Banca Etruria, archiviazione per il padre di Maria Elena Boschi: “Verità più forte del fango”
Archiviazione per l’ex consiglio d’amministrazione di Banca Etruria e per Pierluigi Boschi, padre dell’ex ministra Maria Elena Boschi. Il gup di Arezzo, Fabio Lombardo, ha depositato la decisione finale sulla questione della liquidazione dell’ex dg di Banca Etruria, Luca Bronchi: archiviazione, quindi, per l’ex cda, compreso Pierluigi Boschi. La vicenda riguarda i circa 700mila euro versati nel 2014 da Bpel all’ex direttore generale, condannato in primo grado proprio per la questione relativa alla buonuscita. Per Boschi, ex vicepresidente della banca, così come per gli altri, era caduta già da qualche mese l’ipotesi di reato più grave, quella di bancarotta fraudolenta. Ipotesi esclusa dal giudice Piergiorgio Ponticelli che aveva anche accolto in parte la richiesta di archiviazione avanzata dal pm.
Per Pierluigi Boschi cade l'accusa di bancarotta semplice
Era rimasta invece in piedi la bancarotta semplice. Il gip a gennaio aveva restituito gli atti alla procura per poter svolgere un ulteriore approfondimento e accertare se ci fosse stato un atteggiamento negligente da parte dei consiglieri di Etruria. Secondo la procura, dopo le ulteriori indagini, si può arrivare alla conclusione che è giusta la richiesta di archiviazione, non essendo emersi elementi a carico dei consiglieri. Per Boschi, quindi, rimane solo la multa da 144mila euro inflitta dalla Banca d’Italia per lui e per altri membri del Cda.
Maria Elena Boschi: verità più forte del fango
Sulla vicenda non poteva mancare il commento della figlia dell’esponente del Cda di Etruria, l’attuale capogruppo di Italia Viva alla Camera, Maria Elena Boschi. Su Twitter scrive: “Ancora un’archiviazione per mio padre su Banca Etruria. Chissà dove sono ora coloro che in questi anni ci hanno insultato, offeso, minacciato. Ma oggi è un giorno bello: la verità è più forte del fango”.