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Crollo ponte Morandi a Genova

Ponte Morandi, dal crollo al processo: cinque anni dopo il disastro, le tappe della storia

Il 14 agosto del 2018 crollava il Ponte Morandi a Genova. Il disastro causò la morte di 43 persone e l’evacuazione di altre 500 persone. Cinque anni dopo il disastro, va avanti il processo per le famiglie delle vittime che chiedono giustizia.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sono ormai trascorsi 5 anni dal crollo del Ponte Morandi, l'imponente viadotto autostradale che superava il torrente Polcevera e collegava i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano, nella città di Genova. Nel crollo avvenuto intorno alle 11.30 del 14 agosto 2018 sono decedute 43 persone, mentre oltre 500 persone sono state sfollate. Il ponte autostradale lungo 250 metri è improvvisamente collassato insieme al pilone di sostegno numero 9. Per due anni dopo il crollo del ponte, il traffico è stato forzatamente deviato sia in entrata che in uscita della A10 nello svincolo di Genova Aeroporto. Solo nel 2019 è stata avviata la demolizione delle sezioni residue del viadotto e il 3 agosto 2020 è stato inaugurato in sostituzione del viadotto polcevera un nuovo ponte costruito sul disegno dell'architetto Renzo Piano.

Cinque anni dopo il disastro costato la vita a 43 persone ta viaggiatori, camionisti alla guida e operai al lavoro, va avanti il processo per le famiglie delle vittime che tramite un Comitato chiedono giustizia.

14 agosto 2018: il crollo del ponte Morandi a Genova

Nella giornata del 14 agosto 2018, intorno alle 11.30 del mattino, la struttura del Ponte Morandi collassa, provocando 43 morti e più di 500 sfollati. Il crollo determina subito dopo la chiusura del raccordo tra A7 e A10 e di numerose strade sottostanti. Chiusa immediatamente dopo la tragedia anche la linea ferroviaria di raccordo con il porto per evacuare i residenti nelle case sotto il pilone n.10 per motivi di sicurezza.

Alle 11.30 della vigilia di ferragosto crolla infatti l'imponente struttura del viadotto autostradale e il pilone n 9. Il 15 agosto del 2018, il Consiglio dei ministri dell'epoca dichiara lo stato di emergenza nel comune di Genova per un anno. Giovanni Toti, presidente della regione Liguria, farà da commissario straordinario per l'emergenza in quei 12 mesi.

Il 18 agosto viene istituito un giorno di lutto nazionale mentre si celebrano i funerali di Stato per 19 vittime delle 43 morte dopo il crollo. A celebrare le esequie, il cardinale arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco e l'imam di Genova Salah Hussein. Ai funerali partecipano 8.000 persone, dentro e fuori la camera ardente istituita nel padiglione Blu della Fiera di Genova.

Nei giorni dopo il crollo, le immagini delle auto che precipitano nel vuoto diventano virali e vengono presto diffuse anche dai telegiornali. I video delle macchine che cadono mentre attraversano la struttura sono di dominio pubblico e tra questi spiccano alcuni filmati che sembrano usciti da un film apocalittico. Nella memoria collettiva della tragedia restano le immagini dei camion fermi poco sul ponte poco prima del baratro.

La cause del crollo del Ponte Morandi

A causare il crollo del ponte Morandi sarebbe stato proprio lo stato dei piloni autostradali, con problematiche strutturali note da anni nonostante i controlli "autocertificati" effettuati da Autostrade per L'Italia negli anni. La gravità dell'accaduto hanno spinto il Governo di allora a prendere in considerazione un processo di revisione del sistema delle concessioni da parte dello Stato, ipotizzando anche la revoca, la risoluzione, la decadenza o il recesso. Il 27 agosto del 2018 sono stati pubblicati gli allegati economici e finanziari relativi alle concessioni autostradali.

Quanto accaduto al viadotto ha sollevato una serie di dubbi sulla sicurezza di diversi altri ponti in Italia quale quello della Magliana a Roma e quello di San Michele sull'Adda, tra Lecco e Bergamo. Il 25 settembre del 2018 la commissione ispettiva del Ministero delle infrastrutture ha ultimato il suo lavoro e presentato la propria relazione sullo stato del ponte e sul crollo. Oltre ad alcune ipotesi sulla dinamica del cedimento si evidenziano tutte le problematiche strutturali e note da tempo. Nel report si parla anche degli scarsi investimenti nella manutenzione strutturale e straordinaria.

Le testimonianze dei sopravvissuti

Cinque anni dopo il crollo della struttura, continuano ad essere cruciali nel processo le informazioni fornite dai sopravvissuti alla tragedia.Gli automobilisti che sono riusciti a salvarsi poco prima del baratro hanno raccontato di aver udito un forte boato e di aver notato soltanto dopo che parte del viadotto era crollato. A salvare molte delle persone sul ponte Morandi, la coda di automobili che aveva arrestato la sua corsa prima del cedimento strutturale.

Un camionista ha raccontato di essere riuscito a fermare il proprio veicolo prima del baratro, abbandonando poi il mezzo per correre ad informare gli altri automobilisti che stavano percorrendo la stessa strada. In questo modo, il guidatore è riuscito a salvare una famiglia che stava partendo per le vacanze estive con i suoi bimbi piccoli.

Chi sono le vittime del crollo del ponte Morandi

Sono state 43 le persone decedute nel crollo del ponte Morandi avvenuto il 14 agosto di 5 anni fa. Tra loro, molti turisti che stavano lasciando Genova per Ferragosto e i camionisti impegnati nel trasporto merci su strada. Gli ultimi 4 dispersi sono stati trovati 5 giorni dopo l'inizio delle ricerche. Tra le vittime della tragedia, anche diversi minori che viaggiavano in macchina con i genitori.

Nel disastro è deceduta un'intera famiglia di Pinerolo: sono morti Andrea Vittone, nato a Venaria Reale, 50 anni, la moglie Claudia Possetti, nata a Pinerolo, 48 anni e i figli Manuele e Camilla di 16 e 12 anni. Un'altra famiglia deceduta nella strade è quella dei Robbiano, residenti a Campomorone. Il padre Roberto, 44 anni, la madre Ersilia Piccinino, 41 anni, nata a Fersale (Catanzaro) e il figlio Samuele, 8 anni.

I familiari delle vittime hanno fondato un Comitato per il ricordo delle persone decedute. Portavoce del comitato resta da anni Egle Possetti, che in questi anni ha continuato a portare avanti la sua battaglia per la giustizia.

Tra le vittime anche Andrea Cerulli, 48 anni, di Genova; Elisa Bozzo, 34 anni, Francesco Bello, 42 anni, di Serrà Riccò (Genova); Alberto Fanfani, 32 anni, e la fidanzata Marta Danisi, 29 anni, nata a Sant'Agata di Militello (Messina); Stella Boccia, 24 anni, e il compagno Carlos Jesus Erazo Truji, 27 anni. Poi ci sono i quattro amici di Torre del Greco (Napoli): Giovanni Battiloro 29 anni, Antonio Stanzione, 29 anni, Gerardo Esposito, 27 anni e Matteo Bertonati, 27 anni.

Giorgio Donaggio, 57 anni, Alessandro Campora, 55 anni, Giovanna Bottaro, 43 anni, di Novi Ligure (Alessandria), Vincenzo Licata, 58 anni, nato a Grotte (Agrigento), Luigi Matti Altadonna, 35 anni, nata a Genova, Angela Zerilli, 58 anni, nata a Corsico (Milano), Gennaro Sarnataro, 43 anni, Alessandro Robotti, 50 anni, Bruno Casagrande, 57 anni, nato in Calabria ma residente a Genova, Axelle Place 20 anni, Nathan Gusman 20 anni, Melissa Artus 22 anni, William Pouza 22 anni, Juan Ruben Figueroa Carrasco , Leyla Nora Rivera Castillo 48 anni, Juan Carlos Pastenes 64 anni, Admir Bokrina 32 anni, Marius Djerri 22 anni ed Henry Diaz Henao, 38 anni.

Quali sono state le conseguenze del crollo del ponte di Genova

Il crollo del ponte di Genova ha suscitato un ampio dibattito sullo stato delle infrastrutture in Italia e sulla possibilità di revisionare il sistema delle concessioni da parte dello Stato per quanto riguarda la gestione delle infrastrutture date ad Autostrade per l'Italia. Un report effettuato da una commissione apposita ha infatti decretato lo stato di degrado della struttura, noto da tempo, e gli scarsi investimenti nella manutenzione.

Dopo l'accaduto sono state effettuate verifiche per intervenire sulla manutenzione anche sul viadotto della Magliana a Roma e il ponte San Michele sull'Adda, tra le province di Lecco e Bergamo.

28 giugno 2019: come è avvenuta la demolizione del ponte Morandi

La demolizione delle ultime rovine del viadotto è iniziata il 9 febbraio del 2019 per poi culminare nell'abbattimento delle parti più caratteristiche del Ponte Morandi il 28 giugno 2019, alle ore 9.37. Le pile strallate 10 e 11 della porzione est sono state fatte esplodere con alcune cariche di dinamite. Preventivamente erano stati demoliti alcuni condomini sottostanti il ponte.

La demolizione è avvenuta in 4 fasi, con cariche esplosive nei piloni e il crollo di strutture portanti centrali di entrambe le campate. Le 4 fasi si sono verificate nell'arco di 6 secondi con inneschi elettronici e oltre 500 kg di dinamite. Il tutto è costato 21,4 milioni di euro ed è stata eseguita in. 4 mesi dalla associazione temporanea di imprese composta dalle società Fratelli Omini di Novate Milanese, Fagioli di Reggio Emilia, IREOS di Genova e IPE Progetti di Torino, con la supervisione dell'impresa di demolizioni Siag di Parma.

La struttura è stata poi sostituita dal nuovo ponte Genova San Giorgio e da tutte le infrastrutture a esso collegate.

Il nuovo progetto: il viadotto del ponte San Giorgio

Il primo disegno del ponte è stato realizzato dall'architetto genovese Renzo Piano, che lo ha ufficialmente presentato il 7 settembre 2018, un mese dopo la tragedia, insieme al Presidente della Liguria Giovanni Toti, al sindaco di Genova Marco Bucci e agli amministratori delegati di Società Autostrade e Fincantieri Giovanni Castellucci e Giuseppe Bono. Il disegno prevedeva quattro corsie di marcia e due corsie di emergenza.

Con la scelta di demolire quanto rimasto del ponte Morandi per sostituirlo integralmente, sono iniziati i lavori per il ponte San Giorgio. Il 18 dicembre 2018 è stato firmato il decreto di affidamento dei lavori.

L’inizio del processo: chi sono gli accusati

L'autorità giudiziaria ha avviato una serie di indagini e accertamenti volti a verificare eventuali responsabilità (anche parziali) nel crollo del viadotto autostradale. Nel mirino dei magistrati, le società che avrebbero dovuto occuparsi della manutenzione e dei controlli.

Nel corso dell'udienza del 27 febbraio 2023 è emerso che l'azienda Isa Italstrade, esecutrice dei lavori di manutenzione agli stralli della pila 11 nel 1991, avesse constatato il grave stato di degrado del calcestruzzo anche della pile 9 e 10, suggerendo la demolizione del ponte. A opporsi, la società Autostrade.

Un ingegnere civile incaricato dei rilievi da Spea ha dichiarato che per 17 altri ponti liguri non aveva mai avuto a disposizione la strumentazione necessaria per effettuare le verifiche del caso e in una relazione scritta nel 1981 già si dichiarava la pericolosità delle deformazioni della pila 9. Gli imputati sono 59 tra ex vertici e tecnici di Autostrade e Spea, le due società che hanno patteggiato per 30 milioni di euro di risarcimento, ed ex e attuali dirigenti del ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato.

Le fasi del processo dopo il crollo: dal patteggiamento al disegno di legge

Dopo il patteggiamento ottenuto da Autostrade e Spea, le due società che hanno pagato 30 milioni di euro per uscire dal processo, è emerso però che Aspi sapeva dei difetti di costruzione del ponte e che l'esito positivo degli accertamenti sulla struttura fosse spesso "autocertificato". Il patteggiamento in quanto società (che quindi non possono rispondere penalmente perché la responsabilità è singola) sarebbe però secondo il Comitato dei Parenti delle Vittime una vera e propria ammissione di colpevolezza da parte delle persone che lavoravano ogni giorno con il Ponte crollato.

Dopo 4 anni, il Comitato si è fatto promotore di un disegno di legge utile alle vittime di disastri simili a quello del ponte. Il disegno di legge punta ad assicurare alle famiglie il denaro utile per affrontare le prime spese legali, il supporto psicologico necessario e un aiuto concreto per gli orfani. Tutele già previste per i familiari delle vittime del terrorismo.

Cosa sappiamo cinque anni dopo il crollo del ponte Morandi

Cinque anni dopo il crollo, Genova si appresta a celebrare alcuni eventi commemorativi per le vittime. Il 14 agosto 2023 si svolgeranno nei pressi della radura della memoria di via Fillak i principali appuntamenti per ricordare le persone decedute. Ancora lontano il momento delle inaugurazioni di spazi come il memoriale, la ludoteca o la casa delle famiglie, ma il programma delle giornate  dal 13 ale 15 agosto è ricco.

Sarà il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini a rappresentare il governo il 14 agosto a Genova.

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