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Omicidio Loris, Santa Croce Camerina non è un paese di omertosi

C’è sgomento e rabbia a Santa Croce Camerina per la morte del piccolo Loris. Un piccolo paese di appena 10 mila abitanti che non è affatto omertoso e che deve “difendersi” da un’eccessiva attenzione mediatica.
A cura di Fabio Giuffrida
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Il piccolo paese di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, con appena 10 mila abitanti, è stato letteralmente “travolto” da una tragedia che ha portato alla morte di un bimbo di 8 anni, probabilmente strangolato con alcune fascette da elettricista. Da giorni la Procura conduce le indagini che hanno portato al fermo della madre di Loris, Veronica Panarello, accusata di omicidio aggravato dal legame di parentela e occultamento di cadavere. Per ricostruire il puzzle di questa tragica vicenda sono servite le telecamere comunali e quelle degli esercizi commerciali i quali, fin dal primo momento, hanno collaborato con le forze dell’ordine consegnando tempestivamente le registrazioni delle proprie telecamere di videosorveglianza. Immagini passate al setaccio che hanno consentito agli inquirenti di ricostruire, seppur in parte, la dinamica dei fatti. Nel frattempo Santa Croce Camerina è stata “invasa” da giornalisti provenienti da ogni parte d’Italia i quali ogni giorno presidiano la scuola elementare, la piazza del paese, l’abitazione della famiglia Stival, la Procura e la Questura di Ragusa ma anche il carcere di Piazza Lanza a Catania. Tante le domande che anche noi abbiamo posto agli abitanti di Santa Croce Camerina: come è possibile che nessuno abbia visto niente? Come mai, in un paese così piccolo, pare non ci sia stata collaborazione alle indagini da parte degli abitanti? E’ possibile che nessuno sappia niente?

Santa Croce Camerina non è un paese omertoso, basta andare in strada per intercettare la sete di verità, di giustizia, la voglia di scoprire chi è stato ad uccidere un bimbo di 8 anni. Tra indiscrezioni e “voci di corridoio” che lasciano il tempo che trovano, gli abitanti di questo piccolo paese si domandano ancora oggi cosa possa essere successo, hanno molta paura di lasciare da soli i propri figli e nipoti, si sentono “pressati” da quest’attenzione mediatica che, talvolta, ed è comprensibile, può apparire esagerata. Come ha detto ai nostri microfoni la preside della scuola elementare frequentata dalla vittima di questa terribile tragedia, in questo momento bisogna tutelare non solo i minori ma anche le maestre che avranno il compito difficilissimo di mediare tra le informazioni diramate continuamente dalla stampa e le domande che i loro alunni potrebbero avanzare nei prossimi giorni. Possono fidarsi dei propri genitori? Cosa è successo al loro compagnetto, Loris? E' caduto da solo nel canalone o qualcuno lo ha spinto giù? Perché non c’è più? Perché non può più giocare con loro?

C’è sgomento, paura e rabbia a Santa Croce Camerina che non vuole passare alla storia come il paese dei delitti di sangue. Invece, ed è doveroso ricordarlo, si tratta di una delle zone più belle della Sicilia, a due passi dalle splendide spiagge di Marina di Ragusa e dalla nota casa di Montalbano a Punta Secca. Santa Croce Camerina, quindi, non ci sta e si ribella: “Vogliamo sapere chi è stato, l’assassino deve avere il coraggio di venire in piazza e farsi giudicare da noi” dice qualcuno. “Se avessi saputo qualcosa, l’avrei già detta” aggiunge un altro anziano signore. E’ impensabile che i siciliani possano coprire o insabbiare un infanticida, sarebbe impensabile, soprattutto in questo caso, mentire davanti ad un caso che ha fatto una vittima di appena 8 anni. A confermare la nostra tesi anche la criminologa Roberta Bruzzone, già intervenuta ai microfoni di Fanpage.it. Basti pensare che sabato scorso, stando alle testimonianze raccolte in paese, in moltissimi hanno dato una mano alle forze dell’ordine, cercando ovunque. Alla fine, qualche ora dopo dalla scomparsa, è stata la chiamata di un cacciatore, Orazio Fidone, a mettere fine alle ricerche: il corpo è stato trovato nei pressi del Mulino Vecchio, a circa 4km dall'abitazione degli Stival.

Quali segreti dovrebbero svelare gli abitanti di Santa Croce Camerina se, stando alle indiscrezioni finora trapelate, grazie all’ausilio di telecamere di videosorveglianza, il piccolo non sarebbe mai arrivato a scuola (la versione della madre, però, è nettamente differente, ndr)? Cosa avrebbero dovuto dire i compaesani se il piccolo potrebbe non aver percorso alcun tratto di strada a piedi, nel centro del paese? Il bimbo di 8 anni, vittima di questa terribile tragedia, lo conoscevano più o meno tutti: era vivace come tutti gli altri bambini, ma anche timido e diffidente verso chi non conosceva. Qualora il bimbo avesse girato per le strade del paese, o addirittura si sarebbe spinto a piedi verso contrada Mulino Vecchio (ma è davvero impensabile, ndr) qualcuno non se ne sarebbe accorto? “Lo avremmo fermato per chiedergli dove stesse andando, perché fosse da solo” ci rivelano gli abitanti di Santa Croce Camerina, un paese tranquillo che si divide tra lavoro e scuola, tra il panino da comprare al chiosco prima di andare a scuola e un caffè al bar, tra la messa delle 18.30 e una chiacchierata nella piazza principale. Un paese in cui c’è un’importante presenza di stranieri che, come abbiamo potuto constatare in loco, sono perfettamente integrati con gli italiani. “Noi non siamo omertosi” ha dichiarato il sindaco di Santa Croce Camerina, Francesca Iurato, ai microfoni di Fanpage.it. Nessun muro di silenzio, nessuno fino ad oggi ha negato a questa testata giornalistica un’intervista, una testimonianza. Qui, a Santa Croce Camerina, c’è soltanto sete di verità e giustizia.

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