli Stati maggiore flessibilità nel bilancio europeo per permettere di usare programmi di politica di Coesione per aumentare la spesa della difesa. Gli ultimi due punti invece, dovrebbero consentire di raccogliere capitale privato e accelerare l'Unione del risparmio e degli investimenti attraverso la Banca europea per gli investimenti.

Infine, Von der Leyen ha voluto mandare un messaggio agli Usa. "Noi in Europa siamo molto riconoscenti per il sostegno degli Stati Uniti e per il ruolo che hanno svolto nella sicurezza europea per decenni. Come presidente della Commissione, uno dei miei obiettivi principali è quello di avere relazioni solide con gli Stati Uniti, sia a livello bilaterale che attraverso il G7", ha dichiarato. "Ma il contesto in cui operiamo sta cambiando drasticamente e drammaticamente. Le fondamenta su cui è stato costruito l'intero ordine politico ed economico europeo del dopoguerra sono state scosse fino al midollo. E quando l'ordine europeo è scosso, la storia ci insegna che l'intero sistema internazionale può essere destabilizzato", ha aggiunto.

Le reazioni in Italia al piano di riamo di Von Der Leyen

Il piano di Von Der Leyen fa già discutere in Italia.  Il Movimento 5 Stelle ha fatto sapere che scenderà in piazza per protestare contro la “follia bellicista” dell'Ue. "Ursula Von der Leyen ha superato ogni limite. L'Unione europea è nata per mettere fine alle guerre nel Continente, non per riarmare gli Stati membri e sfidare sul campo di battaglia le altre potenze nucleari", hanno fatto sapere gli europarlamentari pentastellati. "Gli Eurobond di guerra e tutto il piano di 800 miliardi per riarmare l'Europa rappresentano il culmine di una follia bellicista alla quale tutti i cittadini europei devono opporsi".

Dura la critica del capogruppo alla Camera Riccardo Ricciardi."Già mercoledì scorso abbiamo chiesto nella capigruppo una comunicazione della presidente Meloni perché volevamo sapere la posizione del governo in vista del Consiglio straordinario sull'Ucraina. Già da allora era chiara quest'emergenza, eppure la premier non si vede. Da quel giorno è avvenuto quel che è avvenuto nello studio Ovale, i dazi esplicitati di Trump e un piano da 800 miliardi annunciato da von der Leyen. Quando c'eravamo noi i piani si chiamavano Next Generation, con voi Rearm Europe. Nel frattempo, però, sappiamo l'opinione di Giorgia Meloni sul festival di Sanremo perché dagli scendiletto in Rai si è fatta chiedere cosa ne pensa della canzone di Cristicchi", ha dichiarato in Aula. "Illudere il popolo ucraino dicendogli che l'avremmo sostenuto fino alla fine è stata una menzogna. Sono tre anni che diciamo che questa guerra sarebbe finita solo con un accordo Usa-Russia. Avete usato la retorica del diritto internazionale, ma non conta quando si ammazzano 45 mila palestinesi? In Italia abbiamo 23 mesi consecutivi di calo della produzione industriale, problemi con il welfare e con la sanità. Eppure volete spendere 800 miliardi in armi per fare favori agli amici di Crosetto. Sareste ridicoli e fareste ridere se non foste al governo di un Paese e di un continente che state portando sull'orlo di un burrone", ha ribadito.

Anche Alleanza Verdi Sinistra ha parlato di un’idea inaccettabile e ha chiesto a Meloni di chiarire dove verranno tagliati i soldi da spendere in armi. L'Europa "pensa di investire 800 miliardi di euro nella difesa, ma e' una follia" e "la presidente del Consiglio Giorgia Meloni deve venire in Parlamento a dirci da dove verranno tagliati i soldi", ha detto il parlamentare Angelo Bonelli. "La risposta dell'Europa è folle, stiamo entrando in un'economia di guerra ed è inquietante. Di fronte a questa fase drammatica serve un linguaggio chiaro: si stanno tagliando risorse fondamentali per la vita delle persone, il che portera' a un impoverimento drammatico in Europa, che diventera' piu' debole rispetto alle grandi potenze", ha concluso Bonelli.

Tuttavia il piano non piace nemmeno a Matteo Salvini. "Per Ursula von der Leyen gli stati europei possono fare debito solo per armarsi", ha commentato il vicepremier. "Spero che sia sbagliato quello che ho letto", ha aggiunto ricordando quello che "non abbiamo potuto fare in questi anni per investire in sanità, in educazione e sostegno alle imprese e alle famiglie. È la via maestra per sostenere e lasciare i nostri figli in un continente in pace? Ragioniamoci", ha concluso. Sulla questione il governo è diviso, con la Lega contraria da una parte, e Forza Italia e FdI favorevoli, dall'altra.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha promosso la proposta della Commissione Ue. "Bene von der Leyen: finalmente si fanno concreti passi in avanti per costruire una indispensabile difesa europea. Era il grande sogno di De Gasperi e Berlusconi. Ora bisogna realizzarlo, senza indugi, nel modo migliore possibile per rendere più forte l'Europa nel contesto di una solida alleanza con gli Stati Uniti", hai scritto su X.

"Con il nuovo piano per la difesa Ue esposto da Ursula von der Leyen, finalmente l'Unione Europea si risveglia dal sogno bucolico di poter essere una sorta di superpotenza erbivora in un mondo di carnivori", ha affermato il copresidente dei Conservatori al Parlamento Europeo, Nicola Procaccini, responsabile ambiente ed energie di Fratelli d'Italia. Per Procaccini, è "giusto aumentare gli investimenti in difesa e sicurezza, che è il diritto che consente l'esercizio degli altri diritti, nella speranza naturalmente di non dover mai utilizzare gli strumenti della difesa militare. Gli investimenti in campo militare, inoltre, hanno una forte componente ‘dual use', perché sono da sempre un formidabile veicolo di crescita in campo civile, come è accaduto per lo sviluppo della rete internet".

Il piano non convince neanche il Partito democratico. "Quella presentata oggi da Von Der Leyen non è la strada che serve all’Europa. All’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse", ha dichiarato la segretaria Elly Schlein.  "Il piano Von Der Leyen, a partire dal titolo, punta sul riarmo e non emerge un indirizzo politico chiaro verso la difesa comune. Indica una serie di strumenti che agevolerebbero la spesa nazionale ma senza porre condizioni sui progetti comuni, sull’interoperabilità dei sistemi. Ci sono molti aspetti da chiarire, ad esempio su come funzionerebbe il nuovo meccanismo in stile Sure, per capire se finanzia progetti comuni o spesa nazionale. Ma questa non è la strada giusta. Manca ancora la volontà politica dei governi di fare davvero una difesa comune e in questo piano della Commissione mancano gli investimenti europei finanziati dal debito comune, come durante la pandemia. Così rischia di diventare il mero riarmo nazionale di 27 paesi e noi non ci stiamo", ha aggiunto.

"Noi abbiamo un’idea precisa", ha proseguito Schlein. "Quello che serve oggi è un grande piano di investimenti comuni per l’autonomia strategica dell’UE, che è insieme cooperazione industriale, coesione sociale, transizione ambientale e digitale, sicurezza energetica e anche difesa comune. Anche, ma non solo! Magari cancellando le altre cruciali priorità su cui i governi sono più divisi. È irrinunciabile contrastare le diseguaglianze che sono aumentate. Per questo è inaccettabile utilizzare i fondi di coesione per finanziare le spese militari nazionali. È il momento delle scelte e della chiarezza. Abbiamo bisogno di una risposta all’altezza della sfida globale – strategica, economica, politica – al ruolo dell’Europa nel mondo. E questa risposta non è quella presentata oggi. Noi porteremo la nostra posizione già al prossimo vertice dei socialisti e democratici a Bruxelles, in vista del Consiglio straordinario".

Nel Pd comunque, le posizioni sono distinte. La vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, ad esempio ha lanciato un appello via social in cinque punti punti che prevede anche la difesa comune e lo scorporo delle spese militari dai vincoli di bilancio, incontrando l'adesione del leader di Azione Carlo Calenda. L'ex ministro Andrea Orlando invece ha stroncato il piano in cui "non solo non c'è l'Europa che vorremmo ma neppure qualcosa che assomigli ad un sistema di difesa comune", ha detto.

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