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Crollo ponte Morandi a Genova

Autostrade, l’ad di Aspi Tomasi indagato per attentato alla sicurezza e frode nelle forniture

L’amministratore delegato di Aspi, Roberto Tomasi, è iscritto nel registro degli indagati del fascicolo della procura di Genova in cui si contestano i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. L’inchiesta nasce per la vicenda di alcuni pannelli anti-rumore installati sulla A12 che sarebbero stati a rischio distacco.
A cura di Stefano Rizzuti
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Roberto Tomasi, attuale amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, è indagato nel fascicolo della procura di Genova in cui si contestano i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. Occorre subito una precisazione: Tomasi non è indagato per il suo operato da ad della società, ma per un’indagine che lo riguarda per la sua attività svolta quando era responsabile della progettazione e dell’installazione dei pannelli sulla rete autostradale. Ai tempi aveva partecipato al Comitato Grandi Opera che deliberò l’acquisto e la messa in opera dei pannelli fonoassorbenti che, essendo a rischio distacco, hanno fatto nascere il filone d’inchiesta. La vicenda viene raccontata da Repubblica, che esordisce fornendo un particolare: proprio Tomasi promise a Francesco Cozzi, procuratore di Genova, di far smontare 500 chilometri di barriere anti-rumore a rischio crollo. Promessa mantenuta a stretto giro.

Tomasi e il suo ruolo in Aspi

Tomasi dallo scorso gennaio ha preso il posto di Giovanni Castellucci come amministratore delegato di Aspi. Ma l’indagine nei suoi confronti non nasce per il ruolo da ad, ma per un fascicolo aperto dalla procura di Genova a dicembre in cui si contestano i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e la frode in pubbliche forniture. In questo filone di inchiesta, peraltro, da ieri si è aggiunto anche il capitolo relativo ai disagi per il traffico, dopo alcuni esposti presentati anche dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che chiede i danni ad Aspi. Nel fascicolo, inoltre, si ipotizza anche la violazione al contratto di concessione tra Autostrade e Stato. Per quanto riguarda Tomasi c’è un altro elemento che viene riconosciuto dagli inquirenti, secondo cui l’attuale ad di Aspi ha “un modo di operare diverso da chi lo ha preceduto”.

L’indagine a carico dell’ad di Aspi Tomasi

L’inchiesta è iniziata a fine 2019, quando sulla tratta Rapallo-Sestri Levante della A12 si sono staccati alcuni pannelli anti-rumore. Secondo quanto emerso dalle ispezioni le barriere fonoassorbenti non erano a norma e c’era un reale rischio di distacco per il forte vento. L’avviso di garanzia a Tomasi è stato notificato durante l’interrogatorio di gennaio, ma è stato tenuto riservato finora. Nel fascicolo figurano anche i nomi di Antonino Galatà, ex amministratore delegato di Spea, Michele Donferri Mitelli, ex responsabile nazionale delle manutenzioni di Autostrade, Marco Vezil, responsabile verifiche tecniche di transitabilità di Spea, Paolo Berti, direttore Operation di Aspi.

Gli stessi indagati del filone principale dell’inchiesta, quello relativo al crollo del Ponte Morandi e dei falsi report. Tornando, invece, all’indagine che riguarda da vicino l’attuale amministratore delegato di Aspi, in questo filone ci sarebbero anche altri tre dirigenti che si sono occupati dei pannelli anti-rumore ritenuti a rischio distacco dopo le ispezioni. E disinstallati dopo la promessa di Tomasi al procuratore di Genova.

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