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Navi dei veleni, desecretati i documenti: 90 relitti affondati nel Mar Mediterraneo

Declassificati dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta 61 documenti sulle “navi dei veleni”: imbarcazioni cariche di rifiuti pericolosi affondate in mare o spedite in Somalia e Taiwan.
A cura di Davide Falcioni
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La Commissione Parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta dall'onorevole Alessandro Bratti, ha declassificato oggi sessantuno documenti – forniti dal Sismi – sul tema della "nave dei veleni": la declassificazione era stata richiesta da Bratti lo scorso anno ed è stata
possibile dopo il consenso arrivato dal DIS, il l Dipartimento delle informazioni per la sicurezza della Repubblica, organismo di cui si avvalgono il Presidente del Consiglio dei ministri e l’Autorità delegata per l’esercizio delle loro funzioni e per assicurare unitarietà nella programmazione della ricerca informativa, nell’analisi e nelle attività operative di AISE e AISI.

Chi è Giorgio Comerio, trafficante di rifiuti pericolosi a Taiwan

I cable saranno disponibili a partire dai prossimi giorni e contengono analisi, note e rapporti informativi dei servizi segreti militari, che arrivano fino a metà degli anni 2000, riguardanti soprattutto l’attività di contrasto dei traffici illegali di rifiuti, in particolare quelli radioattivi. Uno dei documenti declassificati – fa sapere la commissione, che lo definisce "particolarmente significativo"  – è un rapporto dettagliato su Giorgio Comerio, imprenditore navale già ascoltato dalla commissione il 25 maggio 2015, al centro di alcune inchieste della magistratura negli anni passati. "Il rapporto del Sismi del 21 aprile 2004 delinea la sua figura offrendo alcuni episodi fino ad oggi inediti, particolarmente inquietanti e che richiederanno un’attività di approfondimento". Per il Servizio Informazioni e Sicurezza Militare Comerio “risulterebbe contiguo o organico ad una serie di traffici clandestini con particolare riferimento allo smaltimento di scorie nucleari e rifiuti tossici,  riciclaggio di denaro, contrabbando di armi”.

Secondo quanto rivelato dalla Commissione Comerio sarebbe stato attivo a partire dal 1995 nella zona della Baia di Hungnam, grazie ad accordi stretti con il governo della Corea del Nord. Secondo il Sismi insieme ai suoi collaboratori l'uomo sarebbe stato coinvolto nello smaltimento di “200.000 cask di residui radioattivi”, per una cifra d’affari di “227 milioni di dollari”. Questo smaltimento sarebbe avvenuto – secondo il servizio segreto – nell’area di Taiwan.

Novanta navi cariche di rifiuti affondate nel Mediterraneo

Tra le carte ottenute dalla commissione parlamentare d'inchiesta ci sono poi quelle relative alle navi affondate nel Mediterraneo i cui relitti potrebbero contenere – secondo alcuni filoni d’indagine – rifiuti pericolosi o radioattivi. Un documento del Sismi datato 5 settembre 1995, indirizzato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – CESIS e al ministro della Difesa, riportava il risultato di una analisi degli affondamenti di mercantili nel Mediterraneo dal 14 aprile 1989 al 22 luglio 1995. Sono ben 90 gli affondamenti riscontrati con relative coordinate, carico, dati dell’armatore, percorso e motivi apparenti del naufragio che – dopo la declassificazione – verranno analizzati e confrontati con gli altri atti già acquisiti dalla commissione.

Traffico di rifiuti in Somalia: nel 2003 Berlusconi sapeva

Per finire ci sono notizie rilevanti sui traffici internazionali di rifiuti destinati in Somalia, anche in epoca relativamente recente. Tra i documenti declassificati, ad esempio, vi è una nota del Sismi inviata il 30 luglio 2003 alla presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro degli Esteri che segnala l’arrivo a Mogadiscio di due navi “cariche di rifiuti industriali e scorie tossiche”. Si tratta della dimostrazione di un traffico criminale durato ben oltre gli anni ’90. "Su questi temi, l’intreccio tra i traffici di rifiuti e di armi, stavano lavorando la giornalista della Rai Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin – ha commentato oggi il presidente della commissione Alessandro Bratti – che persero la vita in un agguato il 20 marzo 1994 proprio a Mogadiscio. Pensando al loro sacrificio e ai silenzi e depistaggi ormai accertati sulla loro morte abbiamo fatto uno sforzo notevole come commissione per individuare centinaia di documenti, inviando gli interpelli al governo per la declassificazione. E’ solo un primo passo, altri documenti diverranno pubblici presto, appena termineranno le procedure”.

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