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Autostrade, ultimatum del governo ad Aspi: “O nuova proposta nel week end o revoca inevitabile”

Arriva l’ultimatum del governo ad Aspi: o entro il week end arriverà una nuovo proposta che tuteli l’interesse pubblico, “che tenga conto di tutti gli elementi forniti dalla parte pubblica del tavolo” oppure la revoca delle concessioni autostradali sarà inevitabile. Le proposte arrivate finora, dicono fonti di governo, “non possono in alcun modo interrompere la procedura di risoluzione della concessione ad Aspi”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governo lancia un ultimatum ad Aspi: o entro il week end arriverà una nuovo proposta che tuteli l'interesse pubblico, oppure la revoca delle concessioni sarò inevitabile. La decisione è emersa dopo l'incontro che si è svolto al ministero dei Trasporti tra i vertici di Aspi e Atlantia e i capi di gabinetto di Mef e Mit.

"Lavorare entro il fine settimana a una nuova proposta, questa volta soddisfacente per il pubblico interesse, che tenga conto di tutti gli elementi forniti dalla parte pubblica del tavolo, al fine di tutelare sempre e soltanto l’interesse pubblico", fanno sapere fonti di governo. Le proposte arrivate finora, si spiega, "sono ritenute non soddisfacenti per l’interesse pubblico, e non possono in alcun modo interrompere la procedura di risoluzione della concessione ad Aspi".

Gli elementi forniti per la formulazione di una nuova proposta riguardano sostanzialmente "tariffa, risorse compensative, sanzioni in caso di inadempimento alle manutenzioni e quindi le manutenzione e controlli". Altri elementi del dossier, spiegano le stesse fonti, saranno trattati nel prossimo Consiglio dei ministri, che affronterà la questione Aspi.

Oggi intanto è ripartito il pressing del M5s per la revoca delle concessioni autostradali. Le polemiche sono scoppiate ieri, quando il governo ha ufficializzato la decisione di affidare la gestione del nuovo Ponte Morandi, progettato da Renzo Piano in sostituzione dell'opera crollata il 14 agosto 2018, proprio ai Benetton. Alessandro Di Battista va all'attacco su Facebook: "Revocare la concessione a chi per ‘incuria', ‘omesso controllo', ‘consapevole superficialità', ‘brama di profitto' è responsabile di quei 43 morti è un dovere di uno Stato che ha come obiettivo la costruzione di un'identità nazionale. Ed è un dovere che lo Stato ha non solo nei confronti dei familiari dei morti della Strage di Genova ma anche nei confronti degli italiani che verranno".

"Revocare non serve come punizione ai Benetton di ieri ma come monito ai Benetton di domani!", aggiunge l'esponente M5s.

Per Matteo Renzi di Italia viva la polemica è mero "populismo": "È il momento di passare dalle chiacchiere ai fatti. Dopo due anni non si può continuare ad urlare revocheremo o cacceremo i Benetton. Perché è molto semplice, ma impossibile da farsi: basta col populismo degli annunci", dice l'ex premier.

Una scelta obbligata quella di coinvolgere Aspi, ha spiegato il presidente del Consiglio Conte, provando a mediare tra le posizioni contrapposte nella maggioranza: "Il dossier sarà chiuso entro questo fine settimana. La situazione è paradossale e rischia di diventare assurda, fino a quando il concessionario è Autostrade è evidente che il Ponte non può che essere automaticamente nella concessione di Autostrade".

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