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Caso Gregoretti, Gasparri propone ‘no’ a processo per Matteo Salvini

La Giunta delle immunità del Senato “proponga all’assemblea il diniego alla richiesta di autorizzazione a procedere” nei confronti di Matteo Salvini sul caso della nave Gregoretti. È questa la proposta che il presidente e relatore, Maurizio Gasparri ha portato all’attenzione della Giunta, iniziata da qualche minuto a Sant’Ivo alla Sapienza.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente della Giunta delle immunità del Senato Maurizio Gasparri ha chiesto di respingere la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Gregoretti. La proposta è stata avanzata dal presidente nella relazione che sta illustrando ai senatori, all'inizio della nuova riunione della Giunta. È la risposta alla richiesta del tribunale dei ministri di Catania nei confronti dell'ex ministro dell'Interno per il ritardato sbarco di 131 migranti l'estate scorsa.

"Si tratta in tutta evidenza di fattispecie del tutto similari, ed eventuali enfatizzazioni di aspetti secondari non mutano la realtà delle cose. Pertanto, per le ragioni esposte e in linea di continuità rispetto alle decisioni già assunte da questo organo in questa legislatura, si ritiene doveroso prospettare l'opportunità che la Giunta coerentemente proponga all'assemblea il diniego della richiesta di autorizzazione a procedere di cui al documento in titolo", spiega Maurizio Gasparri.

Per Gasparri c'è stato un coinvolgimento di Conte sul caso Gregoretti

"A prescindere dalla configurabilità o meno di un concorso nel reato del presidente Conte (elemento sul quale la Giunta come detto non può, anzi non deve esprimersi) sicuramente è configurabile un coinvolgimento politico-governativo di quest'ultimo, comprovato innanzitutto dalla assenza di qualsivoglia presa di posizione contraria sulla conduzione del caso Gregoretti da parte del ministro Salvini e sulle scelte dallo stesso operate. Il caso era notorio ed era su tutti i mass media e su tutti i giornali di quei giorni. Non era necessaria una comunicazione specifica di Salvini perché gli elementi della vicenda erano ravvisabili in toto dalla stampa". È un altro passaggio della relazione del presidente della Giunta delle immunità del Senato.

Gasparri ha ricordato inoltre che nella mail del 26 luglio inviata dal consigliere diplomatico di Conte, Benassi, "si legge testualmente ‘persons saved in the sea and currently on board of the ship Gregoretti'; orbene il consigliere diplomatico di Conte parla della presenza dei migranti a bordo della Gregoretti ed è quindi assolutamente inverosimile che Conte stesso non sapesse nulla della vicenda". 

"È evidente che l'allora ministro dell'Interno avesse agito col coinvolgimento attivo di tutto il governo, per difendere l'interesse nazionale", ha aggiunto in una nota la senatrice della Lega, Erika Stefani, componente della Giunta.

Il voto della Giunta per le immunità, come vi abbiamo spiegato, è previsto per il 20 gennaio. Ma la data potrebbe slittare, per via del voto in Emilia-Romagna: i lavori del Senato si fermeranno infatti proprio nella settimana che va dal 20 al 24 gennaio in vista delle elezioni regionali. Ma è stato lo stesso Gasparri a smentire questa eventualità: "Confermo il calendario deciso in ufficio di presidenza. Io mi attengo al regolamento del Senato e all'articolo 135 bis", cioè la scadenza di 30 giorni per il voto della Giunta. Oggi, parlando con i cronisti al complesso di Sant'Ivo alla Sapienza, ha aggiunto: "Questo è un organo paragiurisdizionale, spero che la questione sia valutata solo sotto il profilo del diritto".

In un'intervista sul Foglio è stato chiesto al presidente del Consiglio Conte come, se fosse un parlamentare, per l'autorizzazione a procedere sul processo a Salvini: "È difficile rispondere perché essendo presidente del Consiglio non riesco a dissociarmi da una conoscenza diretta del dossier, non posso spersonalizzarmi", ha risposto il premier. Ma alla domanda se la politica può pensare di oltrepassare dei limiti giuridici facendo leva sul proprio consenso, ha risposto così: ‘‘Ho sempre dimostrato, come primo responsabile di governo, di ritenermi pienamente soggetto alle leggi, forse ancor più rispetto a un normale cittadino. Ho sempre rispettato l'obbligo di trasparenza e mostrato sensibilità per il rispetto delle istituzioni, ritenendo che si debba fare ogni sforzo per alimentare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e per contribuire a rasserenare il clima del dibattito pubblico".

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