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Pensioni, chi ha fatto richiesta per accedere a quota 100: penalizzate le donne

Gli ultimi dati forniti dall’Inps sui lavoratori che hanno richiesto di poter accedere alla quota 100, l’anticipo pensionistico introdotto dal governo con la legge di Bilancio, mostrano una netta prevalenza degli uomini, con le donne fortemente penalizzate. L’istituto di previdenza fornisce anche i dati riguardanti la distribuzione geografica e anagrafica dei richiedenti.
A cura di Stefano Rizzuti
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Sono più di 60mila le domande presentate per accedere alla quota 100, la misura introdotta dal governo per l’anticipo pensionistico. L’Inps fornisce i dati aggiornati alle ore 12 del 22 febbraio, evidenziando anche da quali province provengono le domande e le altre caratteristiche dei richiedenti. In totale sono 63.414 i lavoratori che hanno chiesto di poter anticipare la pensione attraverso la quota 100. E uno dei dati che spicca, e che conferma quanto più volte denunciato negli scorsi mesi, è che la grandissima maggioranza di richiedenti è uomo. Molte meno le donne, che sembrano quelle penalizzate da una misura che richiede criteri – almeno 62 anni di età e 38 di contributi versati – più facili da raggiungere per chi ha avuto una vita contributiva continua. Finora hanno richiesto di poter accedere alla quota 100 più di 47mila uomini, contro 16.300 donne soltanto.

I dati dell’Inps permettono di analizzare anche altre caratteristiche dei richiedenti dell’anticipo pensionistico. La maggior parte dei lavoratori che vuole accedere alla quota 100 è tra i 63 e i 65 anni (circa 29.500 persone), seguiti da chi ha al massimo 63 anni (21mila) e da chi ha più di 65 anni (quasi 13mila). L’istituto di previdenza fornisce anche i dati riguardanti la distribuzione per appartenenza alle singole gestioni: 23mila sono quelli appartenenti alla gestione pubblica, poco meno i lavoratori dipendenti, poco più di 5mila gli artigiani, poco meno di 5mila i commercianti, seguiti poi da cumulo, fondi speciali, coltivatori diretti, spettacolo e sport e gestione separata. Per quanto riguarda il canale utilizzato, 57mila persone hanno presentato domanda attraverso il patronato, altri 6mila lo hanno fatto in prima persona.

La distribuzione geografica

I dati dell’istituto di previdenza permettono di valutare quali siano le province in cui sono state presentate più domande. In testa c’è di gran lunga Roma, con 4.752 domande. Seguita da Napoli (2.953) e Milano (2.476). Molto più indietro tutte le altre città, a partire da Palermo (1.830), Torino (1.669), Bari (1.574), Catania (1.559), Salerno (1.337) e Firenze (1.149). Poco sotto le mille domande troviamo città come Cagliari, Bologna, Genova e Cosenza. In generale alto il dato in alcune regioni del Sud come la Sicilia e molto più basso in regioni del Nord come il Veneto.

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