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Camera vota la fiducia al dl Pnrr, cosa c’è dentro oltre all’emendamento sui pro vita nei consultori

Il governo Meloni ha incassato la fiducia della Camera sul decreto Pnrr, con 185 voti favorevoli e 115 contrari. Nel dl ci sono molte novità, dalla patente a punti per i cantieri alle assunzioni a tempo determinato per la sanità. Ciò che ha fatto più discutere, però, è una norma che permette alle associazioni pro vita di operare nei consultori.
A cura di Luca Pons
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La Camera ha approvato la fiducia al governo sul decreto Pnrr, una norma che tiene insieme moltissimi interventi diversi, tra cui il più discusso è l'intervento arrivato ieri che permetterebbe alle associazioni pro vita e antiabortiste di avere un posto nei consultori. I voti favorevoli sono stati 185, i contrari 115 e gli astenuti quattro. Le opposizioni hanno tutte contestato il decreto, concentrandosi sia sulla questione dei consultori che sugli altri provvedimenti contenuti nei 46 articoli.

Come suggerisce il nome, il dl interviene sulla gestione del Pnrr, o Piano nazionale di ripresa e resilienza, e quindi dei miliardi di euro ricevuti dall'Europa: si rafforza la struttura che mette le decisioni in mano a Palazzo Chigi, e che in teoria dovrebbe permettere decisioni più rapide. Il decreto introduce la patente a punti per i cantieri edili, con l'obiettivo di impedire alle aziende che non rispettano le misure di sicurezza di operare. Ci sono anche delle misure sulla sanità: si agevolano le assunzioni, ma con contratti a tempo determinato.

La norma più controversa, però, è quella che è stata aggiunta all'ultimo da Fratelli d'Italia: si prevede che i consultori possano avvalersi anche delle associazioni del terzo settore che hanno una "qualificata esperienza nel sostegno alla maternità". Una definizione che include tutta la galassia di associazioni pro vita che si schierano contro il diritto di scegliere l'interruzione di gravidanza volontaria.

Il Partito democratico è intervenuto in Aula con la deputata Maria Cecilia Guerra: "A questo provvedimento sconclusionato e pasticciato voteremo no", ha detto, denunciando un "taglio molto forte alla sanità, di un miliardo e 200 milioni, tolti dai fondi per ospedali sicuri. E infatti tutte le Regioni, anche quelle di centrodestra, hanno protestato". Gianmauro Dell'Olio, esponente del M5S in commissione Bilancio, ha attaccato: "Il governo si illude di ovviare ai ritardi nello stato di avanzamento del Pnrr accentrando tutto, mettendo sotto la responsabilità del ministro Fitto la cabina di regia del Pnrr, la Zes unica, le risorse del Fondo di sviluppo e coesione. Il governo deve gestire un Paese, non giocare d'azzardo con i soldi degli italiani e degli europei".

Per la Lega, invece, l'Italia non ha nulla di cui preoccuparsi sul Pnrr: Nicola Ottaviani ha detto che "la Commissione europea ha accertato che l'Italia è il primo Paese in Europa sullo stato di attuazione del crono programma del Pnrr. Un conto è essere primi in una gara sui centro metri e altro essere primi addirittura nella maratona". Anche Forza Italia naturalmente ha dato voto favorevole. Vito De Palma ha dichiarato: "Ci sono misure molto importanti, a partire dalla sicurezza sul lavoro, con tre disposizioni che vogliono incidere sul settore degli appalti e dei subappalti sia per quanto riguarda la retribuzione dei lavoratori, sia sotto il profilo della tutela e della sicurezza dei lavoratori impiegati".

Sul tema dell'aborto ha commentato il deputato di Fratelli d'Italia Manlio Messina in dichiarazione di voto: "Noi stiamo dando alle donne un'opportunità, soprattutto a quelle donne che molto spesso sono obbligate ad abortire perché non hanno sostegno economico. Capisco che alla sinistra, nelle loro sinistre politiche di morte, dà fastidio".

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