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Caso Gregoretti: il 14 maggio decisione sul processo a Salvini, Palamara non sarà sentito

Un’altra udienza, forse due, e poi arriverà la decisione del giudice Nunzio Sarpietro sul caso Gregoretti: dovrà scegliere se rinviare a giudizio o meno il senatore ed ex ministro dell’Interno Matteo Salvini per sequestro di 130 migranti a bordo della nave della guardia costiera italiana nell’agosto 2019. Nel frattempo, Sarpietro si è pronunciato sulla richiesta di sentire in aula l’ex magistrato Luca Palamara. Non è “indispensabile” ai fini dei fatti di cui si dovrà decidere, ha detto dal suo scranno. Oggi ha testimoniato l’ambasciatore Maurizio Massari.
A cura di Luisa Santangelo
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Adesso c'è una data: il 14 maggio il giudice per l'udienza preliminare Nunzio Sarpietro prenderà la sua decisione. Sceglierà se mandare a processo il senatore ed ex ministro dell'Interno Matteo Salvini per sequestro di persona, oppure se disporre il non luogo a procedere. Si saprà, dunque, se per Sarpietro quella di Salvini sulla nave Gregoretti fu una scelta politica o un possibile reato. Il caso è ormai noto: l'imbarcazione della Guardia costiera italiana, con a bordo 130 migranti, rimase per giorni bloccata col suo carico di vite umane alle quali è stato impedito di sbarcare.

La tabella di marcia il giudice l'ha fissata oggi: prossima udienza il 10 aprile, per permettere alle parti di formulare le loro conclusioni. Se non finiranno in tempo, avranno a disposizione l'aula bunker del carcere di Bicocca, nella zona Sud di Catania, anche il 23 aprile. Poi sentenza di rinvio a giudizio o di proscioglimento. Sono così finite le udienze per le audizioni dei testimoni: è stata infatti rigettata la richiesta dell'avvocato Corrado Giuliano, che assiste la parte civile AccoglieRete, di sentire l'avvocato ed ex magistrato Luca Palamara. Nel libro scritto a quattro mani con il direttore de Il giornale Alessandro Sallusti, viene descritto il sistema di correnti e intercessioni che l'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati avrebbe conosciuto e alimentato. "Affermazioni gravissime di cui non si sta parlando abbastanza – afferma l'avvocata e senatrice Giulia Bongiorno, che difende il leader del Carroccio – Ma non possiamo fare di questo un altro processo. Si discuterà di Palamara in altri procedimenti e in altre sedi".

"Una decisione del giudice, che noi rispettiamo", si limita a commentare Giuliano, che quell'audizione l'aveva richiesta, dopo avere incassato, in aula la dura replica del pubblico ministero della procura di Catania: "Sentire Palamara è inutile – dice in udienza il magistrato – Perché lui dei fatti di questo procedimento non si è mai occupato. Cosa dovrebbe dimostrare? L'imparzialità o la terzietà di chi invece se ne occupa? Dovremmo fare un processo a chi ha fatto il processo?", si accalora dal suo banco, di fronte a quello del giudice Sarpietro. Salvini, dall'altro lato dell'aula, annuisce concorde. Del resto, la procura etnea e la difesa di Salvini stanno dalla stessa parte dall'inizio: per i magistrati catanesi, che avevano chiesto l'archiviazione, questi mesi di udienze non s'avevano da fare.

Oggi, a chiusura del percorso, è stato sentito l'ambasciatore italiano all'Unione Europea Maurizio Massari. "Resta la domanda di fondo – chiude l'avvocata Daniela Ciancimino, parte civile con Legambiente – Perché quelle persone sono state tenute a bordo di una nave militare, già territorio dello Stato italiano, e non sono state fatte sbarcare in attesa del ricollocamento? L'ambasciatore l'ha chiarito, fino ad allora non c'erano tempi certi per i ricollocamenti". Ma questa è una spilletta che Salvini ci tiene ad appuntarsi sul petto: "La testimonianza dell'ambasciatore dimostra che abbiamo avuto il merito storico di portare il tema all'attenzione dell'Europa". Fin qui il passato. Ma lo sguardo del capo della Lega è già al futuro: "Il governo Draghi dovrà occuparsi di chi entra e di chi esce in Italia. Se continuiamo con i numeri di gennaio e febbraio, rischiamo di superare la quota di 120mila arrivi clandestini nel nostro Paese in questo 2021. Con la crisi sanitaria ed economica. È inimmaginabile".

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