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“Aborto sicuro è un diritto umano fondamentale, negli Usa a pagare di più saranno le donne povere”

Mirella Parachini, vicesegretaria dell’Associazione Luca Coscioni e storica militante del Partito Radicale, commenta la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, che cancella il diritto all’aborto: “Gravissimo che i giudici abbiano ignorato il nesso tra il diritto all’aborto e il diritto alla salute, considerando il diritto all’aborto un optional”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato la storica sentenza ‘Roe v. Wade', con cui nel 1973 lo stesso organismo aveva legalizzato la pratica dell'interruzione di gravidanza negli Stati Uniti, che per quasi 50 anni ha garantito alle donne il diritto all'aborto. Ora saranno gli Stati americani a decidere sull'interruzione della gravidanza. Questo significa che l'aborto potrebbe essere vietato in ben 22 stati che hanno emanato leggi, dette ‘trigger law', cioè leggi grilletto, che potrebbero entrare in vigore immediatamente dopo la sentenza.

In 13 Stati a guida repubblicana (Arkansas, Idaho, Mississippi, Missouri, North Dakota, Kentucky, Louisiana, Oklahoma, South Dakota, Tennessee, Texas, Utah and Wyoming) si attendeva solo la decisione della Corte Suprema, e le leggi approvate prevedono che il divieto entri in vigore praticamente in modo immediato, o comunque entro i prossimi 30 giorni. Il Missouri e il Texas hanno infatti da subito dichiarato illegale l'aborto.

"La Costituzione non conferisce il diritto all'aborto", scrivono i giudici, che però sulla decisione si sono divisi: 6 quelli favorevoli all'abolizione, 3 i contrari. La Corte, nello specifico, ha confermato la legge del Mississippi che proibisce l'interruzione di gravidanza dopo 15 settimane. A fare ricorso era stata l'unica clinica rimasta nello Stato ad offrire la possibilità di abortire). L'aborto in pratica potrà essere vietato tranne nei casi in cui la vita della madre risulti in pericolo.

Abbiamo chiesto a Mirella Parachini, ginecologa, vicesegretaria dell'Associazione Luca Coscioni, cofondatrice di AMICA (Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto), storica militante del Partito Radicale dal 1973 – per 40 anni è stata anche la compagna di Marco Pannella – impegnata in prima linea per il raggiungimento della legge sull'aborto e per l'applicazione della legge 194 in Italia, cosa cambia con la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, che avrà effetti dirompenti sulla società americana.

"La decisione è gravissima, sulla base di questa sentenza si prevede che quasi la metà degli Stati avrà una legge molto restrittiva, se non addirittura nessuna legge. I giudici hanno dato ai singoli Stati il potere di stabilire le proprie leggi sull'aborto. Sostanzialmente non viene tenuto in considerazione quello che dice la società scientifica più importante della ginecologia nel mondo, la FIGO (International Federation of Gynaecology and Obstetrics ndr), cioè che ‘l'autonomia riproduttiva, compreso l'accesso a servizi di aborto sicuro', è un ‘diritto umano fondamentale e non negoziabile di ogni donna' in tutto il mondo. In pratica la Corte Suprema americana oggi, nel 2022, stabilisce che il diritto alla salute per le donne non è costituzionalmente garantito".

La Costituzione, hanno scritto i giudici, "non fa alcun riferimento all'aborto e nessun diritto di questo tipo è protetto dalla Costituzione". "Questo significa – afferma Parachini – ignorare il nesso tra il diritto all'aborto e il diritto alla salute, considerare il diritto all'aborto un optional. Tutto questo per me è incredibile, da ginecologo e militante, perché anche se la Costituzione non menziona l'aborto questa pratica deve rientrare nelle prestazioni sanitarie, come è specificato dalle linee guida sulla difesa della salute riproduttiva della donna indicate dalla società scientifica, come l'Oms o appunto la Federazione Internazionale di Ginecologi e Ostetrici".

"Un passo indietro del genere, dopo 50 anni, è stato possibile negli Stati Uniti perché i giudici sono conservatori, la sentenza è passata 6 a 3. Non dimentichiamoci che è la stessa Corte che non più tardi di ieri ha stabilito che è possibile avere un'arma senza licenza, invalidando una legge di New York. Non si è certo trattato di un colpo di stato, colui il quale ha messo questi giudici, Donald Trump, è stato votato dai cittadini americani. Ma la società americana a questo punto è spaccata", aggiunge Parachini.

"Questa sentenza porterà a una profonda disuguaglianza nella società americana, perché se è vero che quasi la metà degli Stati potrà non avere alcuna legge o avere delle leggi restrittive, le donne che vorranno abortire saranno costrette ad andare in un altro Stato. Questo significa soldi per il viaggio, per la clinica, per affidare i figli a qualcuno, per i giorni di lavoro persi. Tutto questo a scapito dei ceti più poveri, delle donne nere, di quelle che lavorano".

"Trovo inaccettabile che una decisione del genere sia stata presa nell'ambito di una tifoseria, pro o contro. Ma è la società scientifica e medica che dovrebbe rivoltarsi, ci vorrebbe un'obiezione di coscienza al contrario. Inorridisco all'idea che dei giudici siano talmente politicizzati da entrare nell'arena. Vogliamo tornare all'aborto clandestino? Per fortuna oggi grazie alla tecnologia si riescono ad avere anche farmaci online, che possono forse evitare gli scenari più cruenti del passato, con le mammane, il ferro da calza e il prezzemolo. Ma se una donna prende dei farmaci in autonomia, acquistati su Internet, e finisce in ospedale in uno Stato che non ha una legge sull'aborto, cosa può succederle?".

Che conseguenze potrà avere la sentenza americana in Italia? Secondo Parachini le forze oscurantiste e conservatrici esistono già nel nostro Paese. E ricorda che Giorgia Meloni nella sua autobiografia racconta che sua madre in un primo momento avrebbe voluto abortire, ma poi decise di non interrompere la gravidanza, "quasi a fare della sua vicenda personale un esempio universale per tutte le donne".

"Ci sono anche state alcune Regioni, come Umbria, Abruzzo e Marche, governate da Lega e Fratelli d'Italia – aggiunge la ginecologa – che hanno cercato di ostacolare le nuove linee di indirizzo del ministero della Salute, che stabiliscono la possibilità di fare l'aborto farmacologico senza ricovero. Anche in Europa ci sono tendenze del genere, basti pensare a Ungheria e Polonia, che attraverso la Corte Costituzionale hanno ristretto tantissimo il diretto all'aborto. I medici in Polonia dal 2020 possono eseguire aborti solo in caso di stupro, incesto o in caso di pericolo per la salute della paziente".

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