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Nizza, Monaco, Charlie Hebdo: tutti gli attentati in una Europa nella morsa del terrorismo

Le città d’Europa hanno paura perché il rischio di nuovi attentati è alto. Ma cosa insegnano gli attentati degli ultimi 2 anni? E davvero c’entrano i rifugiati?
A cura di Michele Azzu
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Dopo le settimane degli attentati terroristici in Francia e Germania, l’Europa attende la fine della paura. Gli attacchi terroristici di natura islamista – o riconducibili a persone con problemi psichici – sembrano ormai all’ordine del giorno. Sono passate solo 3 settimane dalla strage di Nizza, in cui un francese tunisino ha ucciso 84 persone investendole alla guida di un camion, e lasciando centinaia di feriti nel lungomare della città.

Ma da allora ci sono già stati lo sgozzamento del prete nel paesino francese di Rouen, il rifugiato 17enne che in Germania ha aggredito i passeggeri di un treno a colpi d’ascia, l’attentato bomba al festival di musica di Ansbach, e infine l’attentato nel centro commerciale di Monaco in cui sono morte nove persone. Sembra che non si faccia in tempo a capire le ragioni di una strage che già i telegiornali ci informano di una nuova situazione di emergenza.

I numeri del terrore in Europa nel 2016 sono questi: 10 morti e 48 feriti in Germania, 32 morti e 300 feriti in Belgio, 87 morti e 200 feriti in Francia. Secondo la società di intelligence controterroristico IntelCenter – i cui dati sono supportati dalla CNN – c’è stato un aumento significativo di attentati direttamente collegati o ispirati all’ISIS, con una cadenza di uno ogni 84 ore dallo scorso giugno ad oggi (in riferimento a 8 diverse città fuori dalle zone di guerra in Iraq, Siria, del Sinai, in Egitto e in Libia).

Il terrorista Harry Sarfo, ora in stato d’arresto in una prigione tedesca, ha spiegato il perché al New York Times: è lo Stato Islamico stesso ad avere pianificato la strategia di portare tanti attacchi diversi a distanza di pochi giorni, in paesi europei diversi. E se questa serie di attentati dovesse continuare sarà difficile prevedere in che maniera le nostre vite potrebbero cambiare, e in che maniera i governi potranno intervenire.

Londra, ad esempio, ha inserito 600 nuovi poliziotti armati nelle zone più in vista della capitale britannica. Secondo il capo della polizia metropolitana londinese, Bernard Hogan Howe, il rischio di un attacco terroristico nella città è: “Una questione di quando, non di se”. La Francia, invece, ha prolungato di altri 6 mesi lo stato di emergenza già in vigore dagli attentati dello scorso novembre a Parigi, in cui 130 persone erano state uccise.

In realtà, l’aumento degli attentati terroristici sarebbe, in parte, anche dovuto alla nostra percezione. Secondo i dati riportati dal quotidiano inglese The Guardian, i numeri del “Global Terrorism Database” mostrano come nonostante dal 2012 gli attentati terroristici siano aumentati nel mondo, in Europa questi siano diminuiti dal 1990 ad oggi. Il problema sarebbe dovuto al fatto che molti più attentati sono avvenuti in località centrali dell’Europa, grandi città e capitali, e in un lasso di tempo abbastanza ristretto.

Inoltre, mentre negli anni anni ’70, ’80 e ’90 il terrorismo in Europa era costituito dall’Ira nel Regno Unito, le Brigate Rosse in Italia e l’Eta in Spagna, e cioè da gruppi distinti con precise richieste ed obbiettivi terroristici limitati… oggi l’obiettivo di un attentato può essere chiunque e qualsiasi luogo, dall’ambasciata al festival di musica di paese. Ad Ansbach come a Parigi. Gli attentati sono compiuti da terroristi dello Stato Islamico come da singoli individui che simpatizzano per la Jihad. E questo nuovo carattere del terrorismo ha un potenziale molto più grande di una volta.

Nel frattempo, anche i sentimenti negativi contro i rifugiati aumentano, e parte della politica europea li demonizza per puro tornaconto elettorale. Angela Merkel si è rifiutata di porre un freno ai rifugiati. Ma ai tempi del terrorismo liquido dell’ISIL, dove sta la verità, e dove il nemico? Davvero dobbiamo temere i rifugiati? E davvero stiamo assistendo a una nuova epoca del terrore in Europa? Ripercorriamo gli attacchi terroristici e i responsabili degli ultimi anni per capire meglio che cosa sta accadendo.

La strage di charlie Hebdo a Parigi, gennaio 2015. Due terroristi entrano nella redazione del magazine satirico francese Charlie Hebdo e uccidono 12 persone a colpi di Kalashnikov, fra disegnatori e giornalisti. Gli attentatori sono i fratelli Cherif e Said Kouachi, francesi di origini algerine. Durante la fuga i due uccidono anche un poliziotto. I terroristi verranno uccisi dalla polizia due giorni dopo in un conflitto a fuoco. I fratelli Kouachi erano già conosciuti dalle forze dell’ordine francesi: Cherif era già stato condannato per legami col terrorismo islamico e Said era stato indagato.

Gli attentati al supermercato ebraico di Parigi, gennaio 2015. Due giorni dopo la strage a Charlie Hebdo, un terrorista uccide 5 persone in un supermercato ebraico di un sobborgo di Parigi, prima di prendere 15 ostaggi. Amedy Coulibaly verrà poi ucciso durante il conflitto a fuoco con le forze dell’ordine. Coulibaly aveva precedentemente giurato fedeltà all’ISIS in un video online, in cui affermava di essersi coordinato con i fratelli Kouachi. Nel 2013 era stato condannato a 5 anni di prigione per avere orchestrato la tentata evasione di un terrorista.

La sventata strage sul treno a Pas-de-Calais, Francia, agosto 2015. Sul treno che da Amsterdam va a Parigi un terrorista armato viene neutralizzato da alcuni paseggeri, fra cui due soldati americani in vacanza in Europa. Il terrorista è Ayoub el-Khazzani, ventenne cittadino marocchino che viveva a Bruxelles. Le autorità del Belgio hanno affermato di sapere già dei legami di Khazzani col terrorismo di matrice islamista.

La strage del Bataclan di Parigi, novembre 2015. Una serie di attentati coordinati fra loro hanno colpito Parigi e il sobborgo di Saint-Denis. Tre terroristi hanno aperto il fuoco sulla folla che assisteva al concerto della rock band americana “Eagles of Death Metal” nel locale Bataclan, mentre nei pressi dello Stade de France, dove si stava giocando la partita Francia-Germania, tre kamikaze si sono fatti esplodere. Cinque bar e ristoranti nella capitale francese sono stati attaccati da terroristi che hanno sparato colpi d’arma da fuoco mentre passavano alla guida di diverse auto. L’ISIS ha dichiarato la propria responsabilità negli attentati. Sette terroristi sono morti durante gli attacchi, mentre altri due sono stati uccisi nel conflitto a fuoco con la polizia pochi giorni dopo. Fra loro, Abdelhamid Abaaoud, il presunto leader. Fra gli attentatori, diversi sono quelli già noti alle forze dell’ordine per precedenti legami col terrorismo.

L’attentato all’aeroporto di Bruxelles, Belgio, marzo 2016. 32 persone vengono uccise in due esplosioni coordinate all’aeroporto Zaventem di Bruxelles e alla stazione della metro Maalbeek. L’ISIS rivendica gli attentati. Fra i terroristi ci sono Ibrahim e Khalid el-Bakraoui, cittadini belgi di origini marocchine, che sono morti negli attentati. Secondo le autorità turche, Ibrahim sarebbe stato arrestato precedentemente mentre si recava in Siria. Un altro degli attentatori, morto nell’esplosione alla metro, è Najim Laachraoui, sospettato di avere legami con gli attentati di Parigi.

La strage di Nizza, Francia, luglio 2016. 84 persone vengono uccise mentre passeggiano sul lungomare di Nizza, in occasione dei festeggiamenti della festa nazionale del Giorno della Bastiglia. Mohamed Lahouaiej Bouhlel, francese tunisino alla guida di un camion, investe i passanti mentre spara ad altri, scatenando il panico nella folla, che conterà centinaia di feriti. L’ISIS ha rivendicato l’attentato, ma al momento non si conoscono i presunti legami del terrorista con i gruppi islamisti.

L’attentato sul treno a Wurzburg, Germania, luglio 2016. Un 17enne afgano richiedente asilo, attacca i passeggeri di un treno bavarese armato di un coltello e un’ascia. Ci sono 5 feriti gravi, nessun morto. Il giovane, che è stato ucciso dalla polizia, era arrivato da minorenne senza genitori in Germania e viveva ora in una casa famiglia in Bavaria. Non si conoscono legami del giovane col terrorismo, ma nella sua abitazione è stata trovata una bandiera dello Stato Islamico fatta in casa.

La strage di Monaco, Germania, luglio 2016. Il diciottenne Aly Sonboly di cittadinanza tedesca iraniana uccide nove persone a colpi di arma da fuoco nel centro commerciale Olympia di Monaco. Il giovane si trovava da due anni nella città. La polizia ha confermato che non si conoscono legami con L’ISIS del ragazzo, e si presume una motivazione razziale di estrema destra. Sonbioly si sarebbe ispirato allo stragista norvegese Anders Breivik.

La strage di Ansbach, Germania, luglio 2016. Il kamikaze Mohammed Deleel si fa esplodere dentro un festival di musica nel paese tedesco, provocando alcuni feriti e nessun morto. Deleel, di 27 anni, è un cittadino siriano a cui era stata negata la richiesta di asilo in Germania. Non si conoscono legami col terrorismo anche se l’ISIL ha rivendicato l’attentato.

L’omicidio del prete a Rouen, Francia, luglio 2016. Un prete cattolico è stato sgozzato in chiesa da due terroristi, poi uccisi dalle forze dell’ordine. Uno dei due, il 19enne Adel Kermiche, aveva già tentato di andare in Siria per raggiungere lo Stato Islamico ed era stato arrestato e poi rilasciato dalle autorità francesi.

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Michele Azzu è un giornalista freelance che si occupa principalmente di lavoro, società e cultura. Scrive per L'Espresso e Fanpage.it. Ha collaborato per il Guardian. Nel 2010 ha fondato, assieme a Marco Nurra, il sito L'isola dei cassintegrati di cui è direttore. Nel 2011 ha vinto il premio di Google "Eretici Digitali" al Festival Internazionale del Giornalismo, nel 2012 il "Premio dello Zuccherificio" per il giornalismo d'inchiesta. Ha pubblicato Asinara Revolution (Bompiani, 2011), scritto insieme a Marco Nurra.
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