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Arsenale sequestrato ai neonazisti, Salvini: “Volevano uccidere me, l’ho segnalato io”

Il vicepremier Matteo Salvini denuncia: “L’ho segnalata io, sono contento di essere stato utile a trovare dei missili. Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano quotidianamente di cui non faccio pubblicità”, ha detto parlando dell’arsenale scoperto a Torino e sequestrato dalla Digos a un gruppo neonazista.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro degli Interni Matteo Salvini è intervenuto oggi da Genova sul missile Matra e le armi, scoperti in un hangar nei pressi dell'aeroporto di Rivanazzano Terme (Pavia), nel corso di un'indagine della Digos di Torino e sequestrati ad un gruppo neonazista: avrebbe avuto in preparazione un attentato in Italia contro il ministro e vicepremier. "L'ho segnalata io. Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano ogni giorno. I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita. Sono contento sia servito a scoprire l'arsenale di qualche demente".

"Penso di non aver mai fatto niente di male agli ucraini – ha detto ancora Salvini – ma abbiamo inoltrato la segnalazione e non era un mitomane. Non conosco filonazisti. E sono contento quando beccano filo-nazisti, filo-comunisti o filo chiunque".

Poi ha rilanciato la notizia in un post su Facebook, tramite il quale ha ringraziato le forze dell'ordine: "Le indagini seguite alla denuncia di un potenziale attentato da parte di stranieri contro di me, hanno portato alla scoperta di un arsenale di armi e a degli arresti di neonazisti. Grazie alle Forze dell’Ordine, io vado avanti senza paura: insulti e minacce mi danno solo più forza!".

È stato intanto individuato il precedente possessore del missile. Si tratta di un milanese, la cui posizione è ora al vaglio degli investigatori. Fino a due mesi fa il missile era in un capannone a Oriolo, nei pressi di Voghera. Alessandro Monti, svizzero di 42 anni, e Fabio Bernardi, italiano 51 anni, entrambi messi ai domiciliari, erano i proprietari dei due depositi. Fabio Del Bergiolo, 60enne di Gallarate vicino a Forza Nuova, cercava di vendere il missile e, secondo gli investigatori, si proponeva come intermediario chiedendo tra il 5 e il 10% del prezzo finale di vendita. L'uomo aveva contattato un'azienda che si occupa di transazioni nazionali e internazionali di armamenti italiani e un funzionario di un paese estero.

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