Il treno nuovo della Circumvesuviana si blocca sotto il tunnel: blackout e panico tra i passeggeri
Panico a bordo del treno nuovo Metrostar della Circumvesuviana, oggi pomeriggio, bloccato sotto la Galleria poco dopo la stazione di Meta e in blackout per alcuni minuti. Una condizione claustrofobica che ha scatenato la paura tra i passeggeri, in alcuni casi in preda a crisi di pianto e disperazione. Secondo alcuni viaggiatori, il convoglio sarebbe rimasto bloccato per circa 40 minuti nel tunnel che si trova tra le fermate di Seiano e Meta, a tratti anche completamente al buio. Difficili anche i tentativi di contattare i numeri di emergenza, visto che in Galleria i cellulari non avevano segnale. Per Eav, l'azienda partecipata regionale dei trasporti, "tutte le operazioni sono avvenute nel rispetto delle norme di sicurezza e nella massima tutela dei passeggeri".
Il guasto al Metrostar delle 14,48
Secondo le prime ricostruzioni, il guasto sarebbe avvenuto sul Metrostar delle 14,48 che da Sorrento era diretto a Napoli. Il convoglio sarebbe rimasto fermo in galleria per una quarantina di minuti e per un certo periodo anche senza l'illuminazione, a causa della necessità di staccare le batterie della locomotiva di testa e agganciare quelle di coda. Il treno quindi sarebbe tornato indietro alla stazione precedente dove i passeggeri sono stati fatti scendere e hanno potuto così proseguire la corsa con il treno successivo.
Il racconto
Tanti i commenti lasciati dagli utenti sulla pagina Facebook satirica “Circumvesuviana. Guida alle soppressioni e ai misteri irrisolti”. “Il vagone in cui viaggiavo – racconta una utente – uno degli ultimi, non ha visto nessuna assistenza necessaria. Abbiamo premuto tutti i pulsanti di emergenza, quelli che funzionavano mettevano solo in attesa. Le luci sono mancate più e più volte. Alcune persone hanno aperto le porte da soli per mancanza d'aria, dato che il treno nuovo ha quei vetrini che non si aprono sempre a mano, ma con il chiavino. È venuta una persona solo alla fine per controllare che non ne avessero aperte altre. Alcune ragazze erano sedute a terra e piangevano. Nessun annuncio dall'altoparlante o a voce una volta arrivati nel nostro vagone”.