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“Niente stupro, cugine trovate impiccate si suicidarono”: polemica in India

Secondo i federali le due ragazzine di 14 e 15 anni trovate impiccate a un albero a maggio si sarebbero tolte la vita. Non sarebbero state stuprate né uccise. Una tesi che ha scatenato polemiche.
A cura di Susanna Picone
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Lo scorso maggio, nell’India degli stupri, due cugine di 14 e 15 anni della casta degli “intoccabili” furono trovate impiccate a un albero di mango nel distretto di Badaun. Secondo la polizia locale le due ragazzine erano state uccise dopo aver subito uno stupro di gruppo. Fu quello un caso che commosse molto l’India e non solo. Ma ora, a mesi dai tragici fatti, la verità sostenuta dai federali è un’altra e fa discutere. Secondo gli investigatori federali, infatti, quelle due ragazzine non sarebbero state stuprate né uccise. Ma si sarebbero suicidate entrambe per vergogna per un’amicizia con un ragazzo del villaggio. Le due giovani, secondo i federali, si sarebbero insomma tolte la vita impiccandosi a un albero per non dover affrontare il giudizio della famiglia per quell’amicizia, forse troppo intima. “Sulla base di 40 relazioni scientifiche – ha detto la portavoce del Cbi, Kanchan Prasad – abbiamo concluso che le due minorenni non sono state violentate e uccise, come sostenuto nella prima relazione informativa”. Secondo le indagini, “si tratta di un caso di suicidio”, ha aggiunto Prasad.

La conclusione degli inquirenti non convince – Ma, come si diceva, questa conclusione degli inquirenti non ha convinto tutti, a cominciare dalle organizzazioni per i diritti delle donne, che chiedono di continuare l'inchiesta. “Sembra umanamente impossibile che le due ragazze si siano impiccate, o forse il Cbi non sta dicendo tutto”, così in una nota il partito Aam Admi. Si è parlato di “una copertura per nascondere la vergogna di quello che succede nella regione”. Per la vicenda delle due ragazzine impiccate a un albero la polizia aveva arrestato tre uomini, poi liberati su cauzione lo scorso settembre. Erano finiti in manette, per la stessa vicenda, anche due poliziotti accusati di aver tentato di coprire il reale svolgimento di quanto accaduto.

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