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Perché il 25 aprile si festeggia la Liberazione?

La guerra non finì il 25 aprile e i tedeschi lasciarono formalmente l’Italia con la Resa di Caserta, firmata il 29 aprile. Perché allora la Liberazione si festeggia il 25 aprile?
A cura di Redazione
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Partigiani a Milano ad aprile 1945.
Partigiani a Milano ad aprile 1945.

Il 25 aprile si festeggia la Liberazione dell'Italia dal regime fascista e dall'occupazione militare dell'esercito tedesco, ma non tutti sanno che la fine delle ostilità e della guerra civile che ha caratterizzato gli ultimi anni del conflitto in Italia viene formalizzata solo qualche giorno dopo. La Resa di Caserta, il documento che attesta la fine della Campagna d'Italia dei tedeschi e la resa incondizionata dei soldati di Salò, è stata firmata infatti il 29 aprile 1945 e ha acquisito efficacia il 2 maggio dello stesso anno. Perché dunque si festeggia il 25 aprile?

Si tratta di una data convenzionale, benché faccia riferimento a un evento politico e militare di primaria importanza per lo sviluppo della guerra. Il 25 aprile 1945, infatti, gli eserciti nazisti e fascisti cominciarono a ritirarsi da Milano e Torino a seguito degli insuccessi militari sulla Via Emilia, della ribellione delle popolazioni locali e della confluenza dei partigiani verso le due città del nord Italia. È dunque alla liberazione di Milano e Torino a cui storicamente si riferisce il 25 aprile, tuttavia nel 1946 un decreto legislativo del governo italiano decise – in data 22 aprile – di festeggiare tre giorni dopo la Festa della liberazione, che sarebbe stata festa nazionale per il solo anno in corso. Fu poi la Legge n. 260 del maggio 1949 presentata da Alcide De Gasperi a "fissare" la festività nazionale del 25 aprile.

Quando finì la guerra?

A livello planetario, la Seconda guerra mondiale termina il 2 settembre 1945 con la resa del Giappone, meno di un mese dopo il lancio della seconda bomba atomica sul territorio nipponico. In Europa il conflitto si chiude formalmente l'8 maggio 1945 con la firma della resa che segue di otto giorni il suicidio di Adolf Hitler. In Italia la Seconda grande guerra si era già chiusa, come visto, il 29 aprile.

Per quasi due anni l'Italia era stata teatro di guerra. Dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia (9-10 luglio 1943), la linea di difesa dei tedeschi era dovuta sempre più spostarsi verso nord. A marzo del 1945 nazisti e fascisti erano impegnati lungo la Via Emilia per respingere l'offensiva degli Alleati. In uno scenario che lasciava le forze dell'Asse prive di reali speranze di vittoria e negoziazione, la difesa della "frontiera" vide tedeschi e repubblicani di Salò sconfitti senza troppa difficoltà il 9 aprile nei pressi di Bologna. Il giorno successivo il Partito Comunista diramò la direttiva che annunciava "l'attacco definitivo". Il 16 aprile il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) diffuse ordini simili a tutte le organizzazioni partigiane.

Il 19 aprile i partigiani attaccano Bologna, che viene liberata due giorni dopo con l'aiuto degli Alleati. Angloamericani superano il Po il 24 aprile e a questo punto, con moti di ribellione locali, il 25 aprile comincia il ritiro di fascisti e nazisti da Milano e Torino. Fino al 28 i partigiani continuano ad affluire verso le due città del nord Italia. Il 25 anche Benito Mussolini lascia Milano per andare a Como, ma viene intercettato lungo la strada il 27 e il 28 aprile verrà fucilato con Claretta Petacci a Bonzanigo di Mezzegra. Il 29 aprile la firma della Resa di Caserta.

La Festa della Repubblica

Il 25 aprile non va confuso con la Festa della Repubblica, che è l'anniversario della sola forma di governo, passata ad essere repubblicana da monarchica. Il 2 e il 3 giugno 1946 gli italiani furono chiamati a votare per il referendum istituzionale che chiedeva agli italiani se volessero lasciare la monarchia e passare alla repubblica. Dal 1977 al 2001 la Festa della Repubblica è occorsa nella prima domenica del mese di giugno, dopodiché si è optato per una festività a parte, libera dalla domenica e fissata appunto per il 2 giugno.

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