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Palermo, muratore precipita da un balcone, batte la testa e muore: Salvatore aveva 62 anni

Salvatore Cammarata, 62 anni e papà di due figli, è morto facendo un volo di 9 metri da un balcone sul quale stava lavorando. Muratore e titolare insieme al fratello di una piccola ditta, ha perso l’equilibrio, forse a causa di un malore, è precipitato e ha battuto la testa. Indagini in corso, disposta l’autopsia.
A cura di Ida Artiaco
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È precipitato da un balcone, ha battuto la testa ed è morto sul colpo. Si è verificato a Petralia Soprana, in provincia di Palermo, l'ennesimo incidente sul lavoro. La vittima è un muratore di 62 anni, Salvatore Cammarata, gestore insieme al fratello di una piccola ditta e papà di due ragazzi. Si stava occupando della ristrutturazione di un edificio in Largo Garibaldi, nel cuore del centro storico della cittadina siciliana, quando è caduto nel vuoto facendo un volo di circa 9 metri mentre cercava di posizionare sotto ad un balcone un gocciolatoio. Ancora da accertare le cause del decesso, su cui indagano i carabinieri che dovranno anche verificare se nel cantiere siano state rispettate tutte le norme di sicurezza. È stata anche disposta l'autopsia per chiarire fugare ogni dubbio.

È probabile, tuttavia, che a far perdere l'equilibrio a Salvatore sia stato un improvviso malore. Inutili i soccorsi. I sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Sul posto sono giunti i carabinieri della locale stazione e il medico legale. Alla famiglia dell'operaio scomparso sono giunte le condoglianze del sindaco Pietro Macaluso e dell'amministrazione comunale. È questo l'ennesimo incidente sul lavoro che si verifica negli ultimi giorni in Italia. Solo qualche ora fa è arrivata la notizia del decesso Alessandro Ziliani, giovane muratore, schiacciato da un blocco di cemento mentre stava eseguendo ieri, proprio nella giornata della festa dei lavoratori, la demolizione di una struttura a Piacenza. "La sicurezza di questo Paese non è fare le leggi per armarci e difenderci", ma "la sicurezza che vogliamo è quella di non morire sul lavoro", sono state le parole del segretario generale della Cgil Maurizio Landini pronunciate sempre ieri nel corso delle celebrazioni per il Primo Maggio dal palco di piazza Maggiore a Bologna.

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