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“Pistorius in cella rischia lo stupro”, i genitori di Reeva rifiutano i suoi soldi

I genitori di Reeva Steenkamp, la modella uccisa da Oscar Pistorius, hanno confermato di aver rifiutato un risarcimento per l’omicidio, mentre hanno accettato dall’atleta un pagamento mensile. Intanto la difesa tenta di convincere il giudice di non poter mandare Pistorius in carcere.
A cura di Susanna Picone
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Continua il processo a carico di Oscar Pistorius, l’ex atleta sudafricano condannato per omicidio colposo per aver ucciso il 14 febbraio del  2013 la fidanzata Reeva Steenkamp. Da lunedì Pistorius è nuovamente in tribunale per attendere la decisione del giudice sulla pena che dovrà scontare. Una delle ultime notizie in arrivo da Pretoria è che la famiglia della vittima Reeva Steenkamp ha deciso di rifiutare un risarcimento offerto da Pistorius. “Puoi tenerti i tuoi soldi insanguinati”, così i genitori della modella sudafricana, che hanno confermato in un comunicato di aver rifiutato 27.000 euro dall'atleta a titolo di risarcimento per l'omicidio, mentre hanno accettato da questo un pagamento mensile di circa 430 euro. La famiglia di Reeva ha aggiunto di voler restituire il denaro ricevuto e di non voler avviare una causa civile di risarcimento danni. L'avvocato degli Steenkamp  ha spiegato che l'atleta ha versato alla coppia il contributo mensile da marzo 2013 a settembre 2014, poiché si trovavano in difficoltà finanziarie. La cosa era rimasta riservata su richiesta di Pistorius. E al di là di questo pagamento, i legali di Pistorius avevano proposto alla famiglia di Reeva un risarcimento complessivo di 27mila euro.

Carceri sudafricane non attrezzate per un disabile

Secondo la difesa, Oscar Pistorius (che rischia fino a un massimo di 15 anni) non deve andare in carcere perché rischierebbe di essere violentato dagli altri detenuti. Inoltre le prigioni in Sudafrica non sarebbero attrezzate per i disabili per cui finirebbe per non poter neppure camminare. Davanti al giudice che deve decidere l’entità della pena da infliggere a Pistorius, la funzionaria addetta alla sorveglianza carceraria Anette Vergeer ha confermato la difficoltà per un disabile di stare in cella. Secondo la stessa funzionaria le prigioni “sono tali da esporlo ad abusi, malattie e rischio stupro da parte di altri detenuti”.

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