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Pace fiscale: dai maxisconti alla rottamazione-ter, ecco come cambia il condono

La commissione Finanze del Senato ha modificato il testo sul decreto fiscale che oggi verrà votato in Aula al Senato. Approvato il maxisconto sulle liti con l’Agenzia delle entrate e confermata la rottamazione-ter per i piccoli ritardi, così come è passata la sanatoria degli errori formali, ma senza la violazione per il quadro RW. Al momento, però, ha rifiutato il “saldo e stralcio” delle cartelle e la dichiarazione integrativa speciale.
A cura di Chiara Caraboni
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La commissione Finanze del Senato ha corretto e modificato il testo originale del decreto fiscale, ma i lavori sono ancora in corso d'opera e potrebbero esserci altri cambiamenti prima di oggi, giorno del voto in Aula. Infatti, tra le cose non ancora discusse, ma che potrebbero essere riprese nel dibattito in Aula al Senato, c’è l'emendamento per l'estensione della rottamazione-ter alle entrate comunali, ovvero le richieste per i tributi come Imu, Ici, Tari e Tasi. Oltre queste, si potrebbe recuperare anche l’addio alla tassa sugli ombrelloni, quella tassa che calcola le rendite catastali degli stabilimenti balneari e su cui verrebbe calcolata l’Imu.

Tra le modifiche passate al vaglio della Commissione, c'è il maxisconto per la definizione delle liti con l'Agenzia delle entrate, le quali potranno essere rottamate versando il 40% del dovuto, se si ha vinto in primo grado, e il 15% se il caso è stato chiuso in secondo grado con la vittoria del contribuente. Infine, se invece si è ancora in attesa del giudizio finale della Cassazione, dopo aver già vinto in provinciale e in regionale, basterà pagare il 5%. Un po’ più alta invece la percentuale per chi ha già presentato ricorso, ma vuole chiudere la lite: in quel caso dovrà sanare il 90% della pretesa erariale, con la possibilità di suddividere il versamento in cinque anni.

Per quanto riguarda la rottamazione-ter, la Commissione ha confermato per i piccoli ritardi la definizione agevolata delle cartelle. Purché il ritardo, appunto, non superi i cinque giorni. Un cambiamento sostanziale invece è stata la modifica al numero di rate: si passerà dalle 10 attuali a 18 infatti: a partire dal 2020, sì pagherà il 10% dell’importo entro il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre. Per il 2019 invece le rate saranno due, entro il 31 luglio e il 30 novembre. Per chi aderisce alla sanatoria, sarà possibile rilasciare il Durc, il documento che attesta la regolarità contributiva.

La Commissione ha approvato inoltre la sanatoria degli errori formali ma senza l’infrazione per il quadro RW, la parte di dichiarazione rispetto ai beni posseduti all’estero. Infine, l’ok arriva anche sulla possibilità di sanare, con il versamento di 200 euro per ogni periodo di imposta a cui fanno riferimento le inadempienze, le infrazioni, le inosservate di obblighi di natura formale e le irregolarità che non rilevano, sulla determinazione della base imponibile ai fini dell’imposta sui redditi, commesse fino al 24 ottobre 2018. Il versamento dovrà avvenire entro il 31 maggio 2019 ed entro il 2 marzo 2020 tramite due rate di medesimo importo.

Non sembra essere stato preso in considerazione, al momento, il “saldo e stralcio” delle cartelle in base a tre aliquote per i soggetti in difficoltà, così come è stata rinviata a Legge di Bilancio o Milleproroghe la questione della proroga delle concessioni per i balneari e per il commercio ambulante. Non ha superato gli ostacoli dell’analisi neanche la dichiarazione integrativa speciale invece, quel condono che permetteva di integrare il tassabile dichiarato, fino a un massimo di 100mila euro ed entro il limite del 30%, per poi pagare un’imposta sostitutiva pari al 20%.

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