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Sciopero dei benzinai

Berlusconi dice che i benzinai sono stati additati come speculatori, ma a farlo è stato il governo

Il leader di Forza Italia ha detto che “i benzinai sono stati ingiustamente indicati come speculatori per un andamento dei prezzi che non dipende da loro”. Ma ad accusarli è stato il governo, che ha pure fatto un decreto Trasparenza in merito. E il primo in ordine temporale è stato il ministro forzista Pichetto Fratin.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Silvio Berlusconi torna a parlare e, più o meno volutamente, se la prende con il governo che sostiene e di cui Forza Italia fa parte. L'ex presidente del Consiglio, che pure pare difendere largamente l'esecutivo e le sue scelte, dimentica improvvisamente chi ha puntato il dito contro il benzinai portandoli allo sciopero cominciato ieri sera e in corso oggi e – in alcuni casi – anche domani. Intervistato dal Corriere della Sera, sulla questione benzina Berlusconi chiosa: "Sbagliato lo sciopero, perché penalizza i cittadini incolpevoli". Ma poi aggiunge: "Però va detto che i benzinai sono stati ingiustamente indicati come speculatori per un andamento dei prezzi che non dipende da loro".

I benzinai sono stati ingiustamente indicati come speculatori, insomma. Ma da chi? In realtà nessun esperto ha mai parlato di speculazione. Anzi. Gli unici a incolpare i gestori delle pompe di benzina sono stati gli esponenti del governo Meloni. E il caso vuole – o forse no – che il primo a parlare esplicitamente di speculazione, nei giorni in cui tutt'Italia si concentrava sul prezzo in salita dei carburanti, sia stato Gilberto Pichetto Fratin. Il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica è, tra le altre cose, un esponente di spicco di Forza Italia. Perciò non solo Berlusconi critica la linea tenuta dal governo nelle prime settimane di gennaio, ma se la prende con un ministro del suo partito.

Nei giorni successivi, poi, il governo Meloni ha provato a recuperare. La presidente del Consiglio ha spiegato in un lungo video di non avercela con la categoria, ma è servito a ben poco. Anche perché nel frattempo è stato anche approvato il decreto Trasparenza che – in sostanza, come novità più importante – prevede come misura contro il caro benzina l'obbligo per i distributori di carburante a esibire il prezzo medio nazionale accanto a quello della pompa. Una mossa difficile da spiegare a una categoria sul piede di guerra che, infatti, ha deciso di portare avanti lo sciopero.

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